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[RUGBYLIST] Italia - Inghilterra

allrugby allrugby a gmail.com
Dom 10 Feb 2008 01:41:54 CET


Intendiamoci. E' tardi. E sto ascoltando Tears in heaven di Eric
Clapton, quindi...
Volevo solo esternare alcune cossighiane, ma non picconanti considerazioni.
Ho visto oggi la Francia risorgere e sprofondare, pur non fino al
collo; ho anche visto un Galles fare molta fatica con la Scozia...
Che cosa vedrò domani?
Oggi ero a Paese, che è il mio paese,  a vedere una seconda scelta
della Benetton vincere per 41-0 sul Casinò Venezia (coppa Italia) del
mio amico e logorroico Boscolo.
Ripeto. Cosa vedremo, o meglio, che cosa ci aspetta domani?
Non dobbiamo credere che il XV della rosa sia dimesso causa infortuni;
ma questa è una considerazione che tutti gli esperti si saranno
premurati di mettere in evidenza.
Mi preoccupa, soprattutto, il fatto che chi va in guerra con poche
armi, fatalmente, perde: con onore  e palese riconoscimento degli
avversari, ma sempre, perde.
A differenza di tutte le altre squadre partecipanti al VI Nazioni, per
offendere, noi,  non abbiamo che la mischia. Ed è troppo poco. 3/4
votati alla difesa. Ok. Ma per l'attacco dobbiamo sperare solo negli
svarioni altrui (vedi Scozia del 2007).
Domani ci attende un "England" decimato dagli infortuni ma non
nell'orgoglio, e la ns. mischia non creda di trovarsi di fronte quella
del trifoglio di sabato scorso, anche se oggi, forse, più tonica con
la Francia. Ma solo più tonica.
E' un po' troppo pretendere di vincere sempre con Lo Cicero,
Castrogiovanni, Perugini & Co.
Sembra sempre di essere ad un passo dal prendere il vasetto del miele
senza adoperare la sedia. Ma la sedia serve ancora.
Troppo poco abbiamo per non ringraziare infinitamente  la ns. squadra
di quello che ha fatto sino ad oggi.
Ho sempre sostenuto, e sostengo, pur con tutto il rispetto per i ns.
baldi giovanotti, che con la ns. mischia ed i 3/4 di una Scozia pur
molto povera in tutti gli altri settori, faremmo paura al mondo. Ma
tant'è. Queste mie sono solo disquisizioni che lasciano il tempo che
trovano.
Domani (anzi, oggi, vista l'ora), ci dovremo inventare qualcosa.
Primo, fermarrli. Secondo, attaccare a testa bassa, con una mischia
che non dovrà cedere di un centimetro: siamo ad un'altra linea del
Piave, e qui a Treviso siamo soliti attraversare quei ponti con una
sorta di rispetto, sacra e formale memoria di chi, pur non paragonando
al rugby il suo sacrificio, si è immolato per tutti noi. Queste
partite si dovrebbero giocare in uno stadio in mezzo al Piave!
Ma si giocano a Roma, in un catino sempre più vicino a noi. E siamo
ripresi dal mondo. Questo basta a far risorgere l'orgoglio di una
squadra che, per troppi anni, ha perduto solo per pura inesperienza,
sfortuna, dabbennaggine, ect.
Facciamo vedere che le pur ns. spuntatissime armi sono altrettanto
efficaci di quelle di chi non ha, come noi, solo la fionda, ma un
sistema d'attacco tra i più sofisticati e "tecnologici" del pianeta
rugby.
Xe un boto e meso! Voo dormir.
Ciao.
Franco (TV)



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