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[RUGBYLIST] CI E' ANDATA BENE

Gian Domenico Mazzocato giandoscriba a giandomenicomazzocato.it
Dom 24 Nov 2013 09:57:54 CET


mi chiedo come mai noi appassionati di rugby ci creiamo oggi delle aspettative che un tempo non erano le nostre.

È vero: un atteggiamento come il mio può essere sgradevole. Può sembrare pregiudizialmente ostile (per quali motivi, poi?).

Ma non parlo per disfattismo o disprezzo. Ci sono anche (è il mio caso) disperazione, impotenza, amore deluso ogni volta, amarezza.

Mi chiedo. Davvero abbiamo fatto tanti progressi?
In 14 anni di 6 Nazioni:

1)     Le distanze con le grandissime (Nuova Zelanda, Sudafrica, Australia, Inghilterra ) sono rimaste siderali;

2)   Nel quadro europeo non ci siamo mossi dal nostro posto quanto a scala di valori. Prestazioni di grazia come contro la Francia sono episodi più unici che rari;

3)    Nel ranking mondiale siamo sempre lì, sul guado, nel limbo;

4)   In nessun mondiale abbiamo superato il primo turno; 

5)   Il nostro massimo campionato esprime un rugby di valore complessivamente modestissimo. Le prime 4 raccolgono, se va bene, qualche bonus difensivo nella più modesta delle coppe europee (e i club italiani dimostrano chiaramente di sentire la partecipazione al terzo torneo europeo più come un peso -economico, tecnico, organizzativo- che come una occasione per crescere);

6)   Abbiamo un sistema di accademie che indubbiamente regala molti posti di lavoro a tecnici disoccupati ma che ci fa perdere una generazione di rugbisti dietro l'altra (guarda i mundialiti di categoria). Un vero buco nero, una situazione da rivoltare come un calzino e da ricostruire dalle fondamenta. Nelle premesse e nella sua filosofia, certamente. 

7)    Abbiamo una nazionale che è espressione, diciamo a voler esser buoni, di una franchigia e mezzo (in realtà si tratta in gran parte dei giocatori trevigiani che cambiano maglia). Un sistema di una fragilità assoluta. Se il giocattolo Benetton si rompe (un po' si sta già rompendo) andiamo a fondo come se avessimo una palla  di piombo al piede. Chi non vede (o finge di non vedere) questo vuol dire che sta scavando la fossa per seppellire per sempre il nostro rugby.

8)    Abbiamo allargato e organizzato lo staff azzurro. Col risultato che chi prepara la mischia ha ieri mandato in campo un pacchetto che ha disputato una prova indecente. Un malessere che non è di ieri e che è stato accentuato dalle nuove regole di ingaggio (ma la touche? Ma i raggruppamenti in gioco aperto? Qui le nuove regole non entrano). Con due leader, Parisse e Castrogiovanni, spesso inguardabili (soprattutto il secondo), talora perfino imbarazzanti, sicuramente al capolinea dal punto di vista anagrafico.

 

Complessivamente a me pare che 14 anni di 6 Nazioni non avrebbero potuto essere spesi peggio. 
Penso anche (soprattutto, anzi) ai tornei del 6N riservati alle categorie di età. 
Certo: ci siamo mossi e abbiamo progredito.
Ma abbiamo mosso qualche incerto passo (talora da gamberi) dove tutto il resto del mondo ha corso.
In presenza, ricordiamolo, di un bilancio floridissimo e di risorse notevoli.

gian domenico mazzocato

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