Questo sito è dedicato alla rugbylist, un ritrovo "virtuale" dove si incontrano centinaia di appassionati di rugby.
 

[RUGBYLIST] le discussioni lunghe

ruggero rizzi ruggerorizzi a gmail.com
Gio 13 Nov 2008 16:37:28 CET


Ullallà............come siamo suscettibili.....!!!!
Ma, aggiungo di mio, non saremo anche 'nu pòco  pignoli, quasi al limite
della presuntuosità?
Voglio sbagliarmi.
Magari conoscendoti rugbysticamente di più e smentirmi da solo.
Ma facendo  così però  non mi dai una mano.....

Scrivi:  "Non mi permetto di dire a nessuno....che una discussione è
sciocca, stucchevole ecc."
(E .intanto lo affermi...;-)... alla faccia delle 100 e più e-mail che tu
stesso annoti)
Personalmente auguro altrettante risposte ai tuoi futuri
quesiti/discussioni/notizie, a dimostrazione che su questa "lavagna"
chiamata rugbylist  c'è posto per tutti gli argomenti inerenti al rugby.
Sapere cose nuove sul rugby, qualunque esse siano, credo faccia piacere a
tutti coloro che non le   sanno.
Tu   -forse-  le sapevi già da buon Giornalista.
Altri, meno titolati, forse non lo sapevano.
E avranno aggiunto un altro  piccolissimo mattone alle loro conoscenze     -
storiche  e non - del nostro sport.
Perchè secondo te,  non debbono interessare?
A te dovrebbero interessare eccome, visto che di professione fai il
divulgatore di notizie.
Se le sai tanto meglio. Viceversa te le annoti da una parte e magari un
giorno ti possono servire.
Faceva così anche i'indimenticato tuo collega P.L. Fadda   ( glie l'ho visto
fare io -de visu- ) Forse anche Ravagnami quando annota una -oramai poche
per lui- novità presenti o passate.
E' solo  un  consiglio: non mi permetto di insegnarti nulla.
Un consiglio che è servito anche me nella mia quarantennale  vita
professionale.
In fabbrica.
Senza rancore, mi raccomando!
Saluti dalla bassa Valle Scrivia
Ruggero R.

..."verrouillier"....ti dice qualcosa questo, a proposito di storia
rugbystica?
   Tranquillo: i "Beatles" all'epoca, si erano già sciolti da tempo.
:-)











Il giorno 13 novembre 2008 15.06, tempodirugby <tempodirugby a gmail.com> ha
scritto:

> Mi aggancio ad una frase di "qso", prendendola come spunto per dire una
> cosa alla List: appena un argomento si prolunga più del necessario, e specie
> se l'ho proposto io, ecco che arrivano diversi riferimenti alla lunghezza
> della polemica, alla sua poca importanza, ecc.
> Ma io credo che questo sia proprio l'ambiente per ogni discussione, anche
> lunga, anche poco importante. Che problema c'è? Se non interessa, ognuno può
> lasciarla perdere o proporne un'altra.
> Io non mi permetto di dire a nessuno che una certa discussione è troppo
> lunga, o sciocca, o stucchevole. Eppure ce ne sono state, così! Vogliamo
> ricordarci di quando, per una settimana, sono state prodotte qualcosa come
> 100 e-mail sull'origine ed il significato del termine "meta" o "rugger"?
> Potrà quest'argomento non interessare qualcuno (me, per esempio)? Eppure?
> Zitto e rispettoso: ad un certo punto la discussione non mi interessava più
> e non l'ho seguita.
> E' tanto semplice.
> Chiedo scusa alla List e la saluto.
>
> Il giorno 13 novembre 2008 14.58, qso a libero.it <qso a libero.it> ha
> scritto:
>
>> Ciao a tutti,
>>
>> tanto per cambiare discorso sui fischi - che non se ne può più -
>> riporto l'intervista fatta dal mitico Pastonesi per la Gazza a Bortolami.
>> Interessante la parte riguardante ... i fischi! Ma soprattutto le due
>> risposte
>> alle due domande finali
>>
>>
>> Questo il link:
>> http://www.gazzetta.
>> it/Sport_Vari/Rugby/Primo_Piano/2008/11/11/bortolami.shtml
>>
>> TORINO, 11 novembre
>> 2008 - È il nostro passaporto per il mondo. È il nostro apriti-Sesamo al
>> rugby
>> internazionale. Marco Bortolami, 28 anni, seconda linea, non solo è stato
>> capitano dell'Italia, ma anche del Narbonne in Francia e del Gloucester in
>> Inghilterra. Un punto di riferimento, un esempio, un trascinatore. Sabato,
>> contro l'Argentina, giocherà la sua partita numero 69 in Nazionale.
>> -
>> Bortolami, che Italia è?
>> "Un bel gruppo, che sta migliorando, che può
>> migliorare ancora. Nato nei Sei Nazioni 2008, cresciuto nella tournee di
>> giugno, ritrovato adesso per questi tre test-match, e che si sta
>> preparando al
>> Sei Nazioni 2009".
>> - Contro l'Australia la nostra mischia ha sofferto. Perché?
>>
>> "Perché davanti avevamo l'Australia. Perché non siamo entrati in campo
>> convintissimi. Perché loro erano più organizzati".
>> - Problemi in touche?
>> "Di
>> tre tipi. Il primo: l'arbitro non ci ha tutelato: alle nostre finte, i
>> loro
>> saltatori finivano addosso ai nostri e restavano impuniti. Il secondo: un
>> paio
>> di nostri lanci sono stati imprecisi. Il terzo: in alcune circostanze le
>> chiamate della touche sono state fatte in punti troppo marcati".
>> - Però?
>> "Siamo
>> convinti che contro l'Australia non abbiamo disputato la partita della
>> vita,
>> eppure potevamo batterla. Significa che possiamo giocarcela contro
>> chiunque".
>> -
>> Pumas compresi?
>> "Sì. Forti, ma non invincibili. Dobbiamo provare a giocare di
>> più. Il loro pacchetto di mischia è organizzatissimo, noi dobbiamo
>> spostare il
>> pallone. Abbiamo il dovere di provare a vincere".
>> - A 24 anni è diventato un
>> emigrante del rugby.
>> "John Kirwan, allora c.t. della nostra Nazionale, mi aveva
>> messo in testa che, per migliorare, sarebbe stato meglio che andassi a
>> giocare
>> all'estero. Questo mi ha aiutato come atleta, e anche come uomo. È stata
>> una
>> scelta decisiva nella mia vita".
>> - In Francia.
>> "Ambiente competitivo. Là il
>> rugby è simile al nostro, ma il livello molto più alto. La differenza sta
>> nella
>> velocità, nel ritmo".
>> - Poi in Inghilterra.
>> "Alla quale mi sento più vicino per
>> mentalità. Gli inglesi interpretano il rugby come una disciplina. E' un
>> mondo
>> professionale, serio, rigoroso, sottoposto a forti pressioni mediatiche.
>> E'
>> anche un mondo più freddo: finito l'allenamento, ognuno a casa sua".
>> - Lei ha
>> provato a riscaldarlo?
>> "Sì, e forse proprio per questo hanno voluto nominarmi
>> capitano del Gloucester: perché ho sempre dato importanza ai rapporti
>> umani
>> almeno come a quelli tecnici".
>> - Adesso?
>> "Non sono più il capitano, né del
>> Gloucester (Tindall, ndr) né dell'Italia (Parisse, ndr). Meno
>> responsabilità,
>> più divertimento".
>> - Con Mallett?
>> "Una nuova pagina della mia vita, un nuovo
>> capitolo nella storia della Nazionale. Abbiamo un rapporto fantastico. Fin
>> dall'
>> inizio l'ha improntato sull'onestà e la chiarezza, qualità che per me sono
>> irrinunciabili. Nick è uno che guarda sempre negli occhi. Il ruolo di
>> capitano
>> è importante, ma fino a un certo punto. Io sono uno che, a se stesso,
>> chiede
>> già tantissimo".
>> - A che punto della carriera ritiene di essere?
>> "Ho sempre
>> cercato di migliorarmi. Seconda linea è un ruolo fisico e tecnico, ma
>> richiede
>> anche tanta esperienza. Il mio contratto con il Gloucester scadrà alla
>> fine del
>> 2009-2010. Ma la mia vita sta già cambiando: in gennaio diventerò padre,
>> per la
>> prima volta. Sento che la gerarchia dei valori della mia vita si modifica.
>> Sarà
>> una bimba, si chiamerà Emma e nascerà in Italia".
>> - In Italia il rugby sta
>> diventando popolare.
>> "Vero, ma adesso si dovrebbe fare un salto di qualità. Il
>> giorno in cui ci chiameranno in tv per parlare di rugby e non di moda o di
>> cucina o di calcio, sarà un successo".
>> - Intanto, a Torino, il rugby ha
>> sconfitto il calcio.
>> "Una partita della serie A anticipata per fare posto a
>> noi: incredibile".
>> - Però c'è un pericolo: che il rugby acquisisca certe
>> cattive abitudini del calcio.
>> "Il rugby ha valori troppo forti per essere
>> dimenticati o cancellati. A Padova il pubblico fischiava mentre gli
>> australiani
>> piazzavano, e questo non è bello. In Inghilterra c'è un silenzio tombale,
>> anche
>> se a Twickenham qualche fischio si sente. Ma qualche fischio è
>> fisiologico".
>> -
>> Del rugby che cosa affascina di più?
>> "La contrapposizione tra fisicità,
>> agonismo, forza e lucidità, fair play, autodisciplina. Far convivere
>> queste due
>> anime non è scontato. Ma la gente, che forse non riesce a cogliere le
>> sfumature
>> del regolamento, questo lo capisce, e lo apprezza moltissimo".
>> - Quanto è
>> rimasto, nel rugby, di certe tradizioni?
>> "Tutto. Dal corridoio al terzo tempo,
>> dal senso di appartenenza a questo sport fino a un codice di leggi o
>> comportamenti non scritto".
>> - Sarà così anche contro i Pumas?
>> "Ci si può
>> giurare. Per noi è quasi un derby. Sul campo sarà una guerra, piena di
>> tensioni
>> ed emozioni, poi ci stringeremo la mano, ci faremo i complimenti, ci
>> berremo
>> una birra. In amicizia".
>> - Come andrà?
>> "Non lo so. So che ci divertiremo. E so
>> che, alla fine della partita, come sempre mi accade, mi rimarrà una specie
>> di
>> vuoto in pancia. Fino alla partita successiva".
>> - E questo è il bello del
>> rugby?
>> "Il bello del rugby è che, finita una partita, ce ne sarà sempre un'
>> altra".
>> dal nostro inviatoMarco Pastonesi
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