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[RUGBYLIST] Edizione straordinaria

allrugby allrugby a gmail.com
Dom 22 Ott 2006 18:40:58 CEST


Copio ed incollo dal Gazzettino di oggi, in attesa del solito
appuntamento del lunedì.
Ciao.
Non più di 45 minuti dopo la fine della partita di ieri, credo di aver
riassunto, in list, quello che oggi riportano i giornali del posto. Mi
domando: perchè, in questo caso, il Benetton non chiede più
investimenti allo sponsor per giocare in Europa con più autorità, e
non si accontenta di una, chiamiamola, "seconda squadra", per
affrontare il Super 10 con la consapevolezza di fare, comunque, bella
figura, anche se non con la certezza di vincere?
Non ci sarebbe, comunque, almeno a livello europeo, un ritorno
d'immagine? Credo proprio di si.
Ma non conosco le strategie di società e sponsor, quindi il mio è un
messaggio "soffiato nel vento", come ebbe a dire Bob Dylan in una sua
mitica canzone.
Franco (TV)

RUGBY/ Esordio amaro in Heineken Cup . Non basta la meta di Palmer a
dare la svolta a una partita a lungo in equilibrio. A segno anche
Wentzel
Per il Benetton lezione di realismo francese
In partita fino a 10 minuti dal termine i trevigiani cedono alla
concretezza del Perpignan. Sofferenza nella conquista, giornata nera
nei calci

Treviso
NOSTRO INVIATO

Ed è subito sera per le italiane in Europa. Spiace scomodare Quasimodo
per un pomeriggio così grigio. Ma la malinconia per le imprese a cui
il Benetton aveva abituato è persino struggente. Certo il 10-25 contro
il Perpignan non è per nulla umiliante al cospetto delle strapazzate
subite dall'Overmach Parma e dal Calvisano in Heineken Cup. In realtà
l'umore con il quale si sfolla da Monigo non è solo quello di chi
s'illudeva. Ma è l'angoscia da frigo vuoto. Da birra finita. E non
tanto per il Treviso, caduto con dignità. Ma per tutto il rugby
italiano. I cui pochi talenti sono a rinforzare i club stranieri, e i
cui giovani non hanno la qualità e il livello sufficiente a reggere le
sfide europee. Mettiamoci la norma, contestatissima anche a Treviso,
che obbliga a inserire 12 giocatori di formazione italiana nella lista
dei 22 e il quadro del malessere è completo.

Se fino a due anni fa il Benetton con i suoi successi aveva fatto la
foglia di fico di un movimento che, a dispetto della nazionale nel Sei
Nazioni, attraversa una fase di stanca, ora non c'è più nemmeno
quell'alibi: il divario rispetto gli altri club europei aumenta. Ieri
i trevigiani sono sembrati davvero privi dei mezzi necessari per
venire a capo di un Perpignan non al meglio che forse in altri tempi
sarebbe stato battuto. Tre sconfitte consecutive nel Top 14 e la
pioggia hanno indotto i francesi a una prova di realismo lontana
dall'immagine di cui in Italia gode il rugby transalpino: pochi
passaggi, scarso volume di gioco, scelte semplici e concrete. Ma non è
servito al Benetton: pur disputando un primo tempo alla pari non ha
mai dato l'impressione di poter imprimere la svolta alla partita. A un
piazzato di Meyer in apertura, al dominio dei "sang et or" in mischia
chiusa, alla difficoltà nei lanci in touche, ha reagito con la
pressione della linea difensiva, ha provato con i contrattacchi (ieri
poco ispirati) di Williams, con offensive sui palloni di recupero. E
nonostante i molti errori di controllo (qualcuno per frenesia), i
biancoverdi si sono trovati addirittura in vantaggio al 36' con
Palmer, abile a far sua una touche a 5 metri dalla linea di meta
appena alle spalle della torre Wentzel, in una zona di salto
solitamente poco sorvegliata. L'illusione è durata un niente. La
reazione del Perpignan è stata spietata. Capitan Goutta ha ordinato a
Nicolas Laharrague, da poco subentrato all'infortunato Snyman, di
cercare una penaltouche. Il maul susseguente ha attraversato
inesorabile l'area dei 22 per concludersi con la marcatura di
Gaston.Si rientra dagli spogliatoi sul 5-8 e al 4' Meyer già trotta in
meta in prima fase, da mischia chiusa. Chiusa sembra anche la partita,
o quasi. Perchè alla determinazione dei catalani si doveva aggiungere
la giornata nera di Marcato, e poi di Goosen, dalla piazzola che si è
conclusa con uno zero assoluto. L'arrivo dell'ultimo quarto di gara e
della conseguente ondata di cambi hanno messo a nudo tutte le distanze
tra il nostro e il loro rugby. Con l'ingresso delle giovani promesse
del Benetton talento e impegno non sono mancati. Ma l'esperienza e
l'alto livello non si raggiungono con quattro partite di campionato
italiano. Così al 30' il Perpignan ricorreva ancora al maul da touche
per marcare con Guirado. E tre minuti dopo ci pensava Bortolaso, quasi
cinico, alla marcatura del bonus catturando un pallone perso dai
biancoverdi.

Nel recupero si va per il tombolino di consolazione. Con Wentzel che
raccoglie e culla fino alla meta l'ovale indirizzato da Goosen
nell'angolo con un diagonale perfetto. Bella. Ma purtroppo inutile.

Antonio Liviero
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A FINE GARA
Green: «Dispiaciuto, non deluso non abituati a questo livello»


Treviso
NOSTRO SERVIZIO

Nello spogliatoio trevigiano amarezza, ma non delusione. Il Perpignan
ha messo in campo l'esperienza della squadra più smaliziata e
soprattutto più abituata agli scontri di livello, ma Treviso non è
stato assolutamente umiliato tenendo bene e uscendo da Monigo a testa
alta.

«L'ultima meta del primo tempo ha detto Brendan Williams è stata
pesante. Abbiamo subìto un carrettino difficile da digerire in un
momento in cui eravamo galvanizzati dalla marcatura segnata poco
prima. Quella meta può aver lasciato un po' il segno».

- Il Benetton comunque non ha sfigurato.

«Assolutamente no; ci siamo difesi bene, forse potevamo attaccare con
un po' più ordine, ma la nostra partita l'abbiamo fatta. Venerdì
andremo a Castres, sappiamo che sarà un'altra battaglia, ma dovremo
provarci ancora». «Sono indubbiamente dispiaciuto, ma non deluso
ammette il tecnico del Benetton, Craig Green Queste partite possono
solamente fare del bene perché noi abbiamo bisogno di giocare sfide di
spessore perché c'è troppa differenza tra il nostro Campionato e la
Coppa Europa. Sono cose che si dicono sempre, ogni anno, purtroppo è
la triste realtà: a noi manca l'abitudine agli scontri, per gli altri
invece è cosa di tutti i giorni. Però, come detto, sono soddisfatto
della prestazione dei miei ragazzi, soprattutto del primo tempo,
periodo in cui abbiamo messo maggiormente in difficoltà i francesi».

- Ci speravi alla fine del primo tempo?

«Sì, perché le possibilità non mancavano: stavamo giocando bene,
eravamo lì nel punteggio e senza fare grandi cose riuscivamo a tenere
testa al Perpignan. Ovviamente si doveva fare di più, soprattutto
usare meglio il piede».

Ennio Grosso
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Calvisano travolto dallo Stade Français

 Tutte sconfitte le tre italiane in Heineken Cup. Al 35-3 subito
venerdì in Scozia dall'Overmach Parma (cp di Mazzariol) ad opera del
Border (Scozia), si è aggiunto ieri il 10-45 del Cammi Calvisano in
casa contro lo Stade Français leader del campionato francese. Tutti
rodigini i punti dei gialloneri (meta di Dal Maso, un cp e una
trasformazione di Scanavacca), in meta Mauro Bergamasco per i
parigini. Nel girone del Calvisano i gallesi dell'Ospreys hanno avuto
ragione per un punto (17-16) sul Sale. In Challenge Cup Narbonne-Skg
Parma 19-16, Worcester-Arix Viadana 25-7. Venerdì Newcastle-Carrera
Padova 50-5.
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RUGBY BENETTON Biancoverdi sconfitti a Monigo all'esordio in Heineken
Cup dopo aver tenuto testa al Perpignan
Il rimpianto di Green: «Potevamo vincere»
«Avremmo dovuto usare meglio il piede e in campo europeo ogni errore
si paga caro»

Treviso
Nel primo turno della Heineken Cup il Benetton è stato sconfitto 25-10
in casa dal Perpignan, formazione francese capace l'anno scorso di
arrivare fino alla semifinale del campionato transalpino e ai quarti
di finale della Coppa Europa, battuta, in entrambe le occasioni, dalle
squadre che poi vinsero le rispettive finali.

Un buon primo tempo, chiuso sotto di appena 3 punti (5-8), non è
bastato al Benetton, ma Treviso è uscito comunque a testa alta da
questo confronto tenendo botta ad una delle squadre più accreditate
della rassegna continentale. Sono dispiaciuto, ma non deluso dice il
tecnico del Benetton, Craig Green . Indubbiamente noi abbiamo bisogno
di giocare delle partite come questa perché c'è troppa differenza tra
il nostro campionato e la Coppa Europa. Sono cose che si dicono
sempre, ogni anno, purtroppo è la triste realtà. Sono soddisfatto
soprattutto del primo tempo, periodo in cui abbiamo messo maggiormente
in difficoltà i francesi.

A metà gara si poteva anche sperare nel successo.

Sì, ci speravamo ed effettivamente le possibilità non mancavano:
stavamo giocando bene, il risultato ci penalizzava, ma di poco. Senza
fare grandi cose siamo riusciti a tenere testa al Perpignan.
Ovviamente si doveva fare di più e soprattutto usare meglio il piede.
L'abbiamo usato parecchio, ma non come dovevamo, cosa invece diversa
per il Perpignan, che l'ha fatto in maniera egregia. D'altra parte i
francesi hanno messo in campo l'esperienza, hanno coperto bene gli
spazi e non ci hanno dato molte possibilità per segnare.

Alla vigilia riteneva che la pioggia potesse essere un vantaggio per
Treviso, invece non è stato così.

Non è successo quello che speravo proprio perché Treviso ha usato male
il piede e poi abbiamo commesso troppi errori. Non errori gravi, ma
troppi palloni sono caduti e in altri momenti dovevamo essere più
lucidi. In campo europeo ogni sbaglio si paga sempre molto caro.

Abbiamo commesso molti errori è l'amara sintesi di Marius Goosen, il
capitano dei trevigiani e oltretutto abbiamo dovuto affrontare un
avversario molto forte davanti. È stato difficile riuscire a tamponare
il Perpignan, una squadra esperta e smaliziata, comunque non abbiamo
assolutamente sfigurato e da questo confronto usciamo a testa alta.

Ennio Grosso



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