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[RUGBYLIST] Articolo da Il Manifesto 17/11

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Mer 18 Nov 2009 12:54:00 CET


Come scrivere di rugby in maniera lucida, con pacatezza e attenzione, pur non tessendo lodi sperticate. Anzi con una visione piuttosto critica dell'evento. Altro che rissose provocazioni del Giornale. Autore: Peter Freeman

MEDIA & SPORT17.11.2009
TAGLIO MEDIO   |   di Peter Freeman

RUGBY
Ma dietro gli ottantamila c'è il vuoto...

Gli ottantamila accorsi a San Siro per vedere l'Italia alle prese con gli All Blacks hanno fatto gridare al miracolo. Per qualcuno siamo niente meno che al «punto di svolta»: dopo San Siro nulla sarà più come prima. Eccesso di entusiasmo. Una rondine non fa primavera, e il successo del match di sabato non basterà, da solo, a portare le masse nel mondo ovale. Vale la pena ricordare che dietro la nazionale c'è il vuoto. Le partite di Heineken Cup vedono spalti semideserti, che si tratti dello stadio Zaffanella di Viadana o del Monigo di Treviso. Negli altri tornei sono messi anche peggio, per non dire del Super 10, il nostro massimo campionato giunto al capolinea perché nel 2010-2011 non esisterà più. 
A partire dalla prossima stagione due squadre italiane dovrebbero partecipare alla Celtic League, celtici permettendo: si tratta di Treviso e degli Aironi del Po, franchigia che comprende Viadana, Gran Parma, Colorno e Mantova. Quest'ultima giocherebbe a Viadana, in uno stadio che per ora garantisce non più di 4.500 posti: San Siro è lontana, difficile immaginare clamorosi exploit sia sportivi che commerciali.
Il successo di Italia-Nuova Zelanda fa piacere ma non può e non deve occultare i tanti problemi di cui soffre il rugby italiano. Spandere retorica a piene mani non serve. Nel mondo dello sport il pubblico che si comporta con civiltà, non è un'eccezione, è la norma. Se la percepiamo come un'eccezione è perché viviamo immersi nell'anomalia del calcio, anomalia divenuta abominio permanente. Lo stadio Meazza era pieno, le famiglie c'erano, la passione non è mancata. Era un evento di grande richiamo e la promozione ha funzionato a dovere, e pazienza se non sono mancate le cadute di stile: i rugbisti sono atleti, non caricature del wrestling. Sabato c'è Italia-Sudafrica a Udine. Si parla di 20 mila spettatori, non molti di più, eppure si gioca contro i ca
mpioni del mondo. Sede sbagliata, forse. O forse il punto di svolta non è ancora arrivato. 





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