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[RUGBYLIST] R: Re: I: R: I: R: I: R: Doloroso consuntivo.

ilfalco7 ilfalco7 a libero.it
Gio 26 Mar 2015 07:37:11 CET


Che cosa bellissima mi hai ricordata.
Ero un 21enne studente dell isef e già allenavo.
Quel convegno aperto a tutti fu fantastico.
Mi ricordo la relazione sulle capacita necessarie nei diversi ruoli ed il lavoro delle caratteristiche ruolo x ruolo e dei capitani.


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<div>-------- Messaggio originale --------</div><div>Da: anna maria <begione11 a yahoo.it> </div><div>Data:25/03/2015  18:32  (GMT+01:00) </div><div>A: rugbylist a rugbylist.it </div><div>Oggetto: Re: [RUGBYLIST] I:  R:  I:  R:  I:  R:  Doloroso consuntivo. </div><div>
</div>Innanzitutto vorrei chiedere gentilmente a Sonego come mai ricevo i messaggi in triplice copia?
Dopo di ché mi stimola il dibattito sul doping e sul livello dei tecnici italiani che è seguito al mio commento sul "bilancio azzurro 6nazioni 2015" nel quale ho imperdonabilmente dimenticato di sottolineare la splendida performance delle <ragazze> uniche a tenere alto il vessillo tricolore nella stagione che va a concludersi.
Mi auguro che le "voci" in merito alla possibilità che fuori dal nostro Paese ci siano rugbisti che si 'dopano' sia infondata, altrimenti non saprei perdonarmi le  accuse agli azzurri -di mancanza di professionalità al cospetto di avversari che nella endurance hanno, come minimo, due marce in più -che vado facendo ormai da una decina di anni. Ma è possibile che gli italiani che giocano all'estero nelle formazioni che forniscono i nazionali alle partecipanti al 6Nazioni, se fosse vero, non ne siano a conoscenza?
Per ciò che riguarda i tecnici voglio brevemente ricordare l'impulso dato nei primi anni Ottanta al rugby del Bel Paese in seguito al "1° Convegno Mondiale sul Gioco del Rugby" tenutosi a Roma nel 1981 e al quale furono invitati  i più quotati tecnici dei due Emisferi che tennero relazioni, sulle varie fasi del gioco il mattino poi illustrate sul campo nel pomeriggio, a un numeroso gruppo di allenatori italiani. Non sarebbe forse il caso, dopo 35anni, di riproporre un aggiornamento?

romano rambaldi 
   



Il Mercoledì 25 Marzo 2015 17:16, "tizianotaccola1 a alice.it" <tizianotaccola1 a alice.it> ha scritto:


Appunto. In Italia.
Cari saluti 
14Cavallopazzo

----Messaggio originale----
Da: ilfalco7 a libero.it
Data: 25-mar-2015 16.30
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R:  I: R: I: R: Doloroso consuntivo.

Non si vuole negare il probl del dooping.
Solo che in alcuni sport è sistematico xche cambia completamente i valori in campo.
Ma i controlli ci sono. Nel mio club 10 giorni fa sono venuti sul campo di allenamento hanno sorteggiato 4 giocatori ed eseguito il controllo. L organismo che li fa non è solo italiano.
Ripeto questo non esclude a priori. Ma dire che è sistematico e attribbuire tutte le prestazioni a questo è fuorviante oltreché falso.
Ho avuto il piacere di stare negli staff della naz i primi 5 VI naz e posso dire x certo che non esisteva in maniera assoluta nessun tipo di "aiuto" illegale da parte di staff o chicchessia. 
Poi che un giocatore possa averne fatto uso ci può stare ma i controlli c erano sempre.


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-------- Messaggio originale --------
Da: tizianotaccola1 a alice.it
Data:25/03/2015 15:26 (GMT+01:00)
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] I: R: I: R: Doloroso consuntivo.

TERRENO MINATO: PERICOLO DI MORTE

Calma, leggere attentamente. 
Intanto sono già diversi giocatori nazionali di vari Paesi che cominciano a parlare.
Dicono che si sono dopati su "consiglio" dei medici di federazione.
Non so se sia già uscito o uscirà a giorni il libro-verità di un giocatore francese
che confessa di essersi dopato e dichiara che questa è prassi comune, e non è il 
primo che fa queste affermazioni. Dice che altrimenti certi ritmi di corsa per 80', insieme
a mischie, touches, maul, ruck e placcaggi non si potrebbero reggere.
Sappiamo che nei paesi anglosassoni il moralismo sul doping è molto diverso dal nostro.
Tutto questo mi fa pensare che all'estero ci sia un uso di doping assai diffuso.
Detto questo non affermo che i nostri non si dopano. Comunque reggono solo un tempo.
Quanto ai controlli penso ai ciclisti che vengono controllati dalla federazione, solo che quando negli alberghi
del Giro d'Italia capita la Guardia di Finanza, dalle finestre volano quintali di siringhe e di flaconi.
Allora che controlli sono?
Un caro saluto da 14Cavallopazzo


----Messaggio originale----
Da: ilfalco7 a libero.it
Data: 25-mar-2015 12.15
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: I:  R: Doloroso consuntivo.

Trovo un po triste risolvere dicendo gli altri si dopano noi no.
I giocatori in europa sono controllati e x me il vero dooping è piu in basso dove i controlli non ci sono.

Premesso che sono altrettanto deluso da questa italia un cambiamento c è stato.
Abbiamo cominciato a segnare molto di più in termini di mete. 
Guardate gli ultimi 5 anni.
Ma la scarsa capacità nel restare nel match certo è preoccupante.


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-------- Messaggio originale --------
Da: tizianotaccola1 a alice.it
Data:25/03/2015 08:17 (GMT+01:00)
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] I: R:  Doloroso consuntivo.


Concordo. E' anche vero che il gioco espresso dalla nazionale italiana non evolve più da 4-5 anni.
Solo il primo anno di Brunel ci ha insegnato qualcosa, che in seguito si è esaurito. Siamo rimasti al palo.
Mentre le altre nazionali hanno progredito verso un rugby "totale" dove gli avanti diventano all'occorrenza trequarti, noi
siamo rimasti al "carrettino". Non sono molto sicuro che i nostri tecnici abbiano bisogno di essere istruiti dai tecnici stranieri.
Penso invece che nelle stanze di comando ci sia qualcosa che impedisca ad allenatori preparati, tecnici bravi, preparatori fisici quotati
di esprimersi. Penso anche che le altre squadre si dopino allegramente. La nostra non so, ma poichè regge solo un tempo,
questo mi fa propendere verso il no.
Ecco, se si premette questa ipotesi, tutto si spiegherebbe, tutto sarebbe più decifrabile: questo però è un terreno ipotetico
e minato al massimo. Chi tocca muore.
Un caro saluto
14cavallopazzo
----Messaggio originale----
Da: jxcira a tin.it
Data: 24-mar-2015 22.21
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: Doloroso consuntivo.

-->
La sconfitta contro il Galles è indubbiamente stata bruciante e si torna a parlare di una Italia marginale nel panorama internazionale. L’articolo di Repubblica fa un po’ da eco a ciò che si potrebbe chiamare l’abbassamento tendenziale del “rating” dell’Italia.
A mio parere, come sempre accade a noi italiani in situazioni di notevole sconfitta, si sta anche esagerando.
Non voglio entrare troppo nel merito delle classifiche dell’IRB, ma francamente, ad esempio, la posizione della Georgia è decisamente sopravvalutata visto che questa squadra, in crescita indubbia dalla fine degli anni novanta, grazie principalmente ad un allenatore francese, non ha mai battuto una grande del rugby mondiale (e mi pare solo una volta ha prevalso molto strettamente su Samoa). Per quanto riguarda il 6 Nazioni, a prescindere dalle classifiche e dai cucchiai, vorrei osservare come nel confronto con la Scozia dal 2000 in poi noi (compreso il 2015) abbiamo segnato 97 mete contro 91: nella classifica dei punti la Scozia è davanti non di molto perché, evidentemente, ha dei migliori calciatori (Ragazzi, ma vi rendete conto dell’uscita di Dominguez e Troncon?) . Prima di dire che “non siamo più nulla”, come si legge nel web, rifletterei. L’articolo di Repubblica, più che guardare al futuro, attacca frontalmente il centralismo federale e formula un'unica proposta: quella di importare allenatori stranieri e di assegnarli ai nostri migliori talenti: appoggio senz’altro questa proposta, ma che respiro può avere a lungo termine? Il rugby è cultura, e la cultura parte dal basso, e non bastano gli assi del volante per vincere!
Tempo fa, attirato dal fenomeno Sassari, ho guardato sul web gli impianti sportivi della città. Ce ne sono molti ed anche molto belli oltre al basket fenomenale, ma l’unico per il rugby mi pare che sia un campetto spelacchiato fuori città. Io penso che praticare il rugby in condizioni così disagiate è un miracolo che fa enorme onore ai praticanti. Ma perché mettere sempre sotto inchiesta la federazione? Cosa dire allora dei sindaci locali che puntano talvolta alla gran cassa? Cosa dire del CONI? Cosa dire di tante autorità latitanti non solo verso il rugby ma verso ogni spinta civile dei cittadini e verso le TV locali etc … ?
Che il problema tecnico dell’Italia sia così catastrofico come un certo lamento sta sostenendo, questo è discutibile. Sconfitte del tipo 61-20 capitano, l’ultima in Galles-Scozia nel 2014. La vera variabile in gioco è la caduta verticale della tensione, innanzitutto fisica e nel gioco di piede, che sembra prendere la nostra squadra quando l’avversario segna mete vicinissime. Io sono convinto che questa riduzione di impegno/resistenza dei giocatori sia innanzitutto fisica: a parte sospetti di doping, i nostri nazionali non si allenano abbastanza e non passano sufficiente tempo nell’ambiente azzurro. Qui c’è un abisso rispetto all’Inghilterra dove il CT può fare letteralmente quello che vuole della sua rosa allargata. E la differenza si vede: francesi debordati.
Abbiamo iniziato il 6 Nazioni 2015 contro l’Irlanda. Cioè contro il vincitore dell’edizione di quest’anno. Francamente mi trovavo credo nella curva giusta di quel match e non mi sembra di aver visto un crollo dello schieramento. Più che per gli errori sicuramente commessi dall’apertura, manchiamo quasi totalmente di pressione in fasi critiche dei match. A quel punto andiamo sotto anche nelle touches, punto fondamentale per il morale di una squadra di rugby.
A mio parere, la nazionale deve prevalere su ogni altra esigenza di campionato o di banali test match dove tutto ruota e fa girare la testa.
g. ciraolo
 
 
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di pierofilotico a gmail.com
Inviato: martedì 24 marzo 2015 16:44
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] Doloroso consuntivo.
 
Ieri su Repubblica c'era questo lungo articolo. Un bilancio fallimentare, direi.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/03/23/mezzo-miliardo-per-63-ko-il-bilancio-da-piangere-del-rugby-made-in-italy44.html?ref=search







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