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[RUGBYLIST] dalla bassa Valle Scrivia: galli e galletti impazziti

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Dom 7 Ott 2007 13:39:42 CEST


Nessun paese sputa sulla propria bandiera ma non e' quello il simbolo con il quale una nazione viene riconosciuta all'estero. L'Australia per il mondo non e' la sua bandiera ma il canguro. La bandiera suscita l'emozione maggiore in quanto accumula l'amor patrio nei secoli. I francesi sono piu' attaccati di noi ai simboli. In Francia lo Stato e' rispettato, da noi si fa a gara per aggirarne le regole. Stranamente, pero', gli italiani all'estero rispettano le regole. Quindi non siamo dei veri anarchici, tutt'altro. Qundo mori' De Gasperi, la sua bara attraverso' in treno l'Italia e ad ogni stazione la gente (anche di sinistra) si toglieva il cappello, e molti piangevano. Ci sono enormi diversita' tra regione e regione in Italia, questo e' un problema ed anche un opportunita'. Anche il rugby italiano presenta delle diversita' spiccatissime, insomma il rugby veneto e quello parmense possono convivere, molto meno si armonizzano con lo spirito raccolto dell'antico rodigino. Se poi si esce dalle squadre del top, le differenze si accentuano, lo stile della polisportiva a Messina o Monopoli o L'Aquila e' diverso dall'associazionismo di Benevento o di Salerno o della stessa Capitolina ed anche diverso dal rugby universitario un pizzico elitario (nel senso nobile del termine) di Torino o di Genova o di Cosenza. Il prossimo Presidente di Federugby dovra' saper federare queste differenze (non e' facile) con un trainer nazionale che giri come una trottola per l'Italia, opportunamente ospitato da listaroli delle varie zone, e che raccolga, elabori, sviluppi progetti e soluzioni integrando tutto quello che bolle in pentola.
Per quanto riguarda il simbolo, personalmente opterei per quello delle frecce tricolori, davvero carino (andate a vederlo sul sito delle frecce) e cosi' accontentiamo anche i listaroli piu' legati alla bandiera. Eviterei la stella emblema della Repubblica, ci sono ancora molti monarchici in Italia e forse non hanno torto. l'Italia monarchica era piu' seria di quella attuale. C'e' anche qualche vecchio disegno sabaudo da considerare....
Giovanni   

  ----- Original Message ----- 
  From: Piero Filotico 
  To: plmaciocia a mclink.it ; 'Giovanni Ciraolo' ; 'ruggero rizzi' ; 'cavallopazzo' 
  Cc: 'rugbylist' 
  Sent: Sunday, October 07, 2007 11:59 AM
  Subject: R: [RUGBYLIST] dalla bassa Valle Scrivia: galli e galletti impazziti


  Scusa, ma non c'entra nulla. Quella e' la BANDIERA, sacra per tutti.. Qui si sta parlando 

  di simboli: il galletto, la felce, la palma, la gazzella, il canguro, la rosa, il cardo, il puma..

  Ogni nazionale di rugby ne ha uno, salvo noi.

  Quale potrebbe essere, secondo voi ? Qualcosa che rappresenti l'Italia del rugby.

  Per favore, risparmiarsi spiritosaggini, come una pizza o un mandolino. E attenzione 

  a possibili accostamenti politici o calcistici (quercia, lupo, ecc..).

  Ci proviamo ? Cosi', in attesa delle partite di oggi.

  A me viene da proporre la colonna di un tempio romano.
  Piero

   

   


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  Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Pier Luigi Maciocia
  Inviato: domenica 7 ottobre 2007 11.00
  A: 'Giovanni Ciraolo'; 'ruggero rizzi'; 'cavallopazzo'
  Cc: 'rugbylist'
  Oggetto: R: [RUGBYLIST] dalla bassa Valle Scrivia: galli e galletti impazziti

   

  ...noi un simbolo lo abbiamo ed è il TRICOLORE, non basta???

   

  plm

   


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  Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Giovanni Ciraolo
  Inviato: domenica 7 ottobre 2007 9.28
  A: ruggero rizzi; cavallopazzo
  Cc: rugbylist
  Oggetto: Re: [RUGBYLIST] dalla bassa Valle Scrivia: galli e galletti impazziti

  Ci si puo' chiedere perche' chiamiamo galletti i giocatori francesi e perche' il gallo e' il simbolo della nazione francese, stampato sulla maglia dei rugbisti e di altri sportivi nazionali transalpini. Il simbolo dei Galli non era il...gallo ma l'allodola, il gallo ha preso il suo posto con l'emergere della Francia agricola, ed e' presente anche sul campanile di ogni chiesa dell'esagono in associazione con quello evangelico. La prima origine del gallo associato ai francesi fu degli inglesi, che nel pieno medioevo intendevano associare i difetti di quest'animale (orgoglio etc..) al sovrano transalpino di allora (Filippo Augusto). Per l'ovvio spirito di contraddizione che contraddistingue i due popoli, i francesi adottarono allora subito l'animale a proprio simbolo puntando sulle sue qualita', soprattutto fierezza e forza, coraggio e vigilanza e generosità (visto che quest'animale divide il suo cibo con le galline...), anche fiducia e sicurezza poiché il gallo annuncia il sorgere del sole e la fecondita' giornaliera che ne deriva. Nel libro di Giobbe il gallo e' il simbolo dell'intelligenza venuta da Dio. Il gallo ebbe un periodo di crisi con Napoleone, che gli sostitui' l'aquila, ma fu ben presto riabilitato con Luigi Filippo e figura, oltre che come emblema sportivo incontestato, anche su alcune monete e cancellate di uffici pubblici, soprattutto l'Eliseo a Parigi. 

  L'Italia non ha un simbolo nazionale, contrariamente alla rosa inglese o al gallo francese. I nostri partiti politici sembrano comunque prediligere le piante agli animali, anche se la scarsa educazione botanica degli italiani accorcia la vita di queste piante specie se sono governative. Tuttavia, l'attuale governo mi suggerisce di fare una proposta. Il simbolo francese e' il gallo unico, noi potremmo forse adottare il gallo multiplo ovvero un altro animale ancora piu' litigioso. Vi deputo la scelta. Abbiamo comunque talmente tanti simboli locali che se ce ne fosse uno nazionale verrebbe deformato in tanti modi diversi a pochi chilometri di distanza, per esempio i bambini di Pisa e Livorrno invertirebbero reciprocamente il proprio simbolo in modo da farlo apparire esattamente l'opposto della raffigurazione del vicino! 

  Giovanni       



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