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[RUGBYLIST] Preoccupante

lvfi67 a tiscali.it lvfi67 a tiscali.it
Gio 28 Feb 2008 09:52:45 CET


Cito da Repubblica


Preoccupante, oltre a tutto il resto, nel particolare l'ultimo 
paragrafo.


Odio, razzismo e culto della violenza

Se alla violenza togli un progetto che non hai o non hai mai avuto, 
resta solo l'odio. Un odio liquido. "Er Talpa" e "Fabbrizzietto", "er 
Nano" e "Vampiro", "Ovo" e "er Bulgaro", "er Capitano" e "Danielone", 
"er Ditta", "lo Sciacallo" e "er Cinese" odiavano sette giorni la 
settimana. Non solo la domenica, quando si ritrovavano in curva o in 
trasferta con qualche lama, qualche mazza o qualche ascia. Odiavano le 
"guardie infami", "quegli zingari dei romeni", "i napoletani", "le 
"zecche" dei centri sociali", "i pennivendoli che si s'azzardeno 
l'aspettamo sotto le redazioni", il vicino di casa che si era permesso 
di guardare un cane ringhioso portato a pisciare senza guinzaglio.

"Fomentavano i 'pischelli'", ragazzini raccattati allo stadio per 
essere spinti come una mandria al pascolo davanti a un deposito 
dell'Atac da occupare, sul ciglio di una discarica in cui "fare a 
pizze" con gli sbirri tra cumuli di "monnezza" o ai lugubri anniversari 
di una Destra neo-nazista (Forza Nuova) di cui indossavano la maschera, 
replicavano le parole d'ordine, frequentavano i luoghi: piazza 
Vescovio, "il Presidio" (nel parco di Villa Ada), il pub "Excalibur". 
E, alla fine, avevano deciso di sporcare di sangue anche le domeniche 
di festa del rugby.

Per otto mesi (dal giugno del 2007 alla scorsa settimana), tirando con 
pazienza e metodo il filo di un'aggressione consumata nel parco di 
villa Ada, il pubblico ministero Pietro Saviotti, la sezione 
anticrimine del Ros dei carabinieri, la Digos, sono rimasti affacciati 
su un abisso di collera di cui hanno registrato ogni voce, ogni 
smottamento, ogni esplosione. L'11 novembre, giorno in cui Gabriele 
Sandri, "Gabbo", veniva ucciso sull'Autosole, hanno ascoltato gli amici 
del dj che lo piangevano di fronte alle telecamere, gridando la propria 
innocenza, pianificarne la vendetta in una notte in cui "Roma brucerà". 
Ne hanno rubato le voci eccitate durante l'assalto alle caserme.

In principio furono i romeni. Il 30 ottobre 2007, Giovanna Reggiani 
viene massacrata a Tor di Quinto alle spalle di una baraccopoli. Il suo 
assassino è un clandestino arrivato da Bucarest. Il 2 novembre, a Torre 
Gaia, quattro romeni vengono bastonati a sangue nel parcheggio di un 
centro commerciale da una prima spedizione punitiva. "Er Vampiro" 
(Alessandro Petrella) ne è ammirato ed eccitato. Ne parla al telefono 
con Alessio Abballe - "Qualcuno comincia ad accenne le micce" - e con 
"Er Talpa" (Fabrizio Ferrari): "A ragà, non è che se stamo a parlà. 
Vedemose e annamo ad assaltà un centro sociale o annamo a pijà i 
napoletani sull'autostrada o pijamo dù rumeni (...) Dovemo fà na cosa 
da fà strippare il culo e far pensare chi ti governa dall'alto: che è 
successo? (...) Bisogna creà un focolaio de persone che nun c'entrano 
un cazzo con la politica e lo stadio. Ragà, questa è una cosa dei 
cittadini, una cosa sociale, d'appartenenza de una città e de un Paese. 
Qui, destra e sinistra e ultras da stadio nun c'entrano un cazzo".

Chi lo ascolta non sa esattamente dove "er Vampiro" abbia intenzione 
di colpire. Forse dietro casa sua, nel campo nomadi di via Walter 
Procaccino, dove già una volta ha tirato una molotov. Sa soltanto che 
sono cominciate le ricognizioni, che l'assalto sarà in pieno giorno, 
che "er Vampiro" ne parla in questi termini a Matteo Nozzetti: "Se 
succede na cosa come a Torre Gaia, nun c'hai più un cazzo de risonanza. 
Perché sai il mondo come gira. Dopo due settimane te fanno un 
trafiletto ed è già finita. Famo quarcosa de serio. Pe na volta nella 
nostra vita deve uscì la perfezione. Je devi mette pepe ar culo. Che 
quelli pensano: cazzo, ma se questi hanno fatto una cosa del genere, me 
se presentano sotto al Parlamento e me danno la caccia".

Dei romeni non se ne fa nulla. Domenica 11 novembre 2007, Gabriele 
Sandri, "Gabbo", viene ucciso da un colpo di pistola esploso sull'A1 da 
un agente della stradale che risucchia ogni goccia di odio disponibile, 
convogliandola altrove. Sulla macchina in cui viaggia Sandri ci sono 
"Ovo" (Marco Turchetti), "Maverick" (Francesco Giacca), "er Messicano" 
(Federico Negri), "Simone" (Simone Putzulu), il pantheon di "In Basso a 
destra" e degli "Irriducibili", le sigle che ospitano i mazzieri della 
curva nord laziale. Ad Arezzo, Turchetti "Ovo" - un tipo che in 
questura hanno già fermato una volta su un furgone carico di martelli, 
coltelli e spranghe - piange l'amico morto e mobilita la risposta. "Er 
Nano" (Francesco Ceci) sale su una macchina per raggiungere Arezzo, ma 
intanto dà disposizioni a chi resta. "Er Nano" è un leader riconosciuto 
e temuto. E' pappa e ciccia con Fabrizio Ferrari, "er Talpa", romanista 
dei "Bisl" (basta Infami solo lame"), un tipo che l'ultima coltellata 
l'ha data il 18 febbraio, prima di Roma-Real Madrid.

"Er Nano" dà ordini a uno come Fabrizio Toffolo (capo storico degli 
"Irriducibili" che alterna il suo tempo tra galera e domiciliari) e, 
neppure due mesi prima, se l'è promessa al telefono con un tale 
"Carlo", ultras napoletano, convenendo che "alla prossima, i machete 
dei laziali" si incroceranno con "le mannaie dei napoletani". "Er Nano" 
parla col "Bulgaro" (Andrea Attilia), che di Gabbo è amico fraterno, 
perché senta i romanisti. Perché si mobilitino "er Vampiro" e "quel 
matto di Pierluigi", Pierluigi Mattei, capobastone laziale di "In Basso 
a destra". Il "Vampiro" ha problemi. Gli è morta la nonna nella notte, 
ma mentre in casa si piange, lui si aggiusta per la serata: "Vojo 
brucià tutto. Stasera vojo brucià tutto".

Pierluigi Mattei impazzisce. Alla madre che lo chiama mentre sta 
andando allo stadio, grida: "A Ma', lasciame perde... Che devo fa, eh? 
Sarebbe da sparaje in faccia alle guardie. Che te credi che non 
m'andrebbe de ammazzalla na guardia? C'hanno paura degli scontri sti 
coniji delle guardie. Devono avè paura". Alla fidanzata, racconta che 
ha brandito un coltello tra gli occhi a un autista dell'Atac che 
rompeva e come ha conciato il vicino, che ha incontrato mentre portava 
a pisciare il cane: "Jo detto: A brutta faccia de cazzo. Che c'hai da 
guardà? Lo vedi sto guinzajo? Te lo metto ar collo e t'ammazzo. Nun me 
devi rompe li cojoni. Quando passo abbassa lo sguardo". Con la 
fidanzata si vanta di aver commesso due omicidi (polizia e carabinieri 
non sono ancora riusciti a verificare se millanti o meno): "De rumeni 
n'ho mandati due al creatore e ne ho feriti gravemente altri due. 
Perciò, se vengono da me trovano la morte". E quando la fidanzata gli 
chiede cosa farebbe lui a due rumeni se li vedesse fare a lei quel che 
lei gli ha visto fare ad un'estranea (palpeggiarla), dice: "Io c'avevo 
la macchinetta che dà le scosse. Ma quelle merde della polizia me 
l'hanno tolta. Perciò ne ammazzerei dieci".

Com'è andata la notte dell'11 novembre è noto. Ma avevano deciso che 
all'odio non dovesse rimanere estranea la festa del rugby. Già il 13 
ottobre del 2007, "Er Nano" si informa sull'arrivo dei tifosi del 
Livorno Rugby, impegnati in una partita con la "Futura Park". "Mò 
fomento un po' de gente. Famme sapè l'orario". Poi, il 10 febbraio 
scorso, allo stadio Flaminio, si gioca Italia-Inghilterra, partita del 
sei Nazioni. Fuori dallo stadio, la polizia ferma Simone De Castro, 
cugino di Gabriele Sandri. E' un diffidato. Non può avvicinarsi a 
nessun impianto sportivo del Paese. E si accompagna a un altro 
diffidato, Ruggero Isca. Vengono alle mani con la Polizia e il gruppo 
che è con loro se la squaglia. "Er Talpa" annuncia a Isca la vendetta 
per i conigli: "Hanno toccato mio fratello. Stavolta li ammazzo. Li 
faccio inginocchiare, Ruggiero".




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