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[RUGBYLIST] Scudetto, Celtic e quant'altro

allrugby allrugby a gmail.com
Gio 3 Giu 2010 14:25:11 CEST


L'impatto con la nuova realtà sarà, credo, traumatico. Nonostante i
proclami, non vedo come le due compagini italiane possano arrivare
pronte ad un torneo così impegnativo come la Magners League. Ancora
troppo distanti, gli anglosassoni, dal nostro modo di fare e,
soprattutto, di pensare il rugby.
Certo, si potrà dire che, se mai si tenterà di esorcizzare l'orco,
questo continuerà ad emettere fiamme che ci bruceranno, ma allora sarà
meglio premunirci di scatoloni di pomata per le ustioni.
Ci vorrà un bel po' di tempo per assorbire, digerire e smaltire un
rugby che è ancora molto distante dal nostro.
Le nostre "franchigie" hanno la possibilità di schierare solo 5
stranieri: era forse più saggio dar loro, sotto quest'aspetto,
all'inizio, qualche chances in più, visto che per contratto o per
scelta, ancora molti dei nostri atleti della nazionale giocano
all'estero e che in Italia il talento è ancora scarsino. Come
fronteggiare compagini molto più attrezzate?
Le accademie non hanno reso secondo le aspettative; ora c'è Green come
responsabile della loro gestione. Mi auguro possa lavorare senza
condizionamenti, ma temo che la dittatura del palazzo calerà anche
sulle sue scelte.
I campetti di periferia non sono oggetto di particolari attenzioni da
parte dei cosiddetti "osservatori" che bazzicano sempre i medesimi
posti, sicuri che nei siti delle migliori si possano trovare anche i
giovani atleti più promettenti. Ma non è sempre così.
Il monitoraggio dev'essere capillare, completo, competente e
formalizzato; i presunti talenti devono essere seguiti anche e
soprattutto nel piano dell'educazione ed in quello scolastico. Devono
essere coltivati con la cura che si dedica ad una pianta rara, perchè
qui da noi sono merce rara.
La Celtic, o chi per essa, poi, li aiuterà a maturare in funzione
Nazionale, ma se tutto andasse bene, allora due sole franchigie
comincerebbero ad essere poche...
Qualche giorno fa, assistendo ad un allenamento di "under 18" di una
squadra dell'immediata periferia trevigiana, la mia attenzione si è
focalizzata su di una coppia di piloni: giganteschi, veloci,
coraggiosi, opportunisti. Roba da non credere. Attaccavano con una
disinvoltura disarmante, si rialzavano e si ripiazzavano in attesa del
nuovo attacco a raso pack, ricicli da applausi, difensività alle
stelle.
Ma sono anonimi. Restano e resteranno anonimi per tre motivi. Primo:
non c'è nessun responsabile FIR che li veda e li segnali. Secondo: ce
ne sono altri di più forti. Terzo: sono forti, ma altre pressioni li
fanno stare ai margini del rugby.
Vi assicuro che di gente giovane ne ho vista giocare, ma quei due
piloni  mi hanno veramente impressionato. E noi, invece, andiamo a
raccattarli in giro per il mondo! Guardiamoci intorno: anche qui da
noi potremmo avere talenti. Basta avere la volontà di trovarli.
Ciao.
Franco


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