<br>Poichè vedo che l'oggetto della mail rimane : "domanda", cercherò di farne una molto semplice: in Italia c'è spazio<div>per il rugby professionistico? Forse più che spazio dovevo chiedere: ci sono le risorse economiche per il rugby professionistico?</div><div>Per quel che ne capisco io ci sono le risorse per un rugby di basso livello. In Eccellenza sono poche le squadre che possono</div><div>permettersi di pagare tutta la rosa dei giocatori facendo sì che questi giocatori non abbiano bisogno di avere attività remunerative</div><div>e che possano allenarsi a tempo pieno, mattina e pomeriggio comprese le lezioni teoriche, per 5 giorni la settimana.</div><div>Le società di Eccellenza difficilmente riescono ad avere bilanci in attivo, vuoi perchè il numero degli spettatori è basso, </div><div>vuoi perchè gli sponsor non elargiscono denari oltre una certa cifra. Il dito nella piaga ce l'ha messo ultimamente Cavinato</div><div>quando afferma che l'unica squadra paragonabile al professionismo sono le Fiamme Oro. I suoi giocatori possono allenarsi</div><div>quotidianamente mattina e pomeriggio poichè sono dei poliziotti che fanno parte del "gruppo" sportivo e godono di una certa autonomia</div><div>rispetto al corpo vero e proprio di polizia. </div><div>Detto questo appare evidente che gli stranieri, che le nostre società di Eccellenza possono permettersi, sono del livello pari alle disponibilità economiche.</div><div>I giocatori stranieri offrono alle squadre in cui militano le loro qualità tecniche ed atletiche innalzando notevolmente il potenziale della squadra.</div><div>Da noi non verranno certamente dei Giteau, degli Armitage, dei Wilckinson, dei Botha ecc. ecc... Non ce lo possiamo permettere in termini di soldi.</div><div>Parliamo di professionismo. Io credo che se una società rugbystica italiana potesse disporre del budget di cui ha la disponibilità il Tolone, o il Clérmont </div><div>oppure il Paris di Parisse, in pochi anni potrebbe certamente competere con queste squadre.</div><div>Inoltre i nostri più bravi giocatori sono attratti dai contratti che vengono proposti loro in paesi dove il rugby è seguito da milioni di persone e dove</div><div>gli stadi sono pieni e dove gli sponsor sborsano cifre che in Italia manco ci immaginiamo. Se ne vanno giustamente a guadagnare di più: sono dei professionisti.</div><div>Preso atto che in Italia non ci sono soldi sufficienti a mantenere i campioni, si è cercato di creare almeno due squadre con dei veri giocatori professionisti.</div><div>Le Zebre e la Benetton Treviso. La prima è una franchigia federale, la seconda è finanziata (adesso in parte) dallo sponsor. Ma non hanno certo il</div><div>budget delle squadre francesi o inglesi. Però hanno molto di più delle squadre di Eccellenza. </div><div>Io sono convinto che da questa realtà di risorse inferiori rispetto alle, anche, altre squadre del PRO12, determini il fatto che gli stranieri, i quali</div><div>dovrebbero elevare il tasso tecnico <span style="font-size: 12px;">delle due squadre italiane che possiamo attirare, sono di livello inferiore, ed i giocatori italiani più di tanto,</span></div><div><span style="font-size: 12px;">pertanto, non possano crescere.</span></div><div><span style="font-size: 12px;">Non a caso tutti i campionati PRO12 negli ultimi anni le vedono militare in fondo alla classifica. E pertanto appare logico che se i nostri giocatori sono ultimi</span></div><div><span style="font-size: 12px;">in classifica nel PRO12 saranno ultimi anche nel 6 Nazioni. Noi siamo entrati nel PRO12 proprio per cercare di elevare i nostri giocatori a dei</span></div><div><span style="font-size: 12px;">livelli di ritmo e di tenuta fisica e di tecnica al cospetto delle squadre celtiche, al fine di garantire giocatori ad una Nazionale di livello </span></div><div><span style="font-size: 12px;">accettabile che militi nel 6Nazioni con dignità. </span></div><div><span style="font-size: 12px;">Detto questo ed accettato questi miei pensieri, poichè qualcuno in list ha adombrato l'eventualità che la Romania domenica ci batta, conquistando da subito</span></div><div><span style="font-size: 12px;">il diritto a partecipare ai prossimi Mondiali, da cui deriverebbe una pretesa rumena di giocare lei il 6Nazioni ( a torto o a ragione) al nostro posto,</span></div><div><span style="font-size: 12px;">a queste considerazioni ipotetiche ho risposto che se uscissimo mai dal 6 Nazioni potrebbe essere la fine del professionismo vero. Esagerando ho</span></div><div><span style="font-size: 12px;">insinuato un ritorno al rugby panino e frittata, quello dei miei tempi. Che non è da condannare, perbacco! Però è un rugby diverso.</span></div><div><span style="font-size: 12px;">Non mi dite che quando si guarda in televisione una partita del campionato francese e la si paragona ad una partita di Eccellenza,</span></div><div>non ci sia una bella differenza. Se vogliamo fare parte di quei paesi che hanno una organizzazione rugbystica professionistica non</div><div>possiamo fare a meno della PRO12. Almeno allo stato attuale. Sono convinto che in Italia non ci sono sponsor (=soldi) sufficienti</div><div>per mantenere 10 squadre veramente professionistiche che danno vita al campionato Eccellenza. </div><div>Nel professionismo è soprattutto questioni di soldi, in tutti gli sport. Chi paga di più ha i migliori campioni.</div><div>Quello che dice Giovanni e cioè:</div><div>" <span style="font-size: 12px;"> </span><span style="font-size: 12px;">Come dire, siccome non siamo capaci di creare in Italia un campionato di alto livello, facciamo in modo di avere un paio di "supersquadre" che partecipano a questo "campionato" internazionale, così ci illudiamo di avere un movimento di alto livello. Ma così riveliamo soltanto la nostra incapacità."</span></div><div><span style="font-size: 12px;">lo condivido, è vero. Il fatto è che non siamo capaci perchè non ci sono i soldi. Il movimento rugbystico del livello dell'Eccellenza non attira gli spettatori, figuriamoci gli sponsor.</span></div><div><span style="font-size: 12px;">Diceva mio nonno: senza lilleri, non si lallera!</span></div><div>Scusate se sono stato prolisso, ma volevo chiarire bene il mio pensiero a Giovanni, soprattutto per la stima che gli porto.</div><div>Un caro saluto da 14Cavallopazzo</div><div><span style="font-size: 12px;"><br></span></div><div><br></div><div><br></div><div><br></div><div><br>
<blockquote>
----Messaggio originale----<br>
Da: giovanni@sonego.net<br>
Data: 9-ott-2015 11.17<br>
A: <rugbylist@rugbylist.it><br>
Ogg: Re: [RUGBYLIST] R: R: domanda<br>
<br>
<!--
-->
<div class="moz-cite-prefix"><a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:tizianotaccola1@alice.it">tizianotaccola1@alice.it</a> ha scritto il
07/10/2015 alle 21:05:<br>
</div>
<blockquote cite="mid:15043b200f8.tizianotaccola1@alice.it" type="cite">Se usciamo dal Sei Nazioni, per il nostro rugby è
davvero finita.
<div>Usciremo dalla PRO 12 e torneremo in pochi anni al rugby
panino e frittata.</div>
</blockquote>
<br>
A parte il fatto che non vedo la relazione tra i due eventi (uscita
dal sei nazioni e dalla pro12, intendo).<br>
A parte il fatto che non vedo neppure la necessita' di partecipare
al pro12 per ottenere l'alto livello. Anzi, per me la PRO12, è un
po' un ripiego. Come dire, siccome non siamo capaci di creare in
Italia un campionato di alto livello, facciamo in modo di avere un
paio di "supersquadre" che partecipano a questo "campionato"
internazionale, così ci illudiamo di avere un movimento di alto
livello. Ma così riveliamo soltanto la nostra incapacità. E' il
campionato nazionale il vero motore e indicatore del livello in cui
si trova uno sport. Se non abbiamo un campionato di alto livello, è
solo perché il livello nostro rugby è livello basso. Punto. Per
migliorarlo dobbiamo, è necessario, è indispensabile, passare per il
miglioramento del campionato nazionale, dell'organizzazione di
promozioni e retrocessioni (meritocrazia?). Il PRO12 è un tampone.
In Italia è pure un tampone malfatto.<br>
<br>
Comunque, a parte queste considerazioni, a me il rugby panino e
frittata piace molto.<br>
<br>
Ciao<br>
Giovanni Sonego<br>
<br>
</blockquote><br>
</div>