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[RUGBYLIST] Super 10

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Dom 1 Apr 2007 23:20:09 CEST


Secondo me il mondo in cui hai vissuto da giovane era affascinante. 
Lo era a tutti i livelli, anche nel rugby. 
Mio padre e' stato per anni rappresentante dell'Italia all'Unesco, e le persone che ho conosciuto (poco piu' che bambino) a Parigi alla fine degli anni sessanta si muovevano a livello internazionale sulla base dell'amicizia non meno che della professione.
Soprattutto le amicizie duravano.
Tu citi Botha all'aeroporto, come non citare anche Lynagh.
Nel grande libro di Resini del 2001, l'australiano ha scritto una bella introduzione. 
Lo cito: 'Sono volato direttamente a Treviso dopo essere stato tra i membri della squadra australiana che aveva vinto la Coppa del Mondo in Inghilterra...non conoscevo nessuno in citta'...tutto e' stato fatto in modo che io mi sentissi immediatamente a casa...e ora posso dire che nel rugby italiano c'e' uno spirito autentico...ovunque si giochi, c'e' una passione per questo sport che permea ogni livello...' (Lynagh cita anche l'innamoramento per l'italiana che ha finito per sposare!).
Non riusciamo a capirlo, ma per molti stranieri l'Italia rimane una leggenda. Lo e' per grandi cestisti, lo e' per rugbisti, lo e' per tutti.
Quando c'erano legami di amicizia lineare, la gente si trovava bene da noi, tornava regolarmente. Oggi il mondo e' cambiato, ma forse alcuni rapporti possono ancora essere come quelli che descrivi. 
Tuttavia, alla fine, tra il vero dilettantismo ed il vero professionismo non ci sara' probabilmente quasi nulla in mezzo.
E' un bene, questo? Ai posteri l'ardua sentenza!
Un tempo si riusciva a combinare meglio tante cose. Il trasporto pietra per pietra del tempio di Abu Simbel, una delle piu' colossali operazioni di salvataggio culturale-architettonico del mondo, e' stato organizzato da un amico stretto di mio padre, assistente del DG dell'Unesco, utilizzando un'organizzazione di poche persone, con fortissimi legami di fiducia. Mio padre aveva conosciuto quest'uomo (si chiamava Ali' Vrioni) qualche anno prima al Ministero degli Esteri, dove gli si era presentato un bel giorno come un organizzatore di eventi, pronunciando queste precise parole: 'io non sono per niente a buon mercato, ma faccio le cose sempre per bene!'. Gli fu assegnato subito l'incarico di organizzare uno dei piu' importanti convegni dell'Unesco in Sicilia. 
A qualche anno di distanza quest'oscuro reduce albanese era diventato il braccio destro del Direttore Generale dell'Unesco.
Vorrei che tanti procuratori di oggi si muovessero nello stesso modo di quel nostro amico albanese. 
Si, perche' la vita rimane innanzitutto un'avventura (lo diceva anche Madre Teresa...).  

giovanni
            
  ----- Original Message ----- 
  From: GMAIL 
  To: Giovanni Ciraolo ; rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Sunday, April 01, 2007 6:07 PM
  Subject: Re: [RUGBYLIST] Super 10


  Grazie per aver in modo più che esauriente alla mia. Ieri sono rimasto deluso della prestazione del Parma a cui sono legato da tanti ricordi.
  I giovatori un tempo venivano in Italia sopratutto per fare esperienza in un paese che tanto attrae gli stranieri e per la grande amicizia con cui venivano accolti.
  Da noi venivano sopratutto giocatori dall'Emisfero Sud che finiti i loro impegni venivano per alcuni mesi per ritornare a casa all'inizio della preparazione.
  Non c'erano comunquw né Super 14 né Tri Nations ed i giocatori non erano impegnati come ora.
  Ricordo di avere incontrato Naas Botha in partenza per Rovigo all'Aeroporto di Johannesburg. lo stesso pomeriggio il North Transvaal aveva battuta il Transvaal nella finale di Curry Cup dove Naas aveva siglato tutti i punti per la sua squadra.
  Mi chiese se ero di Rovigo e se vi fosse un campo di golf nelle vicinanze.
  Parli dei manager procuratori, io ne ho conosciuto solo uno che gestiva quasi tutti i giocatori della nazionale quando me ne occupavo. Ma Giorgio Sgorlon lo faceva allora sopratutto per l'amicizia che lo legava ai nazionali.
  Ora i procuratori penso si siano moltiplicati e sta ai club avvelersene al meglio.
  Ritengo che i giocatori stranieri che militano oggi in Italia, tranne rare eccezzioni, non diano ai club di appartenenza quel contributo che davano quelli che vennero da noi prima dell'avvento del professionismo.

  Antonio
  ----- Original Message ----- 
    From: Giovanni Ciraolo 
    To: A Zibana ; rugbylist a rugbylist.it 
    Sent: Sunday, April 01, 2007 1:03 PM
    Subject: Re: [RUGBYLIST] Super 10


    E' vero quello che dici, ma non credi che si potrebbe anche invertire il tuo ragionamento?
    Perche' diversi giocatori stranieri giocano nel Super 10, e soprattutto come vengono selezionati?
    Se i nostri migliori talenti vengono selezionati bene dalle squadre straniere, e questo mi sembra appurato, perche' allora le nostre squadre non sanno fare altrettanto?
    Il problema e' economico (ingaggi migliori all'estero?)? Non ne sono convinto. 
    I nostri stadi fanno ridere, c'e' poco pubblico che segue? Non mi convince neanche questo, perche' buoni giocatori stranieri militano in varie serie, e l'Italia e' sempre un'attrazione per tutti.  
    Quali sono allora i meccanismi di selezione dei giocatori?
    Chi seleziona, e con quali titoli legali e professionali? Chi assicura le adeguate coperture ai giocatori?
    Chi nelle nostre squadre super 10 e' incapace di utilizzare i talenti dei procuratori italiani o esteri, o semplicemente di selezionare i giusti selezionatori?
    Chi si da' da fare veramente per far cambiare qualcosa nelle professionalita' in gioco, e nel giusto tempo da dedicare al job di sezionatore, e nel discutere e ricostruire profili tecnici necessari nei vari ruoli? 
    Insomma, qual'e' la situazione professionale dei nostri managers di club? 
    Quale training hanno fatto? 
    Quali skills di comunicazione possiedono? 
    Sono passati direttamente dallo sport attivo a quello dirigenziale, oppure hanno trascorsi intermedi significativi nella comunicazione, nel management HR, nel diritto e medicina dello sport (leggi: Berbizier e altri)?
    Ragazzi lasciatemelo dire, non ci si improvvisa dirigenti! 
    Mettiamecelo bene in testa! 
    Siamo nel paese dove tutto si arrangia e nulla si aggiusta, ma in campo non si arrangia un bel niente, se hai degli asini tali rimangono perche' non si cresce con la nutella... 
    Credo che la situazione che Antonio denuncia riguardi (paradossalmente, ma fino a un certo punto) il Super 10, piu' che le altre divisioni. 
    Le squadre di A e sottostanti sanno selezionare gli stranieri molto meglio che non le societa' blasonate. 
    Spesso prendono degli ottimi giocatori, ovviamente situati nella parte discendente della carriera. Si tratta comunque spesso di buoni giocatori che danno un apporto tecnico non indifferente al rugby italiano.
    Questo vale anche per i trainers, secondo me.
    Se si facesse un quiz tecnico sul rugby a trainers di Super 10 o di serie inferiori, avremmo forse delle belle sorprese.
    Probabilmente i tecnici delle serie inferiori darebbero piu' risposte valide degli altri!
    Insomma, la Federazione si deve dare da fare per migliorare la struttura dirigenziale del Super 10.
    Come la sua consorrella irlandese, la FIR deve sviluppare il  management sportivo in Italia, studiare periodi di training adeguati all'estero, e poi scadenzare nel suo budget pluriennale uno sforzo per richiamare in patria i talenti nostri migliori, e percepire dunque i ritorni di tanti sforzi.
       
    Buona domenica
    giovanni     
      ----- Original Message ----- 
      From: A Zibana 
      To: rugbylist a rugbylist.it 
      Sent: Sunday, April 01, 2007 12:16 PM
      Subject: [RUGBYLIST] Super 10


      Quest'anno avevo visto una sola partita del Super 10, quella fra Aquila e Parma all'esordio. Ieri,ma sopratutto per salutare gli amici, sono andato prima all'albergo dove alloggiava la Rugby Parma Overmach Cariparma e poi al Flaminio.
      La partita mi ha colpito sopratutto per la pochezza tecnica e per i tanti errori di manualità di giocatori che hanno scelto di fare del rugby una professione. 
      Squadre quasi tutte conposte di giocatori stranieri di livello discutibile. Parma aveva all'ala un isolano che certamente ha fatto rimpiangere gli assenti. Mi chiedo perché non dare fiducia ad un giovane italiano ?
      Con un campionato così povero di vere individualità trovo giusto che molti giocatori scelgano di andare all'estero.

      Antonio 


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