Doug Bruce – Il drop come arma vincente

L’apertura All Black Doug Bruce era un giocatore dotato di mente fredda e notevole abilità sia con i piedi sia con la palla in mano, che ha fatto del drop la sua arma vincente.

Doug Bruce è esploso tardi sulla scena internazionale, essendo il suo debutto con gli All Blacks arrivato all’età di 29 anni, in una gara contro il Sudafrica nel 1976. Dopo di allora ha disputato tredici gare internazionali, sino al 1978. Alto 1.78 metri per 74 kg di peso, Doug in nazionale ha sempre giocato mediano d’apertura. Dotato di mente fredda e notevole abilità sia con i piedi sia con la palla in mano, ha fatto del drop la sua arma vincente.

 

Nato a Dunedin il 23 maggio 1947, Oliver Douglas Bruce ha studiato presso l’Ashburton High School, dove ha fatto parte per due anni del primo XV. Quando aveva 20 anni, nel 1967, Bruce ha giocato la sua prima gara nel rugby che conta rappresentando Mid Canterbury.

 

Nel 1970 Doug è passato al Canterbury, dove ha giocato titolare per i successivi nove anni. È stata quella anche la stagione in cui è apparso a livello provinciale per Southern Island e per i New Zealand Juniors. Nonostante le partite con l’Isola del Sud e i trials con gli All Blacks, Doug Bruce ha dovuto aspettare fino al 1974 prima di guadagnare la selezione in nazionale. Convocato sia per la tournée in Australia, sia per quella in Irlanda, l’apertura di Canterbury è stato però tenuto fuori squadra per lasciare spazio a Duncan Robertson.

 

Due anni più tardi Bruce è stato scelto per il tour in Sudafrica, dove è sceso in campo in 13 partite, di cui tre dei quattro test match, debuttando il 24 luglio all’età di 29 anni. Doug ha giocato bene nei primi due test (uno perso 7 a 16 e l’altro vinto 15 a 9) e alcuni hanno ritenuto che la sua omissione dal terzo sia stato un errore; la Nuova Zelanda, infatti, ha perso quell’incontro 10 a 15. Bruce è tornato nel XV per l’ultima partita, che è stata persa di misura 14 a 15. In quella serie l’apertura di Canterbury ha centrato i pali con due drop e da quel momento i calci di rimbalzo sarebbero stati la sua arma vincente: ne ha segnati 5 in 14 gare tra il 1976 e il 1978, un record per la Nuova Zelanda e un dato abbastanza impressionante se si considera che un cecchino come Grant Fox ne ha messi a segno solo 7 in 46 partite. Oltre ai due rifilati agli Springboks, Bruce ne ha aggiunto un altro contro l’Australia nel ‘78 e altri due contro l’Irlanda lo stesso anno, diventando anche il primo neozelandese a segnare due drop in una partita.

 

Dopo la delusione del 1976, i due anni successivi sono stati quelli di grande successo per Doug. Prima di tutto ha fatto parte della squadra che ha vinto la serie contro i British Lions 3 a 1 quindi, nel 1978 ha giocato in tutte e quattro le partite del tour del Grande Slam nel Regno Unito. L’ultimo test di quel tour, quello che ha assicurato il Grande Slam, è stato disputato contro la Scozia a Murrayfield e Bruce ha giocato un ruolo fondamentale negli ultimi minuti. Con il buio che stava calando e la Nuova Zelanda in vantaggio 12 a 9, il capitano scozzese Ian McGeechan ha tentato di calciare un drop. Nel caso che il calcio avesse centrato i pali, la sfida sarebbe finita in pareggio e gli All Blacks si sarebbero visti negare l’onore di essere il primo XV neozelandese a realizzare il Grande Slam. Doug Bruce, però, ha bloccato con successo il tentativo di McGeechan, e ha lanciato l’ovale a Bruce Robertson che si è involato a marcare la meta all’altra estremità del campo. In quel modo, un match che avrebbe potuto facilmente terminare 12 a 12 è invece finito 18 a 9 per i neri.

 

Ritiratosi dopo quel tour, Bruce è stato assistente allenatore di Canterbury dal 1982 al 1985, in Ranfurly Shield, e allenatore degli stessi nella stagione 1987-88.

 

Come giocatore di cricket ha rappresentato Ashburton a livello di Hawke Cup.

 

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