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[RUGBYLIST] Un auspicio per sabato!

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Mar 25 Set 2007 00:01:13 CEST


Qualche tempo fa, avevo espresso sulla list la convinzione che, se questo mondiale poteva esprimere una sorpresa, questa sarebbe stata l'Argentina. Non mi ricredo, anche se appare difficile azzardare il nome del vincitore della World Cup. Forse, vincera' chi si manterra' in costante progresso. Attenti dunque agli Aussies!     
Per noi italiani, c'e' una occasione non dissimile da quella degli irlandesi nell'ultimo Sei Nazioni. Per una generazione di nostri giocatori, c'e' la possibilita' di entrare nella storia totale, oppure di essere ricordati come ottimi rugbisti, ma non come giocatori capaci di terminare imprese plurime. Per un Troncon, per un Bortolami, per un Pez, per un Lo Cicero, e' giunto il momento di non arrestare 'the impulse of the ages', bisogna agire come se gli allori precedenti non ci fossero, pur sentendoli presenti dentro di se'!    
I nostri piu' maturi giocatori non devono vivere quest'incontro come quello della propria vita. Infatti, non devono essere i migliori a trascinare la squadra, ma l'opposto. In campo e' necessaria una sinfonia, non della musica da camera, e sono convinto che i nostri faranno un grande match. Occorrono comportamenti lineari ed una micidiale disciplina interiore. 4 aspetti mi sembrano irrinunciabili: finalizzare il gioco di piede, ricevere con attenzione, giocare diretti senza pura opposizione, non far dipendere tutto dagli avanti ma sfruttare invece la loro fantasia per incoraggiare il back row. Tutta la squadra deve accettare l'ingaggio, ma ci deve essere velocita' in uscita dalle rucks, insomma il match va affrontato con compatezza, senza preoccupazione di infortuni. In questo mondiale stiamo osservando molta fragilita' fisica. Se i nostri arriveranno al match temprati ed uniti, il rischio infortuni sara' completamente dimenticato. 
Due parole sulla polemica di Mazzocchi. Lamentiamo politiche di comunicazione (non solo in federugby) non strutturate, questo causa personalismi e  polemiche. Anche in federugby operano galantuomini, ma manca l'integrazione dei progetti e delle varie voci. Berbizier ha portato con se' la dote di un maestro di comunicazione, adesso e' il momento di sfruttare questa dote fino all'ultimo centesimo! Il nostro trainer deve lavorare sul contatto. Ogni giocatore deve sapere cio' che gli altri compagni pensano di lui, assicurando sostegno e chiedendo piena reciprocita'. Comunicare significa avanzare aspettative verso gli altri, come in una preghiera. La nostra squadra deve presentarsi in campo con un'unica voce, fatta di tante possibilita' esplicite. 
La Francia centrale presenta straordinari ricordi per noi. Uno domina su tutti gli altri. Grenoble e Saint Etienne sono molto vicine. Cosa accadde a Grenoble, dieci anni fa, il 22 marzo 1997? Cosa accadde a Giovannelli prima di quel match? Cosa accadde ad Ivan Francescato, a Vaccari, a Cuttitta, a Dominguez, a Troncon naturalmente?  
Nulla, nella vita, si ripete come ieri. Allora, si pianse e si godette. Oggi, mi sembra il momento di godere del vero rugby. Se attraversiamo, con gioia, la barriera invisibile che e' dentro di noi, quell'ombra che ci separa, a volte di un niente, dalla linea del vantaggio, allora tutto diventa possibile. Questo puo' accadere (come nelle nostre migliori tradizioni) anche improvvisamente, malgrado gli abissali difetti del nostro ambiente, e le sue poche, pressoche' uniche qualita', come direbbe Michael Linagh!
Dieci anni fa, a Grenoble, lasciando emergere ogni voce contraria ed ogni minuto contrasto, guardando in faccia brutalmente alle cose, leggendo gli occhi dei nostri emigranti in tribuna, i tanti sacrifici fatti da tanti italiani, entrammo un po' misteriosamente nella dimensione del grande rugby europeo.
Allora, eravamo ancora impreparati a cio' che pur si realizzo' in campo. Oggi le vittorie e le sconfitte lottano dentro di noi insieme, costantemente abbracciate. C'e' una grande oscurita'. Lasciamo che un lento e misterioso haka interiore penetri nei nostri cuori......

Giovanni         
  
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