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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì - 2

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 5 Ott 2009 20:55:49 CEST


Dal Gazzettino, riporto l'articolo di Antonio Liviero, al quale invio
la mia stima ed il mio più genuino ringraziamento.
Ciao.
Franco (TV)

MISCHIA APERTA
Il modello veneto tra veleni e sospetti. Di Antonio Liviero

Le ragioni di Treviso e del Veneto sono state riconosciute. Se non ci
saranno colpi di coda velenosi la regione leader del rugby italiano
continuerà a rappresentare, com’è giusto che sia, l’attività di
vertice partecipando alla Celtic League. Il consiglio federale, dopo
la bocciatura del 18 luglio, che nel gergo in voga nella politica si
potrebbe definire una "porcata", ha corretto la scelta iniziale con un
voto palese e a maggioranza assoluta. Insomma in maniera chiara e
forte.
Va dato atto al presidente Dondi di aver ripreso in mano il controllo
del consiglio federale che gli era clamorosamente sfuggito a luglio.
Allo stesso tempo i consiglieri veneti, comprensibilmente messi sotto
accusa dopo l’esclusione iniziale, hanno riscattato l’onta dimostrando
di saper fare squadra ed evitando così dimissioni che, in caso di
fallimento dell’operazione, sarebbero state chieste a gran voce.
Ora il Veneto ha bisogno di continuare su questa strada. Perchè la
pratica Celtic non è ancora chiusa. Ci sono verifiche economiche
(scontate) sul progetto Benetton e un protocollo tecnico da
sottoscrivere. Poi è necessario mettersi a lavorare attorno a un piano
che deve portare in Europa un modello competitivo, nell’interesse di
tutto rugby italiano. Perchè ciò avvenga serve però un clima più
disteso. Lo spirito di gruppo attorno ai valori che il rugby è
orgoglioso di veicolare, lasciando da parte personalismi e veleni.
Dal Benetton mi aspetto che dia seguito immediato ai propositi di
coinvolgere tutto il Nordest fatti dal presidente Amerino Zatta, con
una squadra metropolitana che faccia rivivere la leggenda dei Dogi
nelle città del Veneto: nuova maglia, nuovo nome, grande pubblico,
collaborazione stretta con i vivai. Non ho dubbi che Treviso
continuerà ad assumersi il merito, come ha detto con lungimiranza Elio
De Anna, «di pensare anche per gli altri veneti» sottoscrivendo senza
riserve l’accordo tecnico con la Fir. La sua leadership, già
indiscutibile sul piano tecnico ed economico, ne uscirà
inevitabilmente rafforzata anche sotto il profilo morale.
Dal canto suo non credo che la federazione abbia interesse ad
alimentare nuove turbolenze. Né che voglia ridurre i veneti a un
vassallaggio umiliante come qualcuno ha sospettato leggendo il
comunicato Fir che sembra contenere un diktat: o accettate le nostre
condizioni  o la franchigia ce la facciamo da soli. Alla lunga sarebbe
un grave errore, con effetti destabilizzanti vista la natura di una
terra che ha fatto delle libertà d’iniziativa il segreto del suo
modello economico. Per questo Dondi farebbe bene a mettere
pubblicamente termine a quello stillicidio di voci che vuole questo o
quel dirigente trevigiano nel mirino della Fir per motivi di potere o
di antipatie personali che nulla hanno a che vedere con questioni
tecniche e di professionalità.
Sono le condizioni basilari per preparare quel salto di qualità che la
palla ovale italiana attende. E che esige obiettivi chiari, unità di
intenti e compattezza. L’utilizzo delle competenze più alte e dei
migliori cervelli disponibili. Comportamenti trasparenti. Qualora
invece il vascello italiano dovesse finire in una nuova tempesta,
irlandesi, scozzesi e gallesi potrebbero stancarsi. E chiuderci le
porte. A quel punto però qualcuno dovrebbe assumersene le
responsabilità.


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