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I: [RUGBYLIST] Parliamo di cose serie....

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mar 14 Feb 2012 12:54:27 CET


Diciamo che il gravissimo problema è sulla propriocettività.
Da qui nascono la difficoltà nel passaggio ma anche nei piegamenti, ecc ecc. Passando ormai un'infanzia "protetta" i bambini perdono il rapporto corpo spazio. Da ciò ne deriva l'importanza FONDAMENTALE dell'attività psicomotoria e poi sportiva. Indipendentemente dall'agonismo, che soddisfa altre necessità....
 
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY


Salvatore Messina

----- Messaggio inoltrato -----
Da: Andrew <jeppo678 a virgilio.it>
A: rugbylist a rugbylist.it 
Inviato: Martedì 14 Febbraio 2012 11:44
Oggetto: [RUGBYLIST] Parliamo di cose serie....
 
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Sarebbe interessante scoprire 
cosa pensano gli allenatori è l'elemento più debole delle capacità motorie dei 
bambini.
Spesso si parla di 
placcaggio, sostegno, corsa evasive e assetti simili, ma io personalmente penso 
che il peggio tecnica che ho incontrato in Italia è l'incapacità di cogliere e 
di passare la palla.
Spesso si nota che i bambini 
piccoli piacanno essere in grado di dimostrare una tecnica che mostra di essere 
superiori ai loro compagni di classe, in modo che quando vedono un allenatore 
mostrare la sua spavalderia facendo un passaggio ‘spirale’, questo può essere 
copiato e utilizzato anche quando è non è necessaria. L’allenatore è l'eroe del 
bambino, no? Hai anche visto l'allenatore ‘eroe’ calciare il pallone anche prima 
del riscaldamento, allora le bambini copiano? Non importa che la palla si 
arrivata in faccia d’un genitore al bordo campo!
Quindi, quando si comincia ad 
insegnare presa e passa? Quando i bambini hanno 12 o 13 anni? Vorrei suggerire 
che questo è troppo tardi, e devono cercare di prendere e passare quando hanno 5 
o 6 anni.
Il nostro progetto scuola qui 
vicino a San Benedetto del Tronto offre l'attività motoria ai bambini della 
scuola 1 ° e 2 ° elementare. Non giocano a rugby, ma prenda, passa, corrano, 
eludendo, segnano mete, e presto tutti riceveranno un attestato per riconoscere 
la loro partecipazione. Ci auguriamo che gli stessi bambini avranno una simile 
esperienza, ogni anno, dando così continuità al nostro lavoro. (Giusto 
per aggiungere, noi insegniamo 
anche un tipo di placcaggio, ma questa 
è un'altra storia ...)
Ripeto, non giocano a rugby, 
invece stanno avendo un esperienza con una palla ovale. Ma, da ascoltare questi 
bambini. Alcuni hanno visto la partita 6 Nazioni. Mi hanno detto ieri che 
avevano visto il rugby, ed i giocatori in TV aveva fatto alcune delle cose che 
loro fanno a scuola! Anche loro hanno giocato a rugby, come noi! Un insegnante 
mi disse che aveva visto la partita insieme al marito, e aveva capito di più 
grazie al nostro lavoro presso la scuola elementare.
Risultato? Credo di 
sì.
Jeppo 
From: Salvatore Messina 
Sent: Tuesday, February 14, 2012 11:02 AM
To: rugbylist a rugbylist.it 
Subject: I: R: Reply: RI: I: [RUGBYLIST] Parliamo di cose 
serie....
  Squadre 
e aziende di rugby in Italia - 
http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Ed aveva ragione!!!!!!!!!!!

Fare attività sportiva monodisciplinare, oltre ad essere dannoso per 
lo sviluppo del bambino, è controproducente in quanto genera assuefazione e 
noia. I bambini ed i ragazzi devono poter variare le esperienze per maturare ed 
il basso livello di attenzione è un accorgimento genetico per farlo. Facendo 
fare rugby dai 6 anni si ottengono giocatori con poca o scarsa capacità di 
analisi, oltre ad un mantenimento di errori posturali e tecnici, che si 
sarebbero potuti correggere in altri ambiti sportivi.


Purtroppo sul rugby di base c'è grande confusione e sono pochi ad 
avere le idee chiare ed ancora meno anche le competenze.

Diciamo, in linea di massima, che fino a circa 10 anni i ragazzi non 
dovrebbero praticare uno sport specifico ma un "multisport". Attività che 
dovrebbe essere svolta prevalentemente in ambito scolastico. Il sistema ottimale 
e che, per similitudine di ordinamento, si potrebbe applicare è quello francese. 
Purtroppo in Italia non c'è nessun interesse per l'attività psicomotoria ne, 
tantomeno, per l'attività sportiva. Di conseguenza sta alle capacità culturali, 
economiche e di tempo dei genitori far fare ai loro figli attività motoria od 
abbandonarli alla playstation (nelle città) o videopoker dei bar (nei 
paesini).
 
Premesso questo e dovendo offrire una proposta sportiva ad una 
ristretta elite di genitori le società sportive devono operare una scelta: sport 
educativo o agonistico?
All'estero le società sportive non devono fare la scelta in quanto lo 
sport educativo (di ogni disciplina convenzionata compreso il rugby) viene fatto 
a scuola mentre nel club si pratica l'agonismo. E' logico che il percorso di 
apprendimento tecnico viaggia, a questo punto, alla velocità della luce. Chi fa 
rugby per puro divertimento e crescita lo fa a scuola e poi nei piccoli club a 
livello amatoriale. Gli altri, che invece hanno passione e doti 
tecnico/atletiche, finiscono nel percorso delle accademy.

Da noi, invece, dai settori giovanili di Treviso a quelli del 
Passirano Marmorito, passando per Monza, i ragazzi finiscono in un unico 
calderone in cui il social sport, l'educativo e l'agonistico si mescolano per 
non dare un risultato valido in nessuna attività. Di conseguenza si ha il 
paradosso di società sportive con 200/300 ragazzini che viaggiano in serie C e 
che se vogliono salire di categoria devono ricorrere al mercato (purtroppo fino 
ad ora anche estero).

Come si esce da questo empasse?
La soluzione ce l'aveva data già vari anni fa il buon Jeppo, messa in 
pratica ai tempi a Viadana: cooperazione.

Oggi come oggi da noi la serie B ha un bacino di base non inferiore alla 
provincia. E' matematicamente inutile che più società competano tra di loro 
all'interno di questo territorio. Molto meglio unirsi e ridistribuire le 
competenze. Del tipo: seniores B e giovanili agonistiche al club-provincia, 
amatoriale locale ed educativo scolastico locale. In pratica in ogni comune la 
società "capogruppo" attua dei protocolli e convenzioni per fornire educatori 
sportivi agli enti scolastici. I ragazzi interessati all'agonismo vengono 
portati in società provinciale per l'attività sportiva, gli altri finiscono 
l'attività a scuola o fanno altro. Una volta finito il percorso scolastico, gli 
appassionati andranno a vedere le partite e, se vogliono continuare a praticare 
lo sport a livello di passatempo (rugby&salsiccia&3°tempo) lo faranno in 
squadre amatoriali sparse nel territorio, di rugby XV, VII o touch.
 
Poiché nel nostro paese la cooperazione è impossibile (pur avendo inventato 
le cooperative ma solo al fine di evadere il fisco), sono le società 
lungimiranti che devono riorganizzarsi in questo senso. Fondando delle "colonie" 
a livello locale; purtroppo anche scontrandosi con realtà già esistenti ma che 
non sono interessate a cooperare.
Molto di questo sta già avvenendo ma sotto traccia per ovvi motivi di 
interesse (io mi muovo senza dirti nulla così alla fine ti frego).
E' in questo che deve intervenire la FIR, lasciando perdere la manfrina 
delle obbligatorietà giovanili (chi vuole crescere anche economicamente le fa 
anche se non imposte) e obbligando delle "confederazioni" di società. Per farlo 
ci sono vari metodi. Io mi fermo qui....
 
 
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY


Salvatore Messina

----- Messaggio inoltrato -----
Da: "antoniomangano1962 a libero.it" 
<antoniomangano1962 a libero.it>
A: rugbylist a rugbylist.it 
Inviato: Martedì 14 Febbraio 2012 
9:04
Oggetto: R: Reply: RI: I: 
[RUGBYLIST] Parliamo di cose serie....

Squadre e aziende di 
rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Una 
volta posi il problema che il progetto rugby di base dovesse premiare e 
incentivare la under 10 e la 12. Lo scorso anno era così oggi si è tornato 
ad 
incentivare 14 e 16. Mi chiedo ma se negli sport di squadra dove 
eccelliamo si 
lavora e bene fin dagli 8 anni. Perché da noi ciò non è 
importante. Una volta 
un tecnico mi rispose che se lavori su un ragazzo di 8 
anni c'è il rischio che 
non vedrai giocare da senior. Non capii, ma mi 
toccai fortemente le palle e mi 
girai di spalle 
mugugnando;-)

>----Messaggio originale----
>Da: gaetano.palmiotto a fastwebnet.it
>Data: 
14/02/2012 8.52
>A: <rugbylist a rugbylist.it>
>Ogg: 
Reply: RI: I: [RUGBYLIST] Parliamo di cose serie....
>
>Squadre e 
aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.
it/it/aziende/trova/1?q=rugby
>__________________________________________
>Credo 
che serva anche un grosso cambiamento culturale in tutto ciò che 
dici.
>FInchè nel minirugby ci saranno squadre che impostano tutto il 
gioco sui due 
/ tre bravi o peggio ancora sui 2/3 grossi perchè l'obiettivo 
è vincere, non 
andremo molto 
lontani.
>
>
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