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[RUGBYLIST] Solite considerazioni

antonio mangano antoniomangano1962 a libero.it
Dom 26 Nov 2006 15:34:41 CET


Ma io vedo una delle peggiori partite dell'era berbizier. Due su tutte. Il 
primo quarto e l'ultimo immondi. Che danno la dimenzione della crescita 
emotiva che dobbiamo fare. Giocare un match internazione sul 41-6 in 13 è 
vergognoso per dei professionisti. inoltre sui tre quarti pendono sempre le 
stesse critiche. ma secondo me i problemi sono davanti, la mischia chiusa è 
uno dei compiti degli avanti e non il solo sul quale giudicare il pacchetto. 
la gestione della nostra touch per esempio è una scomessa a lancio
----- Original Message ----- 
From: "allrugby" <allrugby a gmail.com>
To: <rugbylist a rugbylist.it>
Sent: Saturday, November 25, 2006 9:33 PM
Subject: [RUGBYLIST] Solite considerazioni


Il rugby di oggi è molto attento ai tempi: tutto dev'essere
velocizzato, scandito  molto in fretta.
Le azioni più pericolose arrivano dai palloni tolti con metodica
scaltrezza e velocità dai raggruppamenti: oltre il secondo, secondo e
mezzo, già la difesa avversaria è ripiazzata ed allora bisogna
ricorrere al solito sistema del raccogli e vai seguito, eventualmente
dal calcio indirizzato in touche o nei box scoperti.
In più, ci si mettono i punti d'impatto, che a studiarli non
basterebbe un'enciclopedia, dove siamo particolarmente carenti:
soprattutto, non nel senso della poca applicazione della tecnica
dedicata, ma nell'adattabilità all'avversario.
Si vedono raggruppamenti dove un'atleta riesce a fermarne tre,
consentendo così ai compagni di difendere meglio al largo: abbiamo
anche noi i mezzi per farlo?
Il problema è quello di avere dei punti d'incontro efficaci, atleti in
grado di leggere, interpretare e, di conseguenza, scombinare l'azione
avversaria senza bisogno di molto altro aiuto.
Il placcaggio comincia a diventare un'arte (forse lo è già!): in base
a dov'è effettuato può determinare l'arresto dell'azione avversaria,
il recupero del pallone ed il contrattacco in superiorità numerica.
L'avversario diretto dev'essere colpito (placcato) in modo tale da
rendergli sempre difficoltosa la trasmissione del pallone, cosicchè
l'azione avversaria subisca un rallentamento tale da poter affrontare
un nuovo attacco: l'obiettivo è la spalla, da dove parte il braccio
che sostiene il pallone.
Se effettuato come si deve, il placcaggio provoca rotazione che
impedisce o rende molto difficoltosa la trasmissione del pallone: pur
restando sempre attuale il ricorso al placcaggio alle gambe, non da
oggi si vede che questo è molto efficace per fermare il portatore di
palla ma non la trasmiassione della stessa.
Inoltre, la capacità di "leggere" gli spazi che una difesa schierata
può offrire, comunque, all'avversario, non solo è frutto di tecnica
sopraffina, ma anche di capacità naturali negli atleti che le
possiedono spiccatamente.
Carter, Larkham, O'Gara  (tanto per fare dei nomi), sono un esempio
attuale di completezza tecnica, tattica e di bravura "naturale".
Per una squadra leggerina come la nostra (nei 3/4), è fondamentale una
piattaforma solida e costantemente avanzante, una touche impeccabile
(che purtroppo non è) ed una lettura fulminea della disposizione
difensiva avversaria.
Oggi, Pepe, non è stato un fulmine di guerra e Griffen non ha
cancellato le ombre palesate con Australia ed Argentina.
Mirko è leggerino e, sovente, non ha appropriato sostegno.
Canale dev'essere servito in velocità per dimostrare tutte le sue notevoli 
doti.
Spragg è da rivedere.
Stanojievic corre con i binari ai piedi (bella, comunque, la sua prima
meta): le curve non esistono!
Bortolussi ... è bravo a calciare.
Tiriamo le somme? Difficoltà enormi ad oltrepassare difese
particolarmente organizzate e tecnicamente valide con i tradizionali
metodi di "aggressione".
E' quindi indispensabile sopperire alla mancanza di talento e di peso
(parlo sempre dei 3/4) con molteplici ed affinate alternative. Da
studiarsi con urgenza per non rimediare altri cucchiai di legno ...
Beh. Basta. Ho scritto anche troppo.
Ciao a tutti.
Franco (TV)
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