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[RUGBYLIST] Dalla Sicilia Storiella Zen NON OFF TOPIC- Leggere e riflettere

Psycho a wupsite.com Psycho a wupsite.com
Lun 5 Feb 2007 13:23:56 CET


FAVOLA ZEN: ovvero Alì Totò e i quattro amichetti. 

C’erano una volta quattro amichetti, Pietrone, Bordeaux, Tre – pub e 
Gravidà.  Erano i dirigenti di una società di rugby, la “Latin Lovers” di 
Catania. Era una antichissima e gloriosa società, che negli anni precedenti 
aveva ottenuto dei risultati prestigiosi, per poi precipitare vicino al 
baratro della serie C. Fu proprio il fantasma della serie C a far decidere 
ai quattro amichetti che era venuto il tempo della riscossa. C’era bisogno 
di un’iniezione di vitamina C: fu così che si procurarono un bell’Arancio. 
L’effetto della vitamina fu eccezionale. In men che non si dica tutto tornò 
come prima. La gente parlava del rugby, la squadra, i Latin Lovers di 
Catania tornava a vincere, passando in due soli anni dalla serie B al Top 
Ten e gli spalti  erano di nuovo  pieni di gente.
E i quattro amichetti curavano il loro Arancio, con dedizione.
Un giorno però furono assaliti da un dubbio. “E se tutti pensassero che i 
Latin Lovers sono tornati al vertice solo per l’Arancio? E se tutti 
pensassero che noi quattro non contiamo più nulla? E se tutti pensassero che 
il nostro stipendio non ce lo guadagniamo? Meglio fare una cosa, liberiamoci 
dell’arancio. E  così fecero. Smisero di annaffiarlo e  aspettarono che 
seccasse.
Felici e contenti, per far si che i giocatori rendessero al meglio, 
sostituirono la vitamina C con un’altra sostanza, nobilissima, l’oro.
Operazione molto semplice, in quel momento, visto che di scorte ne avevano 
tantissime, grazie anche e soprattutto, al grande interesse che l’iniezione 
di Arancio aveva suscitato attorno ai Latin Lovers di Catania.
Mentre i quattro amichetti spandevano e spendevano l’oro per foraggiare i 
giocatori, una compagnia di viandanti, devoti a San Gregorio, si imbattè, 
lungo il proprio cammino, nell’Arancio ormai ridotto allo stremo delle 
forze. Immediatamente gli diedero dell’acqua e immediatamente l’Arancio 
riprese forza e vigore, trasmettendola ai viandanti devoti di San Gregorio. 
Tali viandanti erano molto appassionati di rugby, e negli anni precedenti si 
erano cimentati in questo sport, senza tuttavia trovare un assetto stabile. 
L’Arancio, riconoscente, disse loro:  vorrei ringraziarvi dell’aiuto e 
ricambiare in qualche modo . Vi dono un po’ della vitamina, che vi renderà 
forti e vi farà risalire la china. E così fu.
I quattro amichetti, invece, continuavano ad attingere alle casse dei Latin 
Lovers. Un bel giorno ,però, si resero conto che le casse erano vuote. E 
iniziarono a promettere, promettere, senza mai mantenere. Molti dei Latin 
Lovers, che giocavano per mestiere, per quanto affascinati dalla città e 
dalla gente, non poterono resistere a lungo senza né vitamine né oro. E a un 
tratto andarono via, partendo per altri lidi.
Uno di loro, Settembrino Puntini, voleva con tutte le forze rimanere a 
Catania, e decise di cercare un’altra soluzione.  Iniziò a vagare nei boschi 
e trovò i viandanti devoti a San Gregorio, che  avevano costruito la loro 
dimora attorno vicino all’Arancio. Essi lo accolsero come un agnellino 
smarrito, gli diedero da bere, da mangiare e un ricovero per la notte e lo 
presentarono a tutti come un nuovo fratello. Egli ricambiò decidendo di 
rimanere con loro e di indossare la maglia della loro squadra.
Nel frattempo i quattro amichetti versavano in grande difficoltà. Erano 
quasi alla disperazione quando Pietrone, il più anziano dei quattro, disse: 
non preoccupatevi, ci penso io. Parlerò con Alì Totò, e sarà lui a riempire 
di nuovo le nostre casse.
E chi è? Dissero gli altri tre.
Voi non preoccupatevi, lasciate fare a me.
E così fu. In una notte del primo mese dell’anno, Alì Totò e Pietrone furono 
capaci di far confluire nelle casse dei Latin Lovers di Catania ben 500.000 
monete d’oro.
Cosa ne faremo adesso di tutti questi soldi?  Dissero i quattro amichetti. 
Gravidà ebbe subito un’idea geniale.
“Chiamiamo Settembrino Puntini, che sta giocando con i viandanti devoti a 
San Gregorio, e diamogli subito i soldi che gli dovevamo. Però dovrà 
smettere di giocare con i Viandanti di San Gregorio, non possiamo correre il 
rischio che col suo aiuto prima o poi ce li troviamo nella stessa serie.!!!” 

“giusto – disse Pietrone – sarebbe un disastro. Un’altra squadra al livello 
dei Latin Lovers  impedirebbe persino ad Alì Totò di riempire le nostre 
casse senza un giustificato motivo”.
“Bisogna fermarli – disse Tre –pub – ve l’ avevo detto che sarebbe stato 
meglio segarlo quell’Arancio, invece di aspettare che morisse di sete”
Bordeaux ascoltava in silenzio, pronto a memorizzare tutte le mosse future.
Il giorno dopo Gravidà e Bordeaux chiamarono Settembrino Puntini, 
offrendogli ponti d’oro se solo avesse smesso di giocare con i devoti di San 
Gregorio, convinti così di rendere loro impossibile ottenere una vittoria.
Settembrino Puntini, abbagliato dal miraggio dell’oro, staccò cellulare e 
cambiò indirizzo, per non farsi trovare dai viandanti che lo avevano aiutato 
quando non aveva né dimora né mangiare, e che adesso lui stava tradendo.
I viandanti, per quanto delusi, si armarono di santa pazienza, si strinsero 
ancor di più l’uno con l’altro, e partirono per Roma ad affrontare una sfida 
decisiva per il loro futuro.
E a Roma, combattendo come fratelli, accomunati tutti dalla stessa lingua, 
il siciliano,vinsero la sfida e tornarono a testa alta nella propria terra.
Di Settembrino, di Alì Totò e dei quattro amichetti si iniziava a parlare in 
quasi tutta Italia e di certo non in termini lusinghieri.
I Viandanti, invece, decisero che era bello parlare la stessa lingua e 
vedere le cose nella stessa maniera e decisero di andare, uniti, senza 
rimpianti per il passato, ma pensando solo al futuro, che a loro sembrava 
davvero pieno di belle sorprese. 





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