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[RUGBYLIST] Considerazioni "europee"

LUCA Giarratana lucagiarratana a gmail.com
Mar 24 Ott 2006 15:50:26 CEST


> Ai piani alti del palazzo del rugby italiano è tempo di svegliarsi, di
> agire con coerenza seguendo serie pianificazioni pluriennali. Basta
> con le avventure estemporanee e le dichiarazioni che, tanto, "tutto va
> bene".

Sarà perchè Domenica ho visto Report, sarà perchè oggi sono
pessimista, sarà perchè sono stufo di essere ingenuo, ma io credo che
se fino ad oggi non è cambiato niente è solo perchè non c'è stata la
volontà politica. E questa non c'è quando ci sono interessi di potere
e denaro.
Viva l'italia. (i minuscola)

Ciao.
Luca



2006/10/23, allrugby <allrugby a gmail.com>:
> Sono stati scritti fiumi di parole in relazione all'atteggiamento dei
> club italiani nell'ambito delle coppe europee.
> In quell'ambito, non ci può essere paragone.
> Troppa la differenza di cultura, passione, pubblico, budget, per
> reggere il confronto con club di provata solidità, anche se, ogni
> tanto, il colpaccio di un'italiana  si avvera e fa notizia.
> L'esodo dei ns. campioni all'estero è la conferma di un campionato
> orfano di "schei", che, volente o nolente, sono la benzina del
> movimento.
> E' il cane che si morde la coda.
> I campioni se ne vanno, il campionato svilisce, per far rivivere il
> campionato c'è bisogno di quei campioni che, invece, ci lasciano, gli
> sponsor svicolano constatando il mancato affare, i soldi mancano e ci
> si arrangia come si può.
> All'estero si riempiono gli stadi, non solo con la nazionale: in
> Italia siamo ancora al pionierismo!
> L'esodo dei ns. talenti va arginato.
> La federazione, di concerto con i club, deve trovare una politica che
> immetta nuova linfa nel movimento lasciando stare "la carega".
> Ci vogliono scelte coraggiose, che premino le società che più
> s'impegnano nella crescita e formazione di talenti; ci vuole una
> promozione d'immagine, prima di tutto, dello sport in sè stesso, che
> non prescinda solo dai soliti discorsi di "valori" - indubbiamente
> sacrosanti - ma, molte volte retorici.
> Marketing, studi di settore, accoglienza, disponibilità e possibilità
> per far crescere i giovani garantendo loro tutte quelle necessità
> imprescindibili da qualsiasi attività: lo studio ed il lavoro.
> Organizzazione di campionati o tornei in linea con le aspettative dei
> club e della nazionale.
> E' dal 1989 che si continua con una formula di campionato ormai
> logora, asfittica e flebile: perchè nessuno, in federazione, si è mai
> fatto carico di studiare il fenomeno per cambiarne disposizioni e
> regole, mentre continuiamo a documentare, tristemente, l'esodo in
> massa dei ns. ragazzi migliori.
> Certo, all'estero impareranno molto di più dandoci il modo di
> sfruttare la loro esperienza a livello di nazionale. Ma siamo,
> comunque, anche in questo caso, lontani dall'elite.
> Facciamo in modo che si parli del ns. campionato, non solo per
> ribadirne la pochezza.
> Ai piani alti del palazzo del rugby italiano è tempo di svegliarsi, di
> agire con coerenza seguendo serie pianificazioni pluriennali. Basta
> con le avventure estemporanee e le dichiarazioni che, tanto, "tutto va
> bene". Non è vero niente! Non va bene un bel niente.
> Ricordiamocelo!
> Vincere con la Scozia non significa nulla, se non c'è un serio,
> sistematico e concreto piano per la ricrescita di tutto il movimento
> rugbistico italiano.
> Gli altri corrono: noi siamo ancora fermi al bar a bere lo spritz! In
> attesa di ... di ...
> Ciao.
> Franco (TV)
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