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[RUGBYLIST] Intervista a Mercier

Giorgio Betteto giorgioxt a email.it
Lun 18 Gen 2010 23:22:31 CET


Ciao a tutti da Giorgio
mi scuso di aver inviato due messaggi uguali ... non capivo se la list 
funzionava oppure no.

Sul "Petrarca rugby news" in distribuzione alla partita di Challenge c'è 
una interessante intervista a Mercier di fusetti
apertura e capitano del Petrarca, della quale mi è piaciuto soprattutto 
lo spirito del giocatore ...

La passione di Mercier
Gioca a rugby da 26 anni, ma ogni alle-
namento e ogni partita sono per lui un’emo-
zione nuova. Ludovic Mercier, classe ’76, a
Padova è diventato ormai il beniamino dei
tifosi, oltre che da quest’anno anche il ca-
pitano del Petrarca. Talento e personalità,
precisione e potenza nei calci. E ora Ludo-
vic è anche il giocatore che ha segnato più
punti nella storia della Challenge Cup euro-
pea. “Intanto sono molto felice che abbia-
mo battuto il Benetton la settimana scorsa in
campionato”, spiega il diretto interessato,
“perché Treviso è una delle favorite per vin-
cere nuovamente il Super 10, ha una rosa
di quasi 50 giocatori, e noi col cuore e
l’umiltà siamo riusciti a batterli. E poi vedo
che anche il 2010 è partito bene per il Pe-
trarca, e questo mi fa ben sperare”.
c’è troppa differenza tra campiona-
to italiano e coppe europee?
“Dipende. Da come le affronti, e da come
inizi la stagione. L’anno scorso, ad esem-
pio, avevamo battuto il Bourgoin, e gioca-
to con la speranza di qualificarci fin quasi
alla fine. Quest’anno, invece, non abbiamo
iniziato allo stesso modo. Potevamo vincere
contro il Newcastle, ma abbiamo perso. E
così abbiamo compromesso subito il cam-
mino”.
Quindi, contro Montauban, con qua-
le spirito si gioca?
“Il solito, per vincere. Sarà una partita nor-
male, di quelle in casa, per fare bella figu-
ra e accontentare i tifosi”.
Montauban, che squadra è?
“Buona. Stanno giocando abbastanza
bene, vorranno preparare al meglio i loro
impegni prossimi di campionato. Molto di-
pende anche dalla formazione che schie-
reranno, comunque si tratta di una società
con tradizione, e ambiziosa”.
Nostalgia della Francia, o delle altre
squadre estere con cui hai giocato?
“No, per niente. Ho scelto di cambiare Pa-
ese, la mia carriera mi ha portato in giro,
ho trascorso anni splendidi in Francia e
Inghilterra, e ora sto benissimo a Padova.
Guardo avanti, so che non mi restano molti
anni da giocatore, quindi a maggior ragio-
ne provo a dare sempre il massimo, a la-
sciare il segno in ogni partita, divertendomi
e giocando per la squadra”.
e lo spirito?
”E’ quello di sempre, solo con più esperien-
za sulle spalle. Vivo con grande serenità il
presente, mi diverto ad ogni partita, e in
ogni allenamento. Il gruppo cresce bene,
faccio parte con orgoglio di questa socie-
tà. Se posso portare un po’ del mio vissuto
ai compagni lo faccio, cerco di mettermi a
disposizione dei più giovani”.
Guardando indietro, cosa vedi?
”Vedo un Ludovic che ha iniziato a giocare
a 7 anni con l’Angouleme, che a 16 anni e
mezzo era già in Prima Squadra, nel cam-
pionato di Seconda Divisione, e che a 18
anni ha debuttato col Beziers nel massimo
campionato. In pratica sono in Prima Divi-
sione da 15 anni, che sono passati troppo
velocemente, quest6o è l’unico rammarico.
Forse poteva avere qualche soddisfazione
in più, ma è del tutto inutile recriminare. E’
troppo tardi per queste riflessioni, l’impor-
tante è il presente. E ancor di più il futuro”.
Tra le squadre con cui hai giocato,
qual è stata la più forte?
“Il campionato francese è difficile, Beziers
e Pau erano formazioni solide. Con il Glou-
cester ho vinto di più, una società ambizio-
sa, un gruppo dalla mentalità vincente, in
certi momenti oserei dire una corazzata. Il
primo anno abbiamo perso solo due partite
fuori casa in tutta la stagione, fantastico”.
Hai ancora voglia di vincere?
”Altrochè. Voglio ancora vincere qualcosa
di concreto. Quest’anno, se crediamo nei
nostri mezzi, possiamo toglierci soddisfa-
zioni, ne sono contento. L’ho detto anche

domenica ai compagni, prima di scendere
in campo con il Treviso, e poi alla fine in
spogliatoio. Tra dieci anni, se lo vogliamo,
potremo ricordarci questa stagione con or-
goglio, questo è il mio messaggio a tutti”.
I giovani?
”Sono molti e di qualità. A loro dico che tra
poco ci sarà la Coppa Italia, e che se gli al-
lenatori daranno qualche chances, devono
coglierle al volo, farsi trovare pronti. Devo-
no far capire che c’è voglia di emergere, a
patto di sacrificarsi, impegnarsi, e crescere
ancora ogni giorno, a piccoli passi. Il Pe-
trarca, su questo, ha potenzialità enormi.
La città è stupenda, l’ambiente ora è caldo
e positivo. Qualche dettaglio, e si potrebbe
fare un ulteriore salto di qualità, anche nei
risultati”.
Tra i club stranieri, chi citeresti ad
esempio?
“Tanti. Il Munster è vincente, come il Lein-
ster e il Tolosa, ad esempio. Tolosa ha una
società organizzata e solida, sono veri
professionisti. In Italia c’è ancora strada
da fare, non bisogna mai rilassarsi. Ogni
giorno occorre ripartire da capo, porsi un
obiettivo nuovo”.
e questo record di punti in challen-
ge cup?
”Significa che sono il più forte di tutti!
Scherzo. Per me questo traguardo è secon-
dario. Ne sono orgoglioso, ma guardo di
sfuggita queste cifre. Io gioco per vincere,
piazzo tra i pali per portare punti alla squa-
dra, non al mio curriculum”.
come nasce la tua passione per i
calci?
“Da sempre. Fin da piccolo mi piaceva
l’idea di ricoprire un ruolo centrale, da re-
gista. Toccare il pallone ad ogni azione,
calciarlo o passarlo, allenarsi per miglio-
rare potenza e precisione, mi ha sempre
affascinato. Certo, se fai bene, i tifosi ap-
plaudono, ma se sbagli, se ne accorgono
tutti immediatamente. Fa parte del fascino
del ruolo di apertura. Che spero di ricopri-
re ancora a lungo”.
Federico Fusetti


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