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I: R: R: [RUGBYLIST] Scozia Italia

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Lun 24 Giu 2013 17:44:00 CEST


Mi sembra un giudizio un po' qualunquista....
Siccome in Italia sono tutti lestofanti tanto vale farlo anche noi.

Non mi sembra che nelle altre nazioni le raccomandazioni non esistano. Parliamo poi di paesi come il Regno Unito dove al parlamento si accede per diritto di nascita.

Il boom economico italiano del dopoguerra si è fondato sul lavoro nero, la speculazione edilizia, le raccomandazioni politiche ed i finanziamenti esteri (oltre che della criminalità organizzata). Non sono così giovane da non ricordare le risate che ci facevamo da bambini guardando Totò vendere ad un turista la Fontana di Trevi.
Adesso invece ci incazziamo? Non è che in quegli anni c'erano soldi per tutti ed ora solo per pochi e questo ci rode?
Siamo veramente onesti in confronto ad una classe politica disonesta o solo ci da fastidio che non ci sia più posto per raccomandazioni a pioggia?

Quando insegniamo ad un bambino a giocare a rugby cosa ci aspettiamo?
Quanti allenatori non insegnano a correre perché è più "comodo" insegnare ruck e maul stando fermi in 5 metri quadrati 8magari anche solo inconsciamente)?

Chi ha avuto qualcosa da insegnare l'ha fatto e chi ha voluto imparare pure. Chi non ha imparato è solo perché non ha voluto. Chi vuole imparare anche oggi può farlo tranquillamente.
Villepreux è contattabile via mail e basta iscriversi al sito della federazione neozelandese per essere aggiornato sulle tecniche più moderne di allenamento.

La differenza sta solo nel fatto di voler raggiungere degli obbiettivi "indipendentemente" dalla difficoltà da superare per raggiungerli....
 
Qualcuno disse che: "Se vuoi ottenere qualcosa che non hai mai avuto devi essere pronto a fare qualcosa che non hai mai fatto".


Salvatore Messina

----- Messaggio inoltrato -----
Da: PAOLO BENAZZI <paolo.b a eutelia.com>
A: 'Salvatore Messina' <totorugby a yahoo.it> 
Inviato: Lunedì 24 Giugno 2013 17:18
Oggetto: R: R: [RUGBYLIST] Scozia Italia
 


 
Sono perfettamente d’accordo con te.
A parte Coste che ha lavorato di più con i Seniores, ritengo che l’unico
che in Italia ha fatto veramente quello che serviva sia stato Pierre
Villepreux. Il problema è che la nostra Fir è come il nostro parlamento, entri
solo se sei l’amico dell’amico e ad allenare l’alto livello
ci sono tanti incapaci con però un ottimo stipendio ed in effetti le persone
che dovrebbero essere in quei posti vengono regolarmente cacciate.
Buona parte degli allenatori stranieri non
sono proprio nemmeno stati ascoltati perché qualcuno di buono era pure venuto.
Così passa il tempo e si sprecano soldi e
che in pochi si accorgano di questo è la prova di che pochezza c’è in
giro. Si accontentano ancora di un pacco pre elettorale invece di fare la
rivoluzione.
Quando mai potremo crescere in questo
modo.
Saluti,
Paolo
 

________________________________
 
Da:rugbylist-bounces a rugbylist.it
[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per
conto di Salvatore Messina
Inviato: lunedì 24 giugno 2013
11:46
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: I: R: [RUGBYLIST] Scozia
Italia
 
Il
problema BASE è che in Italia non si conosce affatto il rugby, inteso come
tecnica individuale/collettiva e come strategia di gioco.
I molti e bravi allenatori stranieri
hanno lasciato nulla o molto poco.
 
A parte un tentativo con Coste e, più
indietro nel tempo, con Villepreux non si è mai costituita una "scuola
tecnica" vera.
Come possiamo insegnare a giocare bene se
chi lo insegna (salvo rare eccezioni) non conosce nemmeno lui i gesti tecnici?
Come si fa a capire se un ragazzo di
17/18 anni può diventare un campione (e quindi inserirlo in un programma di
preparazione specifico in modo da averlo pronto per l'alto livello
internazionale a 20/21 anni) se chi osserva non sa nemmeno cosa sono i
parametri di accrescimento corporeo e sviluppo psico/fisico?
 
E sto parlando di nazionale....
Figuriamoci a livello di rugby di
base!!!!!
 
L'altro giorno ho visionato insieme ad un
genitore una serie di filmati relativi ad un torneo U8 a cui partecipava il
figlio (molto promettente). Su circa 10 minuti di registrazione di ogni partita
l'80% era relativa al saluto iniziale ed a quello finale. Mentre queste erano
in presa ravvicinata le riprese relative al gioco erano a campo largo e
distante (persino il genitore faceva fatica a riconoscere il figlio). In
sottofondo si sentiva l'allenatore che urlava consigli del tipo: "su,
su!", "avanza", "aiutalo", "spingi".... Con
critica finale al ragazzo perché, grande e grosso, non entrava nei
"raggruppamenti" (quelle masse informi di bambini tipiche del
propaganda).
Io ho giocato qualche anno e,
sinceramente, avrei fatto fatica a capire il soggetto di riferimento delle
indicazioni di un siffatto "allenatore".
Parlando con il bambino sul fatto che non
entrasse nelle "mischie" (il suo allenatore ai genitori aveva detto
che "è grande e grosso ma ha paura", facendoli preoccupare) questi mi
ha risposto: "tutti i miei compagni erano dentro il raggruppamento e se la
palla usciva io ero pronto a placcare od ad attaccare". Io allora gli ho
chiesto come mai, essendo lui il più, forte non prendesse la palla per primo
così da non aver bisogno di mettere nel raggruppamento tanti altri compagni e
lui mi ha risposto: "io volevo ma l'allenatore/arbitro non mi dava ma i la
palla perché ero il più grosso e la dava ai più piccolini che hanno paura a
giocare per primi".
 
In Italia non siamo alla carenza di basi
tecniche ma alla carenza di coerenza in assoluto....
 
Salvatore
Messina
-----
Messaggio inoltrato -----
Da:"antoniomangano1962 a libero.it" <antoniomangano1962 a libero.it>
A: totorugby a yahoo.it;
"rugbylist a rugbylist.it" <rugbylist a rugbylist.it> 
Inviato: Lunedì 24 Giugno 2013
10:02
Oggetto: R: [RUGBYLIST] Scozia
Italia
 
Concordo
su molte cose soprattutto sul punto 3 e sul 2. Ma bisogna fare anche un'analisi
diversa. A giugno si può anche staccarsi dalla singola partita e guardare ad
altro. Mi spiego. E' vero che la Scozia aveva i migliori con i Lions ma noi ne
abbiamo cambiati un "tot". Ora bisogna intendersi su chi sono i
cosiddetti "titolari" e chi "le cosidette seconde scelte".
Il problema sta qua. C'è in qualcuno un affaticamento notevole che va oltre ma
anche un certo utilizzo eccessivo. Contratti? mancanze di alternative? boh.
Comunque bisogna ricordarsi che solo qualche anno fa se non giocavamo con la
Scozia con i 15 "quelli giusti" erano c...amari e quando vincevamo
era perché quei 15 li avevamo gestiti negli incontri precedenti. Oggi possiamo
giocarci cambiando buona parte dei senatori. Prima fatta salva una vittoria con
l'Inghilterra con la A erano dolori. Oggi bene o male mettiamo in campo una
dignitosa "Emergenti". Il problema è come dice Salvatore bisogna far
giocare i giovani quelli veri. Che da noi maturano dopo. Forse occorre che si
metta mani prima ancora dell'eccellenza o TopX che dir si voglia al
campionato under 18/20 e all'utilizzo in eccellenza dei migliori
prospetti. Il campionato 18/20 è il nostro ventre molle. 
----Messaggio
originale----
>Da: totorugby a yahoo.it
>Data: 23/06/2013 17.54
>A: "rugbylist a rugbylist.it"<rugbylist a rugbylist.it>
>Ogg: I: [RUGBYLIST] Scozia Italia
>Non
volevo commentare nulla ma il fatto che ci sia qualcuno come Giandomenico che
pare abbia visto la partita mi ha fatto cambiare idea.
> 
>Questo
tour conferma alcune cose:
>1. L'apporto di Brunel è minimo. Lontano dai tecnici di Treviso i
nostri giocatori perdono concentrazione, automatismi e piano di gioco. Non so
se sia colpa del tecnico francese o dell'ambiente azzurro ma i risultati sono
evidenti. Il Sudafrica in piena preparazione era evidentemente fuori dalla
nostra portata ma Samoa e, sopratutto, la Scozia senza i migliori giocatori
nazionali (mentre noi eravamo al completo a parte alcune scelte
"scellerate") erano ampiamente alla nostra portata.
>2. Se
non si sperimentano i giovani (quelli veri) in questi incontri con la scusa di
dover fare il risultato e poi i risultati non arrivano si è completamente fuori
strada in prospettiva futura.
>3. L'attaccamento
alla mischia chiusa è condivisibile ma l'incidenza di questa nel rugby moderno
è minima. A parte quando si gioca a 5 mt dalla linea di meta è solo un
"esercizio di stile". Se devo impegare 8 uomini per fare spettacolo
per poi non riuscire a giocare un pallone di qualità in avanzamento perché le
terze avversarie non vengono coinvolte, l'unico risultato è di avere 5 uomini
che camminano e non riescono ad essere incisivi nei punti d'incontro. Roba che
nemmeno in serie C si vede (anche grazie ad un regolamento che favorisce
l'azione oltre le rimesse in gioco).
>4. Discorso diverso è la rimessa
laterale, rimessa in gioco dinamica e strettamente collegata all'azione palla
in mano. A quanto pare a noi italiani, però, questa non interessa e non
l'alleniamo.
> 
>Che
dire ancora?
>Se
fosse vero che la stanchezza ha influito sulla prestazione, come mai i Lions
viaggiano a velocità stratosferiche? Forse che i samoani non erano impiegati
nei campionati inglese e francese?
> 
>Probabilmente però io non sono un
esperto... Magari non ho osservato con attenzione gli inni nazionali...
> 
>P.S.
Per favore Sigg. di SKY, se volete invitare ancora a commentare le partite
Bergamasco, fategli trovare le risposte già scritte da qualcuno con un po' di
esperienza. O al massimo che faccia solo gli stacchetti musicali come a
"Striscia la Notizia" fanno le veline... 
> 
>Salvatore
Messina
>-----
Messaggio inoltrato -----
>Da:Gian Domenico Mazzocato
<giandoscriba a giandomenicomazzocato.it>
>A: RUGBYLIST <rugbylist a rugbylist.it> 
>Inviato: Domenica 23 Giugno 2013
17:15
>Oggetto: [RUGBYLIST] Scozia Italia
> 
>Scusatemi, io ho visto una squadra molle (Italia)
contrapposta ad una Scozia dai punti deboli evidenti, ma non presi di mira. Nel
contesto delle durissime sconfitte da SA e Samoa (questa davvera una bastonata
nei modi e nelle misure) non vedo che ci sia da vedere in termini di progresso.
>Certo, il passo più lungo della gamba.
>All ItalTreviso si chiede Heineken, Celtic, 6
Nazioni, tour vari. 
>Che si vuole, anche un polmone?
>Quella sconfitta con la Scozia è l'immagine di un
gigante (un gigantino toh) dai piedi di argilla che si regge su alcuni
paradossi: un solo club a dare il nucleo della squadra, qualche senatore che
sta spendendo le ultime monetine, quel club allenato da una scuola con cui
Brunel non va certo d'accordo. 
>Il gigantino cade spesso e si fa un mare di male.
>gian domenico
> 
>vieni a trovarmi nel mio sito
>http://www.giandomenicomazzocato.it/
>i miei libri, le conferenze, 
>i miei diari di viaggio,
>gli appuntamenti e tanto altro
> 
>scrivimi
>giandoscriba a giandomenicomazzocato.it
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