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[RUGBYLIST] Notizie del venerdì

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Ven 14 Set 2007 13:08:44 CEST


Dal Gazzettino di oggi riporto l'articolo del bravo Ivan Malfatto.
Ciao.
Franco (TV)

Marsiglia
NOSTRO INVIATO

A un passo dal baratro. Dopo la batosta con gli All Blacks (76-14), è
il punto in cui si è trovata l'Italia mercoledì sera durante la
sofferta vittoria con la Romania (24-18). Per gli 8' nei quali i
rumeni sono stati in vantaggio lo spettro di una fine prematura
dell'avventura in Coppa del Mondo è balenato davanti agli occhi di
tutti. Giocatori e commissario tecnico compresi. Che alla fine hanno
mostrato in conferenza stampa lo stesso disagio della vigilia, quando
era la tensione e non la delusione a dominare.

Ora il pericolo è scampato e la strada è in discesa. Gli azzurri hanno
sette giorni per leccarsi le ferite nel ritiro bucolico di St. Remy de
Provence, paradiso degli impressionisti, e dipingere un quadro più
ispirato del loro Mondiale contro il Portogallo. La cenerentola del
girone che affronteremo a Parigi. Avversaria ideale per ritrovare le
certezze perdute nel debutto choc (Nuova Zelanda) e deludente
(Romania) di Marsiglia. Poi ne avranno addirittura dieci per
prepararsi allo scontro decisivo con la Scozia. Al contrario costretta
ad affrontare il match clou per il passaggio ai quarti solo sei giorni
dopo (di cui uno di viaggio Edimburgo-St. Etienne) la terribile sfida
con gli All Blacks. Dove gli scozzesi rischiano infortuni, batosta al
morale e possibilità di non recuperare fisicamente in pieno.

Le cose dunque si mettono al meglio dal punto di vista del calendario,
grazie al lavoro politico fatto a monte con l'Irb. L'Italia ha battuto
i pugni sul tavolo dopo il pessimo trattamento al Mondiale '03. Quando
ha disputato le 4 partite del girone in 14 giorni e la sfida decisiva
per il passaggio ai quarti con il Galles solo 4 giorni dopo il duro
scontro con il Canada. Ora le 4 partite sono distribuite nell'arco di
21 giorni e il test-match con la Scozia viene 10 giorni dopo il
modesto Portogallo. «Inoltre - precisa orgoglioso il presidente della
Fir Giancarlo Dondi - gli scozzesi volevano giocare contro di noi a
Murrayfield (il Mondiale ha anche 2 gironi a Edimburgo e Cardiff,
ndr), come con Romania e Nuova Zelanda. Gli abbiamo risposto picche,
imponendo il neutro di St. Etienne». E ottenendo una vittoria
politica, fuori dal campo. Ora serve quella dentro al campo.

Per ottenerla bisogna intanto recuperare gli infortunati: lesioni per
Dellapè alla coscia, Sole al polpaccio, Griffen alla zona lombare,
Festuccia e Castrogiovanni alla gamba, Pez alla spalla, Perugini alla
caviglia. Poi rimettere insieme i cocci di un ambiente a corto di
serenità. Il ct Pierre Berbizier, che in conferenza stampa assomiglia
sempre più al suo predecessore per i musi lunghi, le ovvietà e la
personalizzazione stizzita nelle risposte ai giornalisti, ha scelto
pubblicamente la strada morbida con i suoi giocatori. Niente
strigliate come a Genova dopo l'Argentina, panchina punitiva, o
frecciate ai giocatori. Le frasi del dopo Romania sono eloquenti.
«Ringrazio i giocatori che a soli 4 giorni dalla Nuova Zelanda hanno
avuto le risorse per vincere». «Ho apprezzato la loro capacità di
reagire quando sono andati sotto». «L'importante era vincere, non
giocare bene». «Non abbiamo trovato equilibrio nell'alternare gioco al
piede e altre opzioni, ma Pez ha avuto efficacia nel momento
difficile».

La strategia, insomma, è proteggere e compattare il gruppo, invece di
spronarlo e metterlo di fronte alle sue responsabilità come in
passato. Quasi si avesse il timore di mandarlo in frantumi, se
sottoposto a sollecitazioni ulteriori a quelle che già si autocrea per
la pressione del Mondiale. Questo avvalorerebbe voci raccolte a
Marsiglia, a margine delle dichiarazioni ufficiali, di maretta tra
atleti e tecnico, di insoddisfazione della preparazione nonostante gli
sforzi profusi, di utilizzo di atleti che hanno giocato male a scapito
di altri, di carenza di leadership. Tutte chiacchiere che se battiamo
la Scozia resteranno uno stormir di fronte. Ma se non ci riusciamo è
prevedibile che si trasformeranno in una bufera.

Ivan Malfatto



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