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R: [RUGBYLIST] Notizie del martedì

Piero Filotico pierofilotico a alice.it
Mar 9 Ott 2007 13:56:59 CEST


Da condividere in pieno. Specie il terzo e quarto capoverso. E che sia la
volta che chi deve piangere sul serio che pianga, e chi deve darsi da fare
lo faccia, perdinci.
Piero

-----Messaggio originale-----
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di allrugby
Inviato: martedì 9 ottobre 2007 13.06
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] Notizie del martedì

Un articolo del sempre presente Ivan Malfatto sui mondiali di rugby.
Ciao.
Franco (TV)

di Ivan Malfatto
Per la quinta volta in sei edizioni la finale di Coppa del Mondo vedrà
di fronte una nazionale dell'emisfero sud e una dell'emisfero nord. Le
semifinali del prossimo week-end saranno Francia-Inghilterra e
Sudafrica-Argentina. In qualunque modo vada a finire, sabato 20
ottobre nell'ultimo atto della kermesse rugbistica sarà scontro tra
emisferi. Le favorite a trovarsi di fronte sono Francia-Sudafrica,
confronto inedito per il titolo.

Dunque chi aveva cantato il "de profundis" all'Europa dopo la fase di
qualificazione, profetizzando 4 squadre dell'emisfero australe in
semifinale, è stato smentito. I quarti hanno suonato la riscossa del
vecchio continente. Non solo con le vittorie choc di Francia e
Inghilterra sulle favorite Nuova Zelanda (per la prima volta in 20
anni fuori dalle top 4) e Australia. Ma anche con la strenuo "spirit
of fight" sfoggiato dalla Scozia contro l'Argentina, che ha portano i
discendenti di "Braveheart" a un passo dalla qualificazione.

Con il senno di poi vien da mangiarsi le mani, visto che l'Italia a
St. Etienne ha chiuso in lacrime a un solo calcio di distanza (18-16)
dagli scozzesi. In realtà i "cavalli di razza" azzurri devono
mangiarne ancora di biada per raggiungere rivali di questo calibro,
potenzialmente al loro livello, ma al momento decisivo con un colpo di
reni in più. Non a caso l'Italia è l'unica fra le big a non aver mai
centrato la qualificazione ai quarti in vent'anni. L'ha fallita di un
soffio nell'87 (passate le Figi), '95 (Samoa), '03 (Galles) e '07
(Scozia). Quattro indizi fanno più di una prova.

La speranza è che Nick Mallett, nuovo "santone" chiamato in panchina,
faccia fare il salto di qualità. La sensazione, però, è che il
problema sia più strutturale, legato cioè alle strategie di sviluppo,
che contingente. Una nazionale è sempre frutto del movimento da cui
proviene, anche oggi che in Italia ha popolarità, ricchezza e pubblico
ben superiori a quelle dei club.

La riscossa dell'emisfero nord, secondo il citì dell'Australia John
Connolly, è dovuta alla maggiore intensità dei suoi campionati
(inglese, francese) e dell'Heineken Cup (la Champions League del
rugby) rispetto alle pari competizioni dell'emisfero sud. Intensità
che ha portato i giocatori a essere meglio attrezzati per le esigenze
degli scontri a eliminazione diretta. Non a caso Australia e All
Blacks hanno brillato nella fase a gironi e sono crollate nella fase
"knock out", come la chiamano efficacemente gli anglosassoni
utilizzando il termine simbolo della boxe.

«Non abbiamo dimestichezza con la pressione di un torneo a
eliminazione diretta - ha detto Connolly, che avendo allenato anche lo
Stade Francais può equiparare la differenza fra competizioni di
club-province del nord e del sud - Nella formula del nostro Super 14
c'è sempre un domani. Ci sono abbastanza match per recuperarne uno
andato male. In Heineken Cup e Premiership no. Ogni settimana c'è
un'enorme posta in palio. Questo conduce il nord a un differente stile
di rugby rispetto al sud. Non è sempre uno stile migliore...». Ma è
spesso più efficace, visti i risultati.

Oltre al riscatto del nord, i quarti propongono la consacrazione
dell'Argentina. Da anni fra le squadre migliori, nonostante sia
esclusa da grandi tornei come Sei o Tre Nazioni, è la vera rivelazione
del Mondiale. Lo dimostrano anche le nomination stile Oscar di
"Giocatore dell'anno" rese note ieri dall'Irb. Fra i 5 candidati ci
sono due argentini, gli eclettici trequarti Juan Martin
Hernandez(nella foto in azione, a destra, contro la Scozia) e Felipe
Contepomi, insieme a Ritchie McCaw (Nuova Zelanda), Bryan Habana
(Sudafrica), Yannich Jauzion (Francia). Forse i Pumas non diventeranno
campioni del mondo, ma il loro graffio sul mondo l'hanno già lasciato.
Per sempre.
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