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[RUGBYLIST] Intervista a Dellapè

allrugby allrugby a gmail.com
Ven 16 Mar 2007 13:11:03 CET


Riporto dal Gazzettino di oggi:
Ciao.
Franco (TV)

RUGBY Nell'antivigilia del match del Flaminio contro l'Irlanda, Prodi
ha ricevuto a Palazzo Chigi la Nazionale: mancava Lo Cicero, ko per
febbre alta
«La forza dell'Italia? Siamo tutti leader»
Dellapè esalta la professionalità del gruppo e rende merito al lavoro
di Kirwan: «Ma domani non siamo i favoriti»

Roma
Entusiasmo alle stelle nello spogliatoio dell'Italrugby a due giorni
dalla sfida con l'Irlanda, valida per l'ultima giornata del Sei
Nazioni 2007. Ne sono una prova le parole di Santiago Dellapé, seconda
linea di 2 metri d'altezza per 118 kg di peso, che svela i segreti che
hanno portato al momento magico per l'ovale azzurro.

«Siamo tutti leader - spiega Dellapé che domani sarà ancora titolare
con la maglia n.4, - è questa la nostra forza, il segreto dei successi
dell'Italia. Una volta in nazionale c'erano uno o due giocatori che
trascinavano gli altri: adesso gli atleti che compongono l'Italia sono
tutti giocatori fondamentali nei propri club e molti portano in
nazionale quell'esperienza che puoi maturare solo giocando incontri
durissimi tutte le settimane, come in Francia ed Inghilterra».

Il 28enne gigante di origine argentina gioca oggi in Francia col
Biarritz, ma essendosi trasferito in Italia dal 2000 ripercorre le
tappe fondamentali della crescita del rugby italiano: «Dal 2002,
quando ho esordito in nazionale contro la Francia, a oggi sono
cambiate molte cose. Siamo diventati a poco a poco una nazionale
professionistica a tutti i livelli, dagli allenamenti a quello
organizzativo, basti pensare alle diete e alle preparazioni
personalizzate».

Dellapé rende merito anche all'ex tecnico della nazionale: «Non è
giusto dimenticarsi di quanto fatto dall'ex ct John Kirwan, è un
allenatore molto diverso, anche come carattere, da Barbizier, ma
secondo me oggi il ct francese raccoglie anche i frutti del lavoro del
neozelandese».

L'azzurro ricorda i suoi primi passi in questo sport che ha cominciato
a praticare dopo aver giocato a calcio: «Non è mai tardi per iniziare
a giocare a rugby. Io sono passato a questo splendido sport solo a 19
anni, prima a La Plata giocavo a calcio, come quasi tutti in
Argentina. Sono contento dell'entusiasmo che sta nascendo intorno a
noi: se oggi coinvolgiamo più ragazzi possibili domani avremo una
nazionale ancora più forte di quella di oggi».

L'Argentina in queste settimane spinge per entrare al Sei Nazioni, ma
nonostante le sue origini Dellapé non fa sconti al suo paese natale:
«il Sei Nazioni è un torneo per tradizione solo europeo, non avrebbe
senso far entrare come partecipante fisso un paese non del continente.
Casomai vedrei bene nazionali come Argentina, Sud Africa o Nuova
Zelanda invitate una volta ogni tanto, ma solo come ospiti
d'eccezione».Sulla gara di domani la seconda linea non si è
sbilanciata: «L'Irlanda punta a vincere il Sei Nazioni, sabato inoltre
sarà anche St.Patrick, la loro festa nazionale e gli irlandesi saranno
mossi da motivazioni particolari. Mai dire mai, ma sulla carta è
innegabile che loro siano strafavoriti».

Berbizier intanto ha annunciatyo la formazione anti-Irlanda: 15 De
Marigny, 14 Robertson, 13 Galon, 12 Mirco Bergamasco, 11 Pratichetti,
10 Pez, 9 Troncon, 8 Parisse, 7 Zaffiri, 6 Zanni, 5 Bortolami (cap.),
4 Dellapé, 3 Nieto, 2 Festuccia, 1 Perugini.

Lo Cicero non potrà giocare perché a letto con la febbre alta,
problema che gli ha impedito anche di partecipare all'incontro a
palazzo Chigi.
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Anche in politica avanti passando indietro»


«Ci sono similitudini tra il rugby e la politica: anche nel nostro
campo se si vuole andare avanti si deve sempre passare la palla
indietro. Io seguo questo sport da quando ero studente e andavo a
vedere la Rugby Parma, e ho sempre apprezzato i valori di questa
disciplina: spirito di gruppo e fair play di cui ci sarebbe tanto
bisogno anche in altri ambienti».
Il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha ricevuto a Palazzo Chigi
la nazionale italiana e, visibilmente soddisfatto, ha parlato dopo il
tradizionale scambio di doni e le foto-ricordo. «Non so se potrò
essere a Italia-Irlanda ma prometto che a settembre andrò a vedere gli
azzurri ai Mondiali in Francia. Voglio anche andare a vedere un loro
allenamento.»

Il Premier ha regalato ad ogni azzurro una medaglia della presidenza
del Consiglio ricevendo in dono la cravatta della Nazionale, il
pallone di Italia-Galles con tutte le firme dei giocatori e una maglia
azzurra da gioco senza numero. «Comunque io gli assegnerei il 9 -
commenta il presidente federale Dondi - perché è quello del mediano di
mischia, ovvero di chi dirige il gioco, come Prodi. E poi anche la
politica è una mischia».



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