R: [RUGBYLIST] Haka al femminile

[Pier Luigi Maciocia]

mi viene in mente quella pubblicità del wiskey W.L che contrappone  i
giocatori scozzesi agli A.B. che alla fine dell'haka alzano il gonnellino e,
come noto, sotto il gonnellino ...niente

plm



-----Messaggio originale-----
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di allrugby
Inviato: giovedì 6 luglio 2006 22.04
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] Haka al femminile

La Fiat ha voluto pubblicizzare una sua auto con l'Haka al femminile,
probabilmente per far intendere che la tecnologia usata nella costruzione
del veicolo è simile a quella che usavano i guerrieri Maori per accendere il
fuoco primitivo. Già una lancia o una freccia dell'epoca sarebbero
innovativamente stupefacenti al cospetto della quattro cilindri ed un cono
rovesciato della casa torinese che ha pensato questa macchina per il grosso
pubblico: intesa come monoposto adatta a persone con problemi di peso in
eccesso.
La Fiat aveva pensato, per la nuova auto,  anche ad un "Flowers of Scotland"
suonato esclusivamente con tromboni tirolesi, tanto per diversificare.
Purtroppo, invece di suscitare un entusiasmo da stadio, i tromboni stessi si
sono sentiti offesi di reclamizzare, tramite un inno sacro al rugby, un
sarcofago a motore, aerodinamico come un mattone e veloce come un bradipo.
La casa torinese aveva, infine, pensato ad una rèclame che raffigurasse il
trifoglio, il cardo, la rosa ed un galletto: un buontempone l'ha dissuasa
facendo notare che, con una bella guarnizione di trifoglio ed una rosa a
centrotavola, anzichè ad una macchina, seppur molto approssimativa, la Fiat
avrebbe rischiato di far pubblicità ad un tipico piatto mediterraneo,
composto da galletto ai ferri con contorno di cardi.
Considerate la funzionalità e la tecnologia in auge per produrre le sue
cosiddette automobili, la Fiat, che usa come reparto produttivo il
retrobottega del negozio di fiori di Alan Ford & C., per la sua pubblicità,
avrebbe potuto tranquillamente rivolgersi ad altro sport, quale il calcio,
prendendo come testimonial alcuni di quei ridicoli miliardari falsi e
corrotti che parlano a comando pur senza saper scrivere, ma che sanno ben
apporre la propria firma (e la loro faccia) in calce a contratti milionari.
Mi auguro che un po' d'ironia non guasti, in questi afosi giorni, in attesa
del Tri Nations.
Un saluto a tutti.
Franco (TV)
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