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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 14 Gen 2008 13:31:08 CET


Dal Gazzettino di Treviso, ecco quanto pubblicato oggi in tema di rugby.
Ciao.
Franco (TV)

Under 19. Al Treviso il derby col Petrarca

SERIE A DONNE Red Panthers Benetton-Le Lupe Piacenza 58-7, ASR
Monza-Sitam Riviera del Brenta 5-5, Red&Blu Roma-Cagliari 63-0, CDS
Pesaro-L'Orso Biella 32-5; Benetton 50, Sitam 35, Red&Blu 34, Monza
33, CDS 23, Biella 9, Le Lupe 7, Cagliari 8.
SERIE CFerma l'Elite, in campo ieri solo il Girone Civ.
Valeggio-Pordenone 0-67, Valsugana-Trento 70-0, Valpolicella-Lido
Venezia 5-49, Frassinelle-Cus Verona 15-11, The Monsters-Valdagno
32-7, SudTirolo-West Verona 14-20, riposava Ped. Livenza; Lido Venezia
55, Pordenone 50, The Monsters 41, Ped. Livenza 40.

UNDER 19 Girone 1: Benetton Treviso-Carrera Padova 23-10, Montepaschi
Viadana-AlmavivA Capitolina 13-5, Easy Living L'Aquila-Tarvisium
17-17, Vibu Noceto-Cammi Calvisano 24-0, Barilla Parma-Laif Benevento
27-0; Benetton 49, AlmavivA 38, Tarvisium 35, Cammi 33, Carrera 27.
Girone 2: Casale-Rolly Gran Parma 10-60, Mirano-Grande Milano 12-8,
Cus Genova-MarchiolSanMarco 26-5, Banco Brescia-Orved San Donà 0-24,
Donelli Modena-Femi Cz Rovigo 6-17; Rolly 46, Orved 44, Donelli 41,
Femi Cz 30, Cus Genova 28, Grande Milano, Mirano 23, MarchiolSanMarco
19, Banco Bs 9, Casale 1.

E.G.
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 VERSO IL SEI NAZIONI Il manager azzurro spiega le convocazioni, solo
3 trentenni su 32 atleti. «Flaminio: certa la tribuna aggiuntiva da
1000 posti»
Italia più giovane e forte, Masi all'apertura
Checchinato: «Temo molti infortuni, privilegiato il criterio fisico
nelle scelte. Ghiraldini e Festuccia più freschi di Ongaro»

«Temo sarà un Sei Nazioni pieno di infortuni, visto che si viene da
una stagione ininterroTta di impegni come quella del Mondiale. Anche
per questo le convocazioni vanno nella direzione di fornire gioventù e
freschezza al gruppo». Il manager azzurro Carlo Checchinato spiega
così uno dei principali criteri emersi dalle prime scelte del neo citì
Nick Mallett: l'età. Su 32 atleti solo 3 hanno compiuto 30 anni:
Galon, Nieto e Lo Cicero.
Si guarda già al Mondiale 2011, oltre che al torneo 2008?

«No, sono stati scelti tutti i migliori attualmente disponibili,
comprese le novità inserite nel gruppo».

Allora gli esclusi Ongaro, Griffen, De Marigny, Vosawai non sono
ritenuti attualmente fra i migliori azzurri.

«Per il ruolo di tallonatore Ghiraldini e Festuccia hanno qualcosa di
più in fatto di freschezza. Per quello di mediano di mischia si
voglioNO provare altre soluzioni. Ongaro e Griffen, però, restano del
gruppo. Non sono stati dirottati nell'Italia A perchè hanno
un'esperienza tale che, quando saranno chiamati, saranno
immediatamente pronti. De Marigny si opererà all'inguine in Sudafrica
nei prossimi giorni, è disponibile. Vosawai ora non sta giocando
meglio degli altri».

L'ipotesi Gerard Fraser all'apertura è già tramontata?

«Per il Sei Nazioni temo di sì. Non dovrebbe riuscire a terminare in
tempo l'iter burocratico della cittadinanza italiana per matrimonio.
Non può diventare nemmeno equiparato, perchè non ha vissuto 3 anni
consecutivi in Italia. Lo riteniamo un'alternativa valida dopo il Sei
Nazioni».

Il numero 10 se lo giocheranno così Pez e Marcato?

«E anche Masi, stiamo valutando il suo spostamento. Lui si avvicina
molto ai criteri di peso e prestanza fisica con i quali Mallett, ma
ormai tutti nel rugby moderno, valuta le scelte dei ruoli».

Chi altri sono stati scelti per questo, ad esempio?

«Denis Dallan, unica ala in circolazione con un certo impatto fisico.
Antonio Pavanello, utilizzabile sia in 2. che 3. linea».

A quanto ridurrete il gruppo?

«A 24 dopo il raduno di Roma del 20-22 gennaio. Questi giocheranno
contro Irlanda e Inghilterra, gli altri finiranno nell'Italia A».

Al Flaminio saranno installate le tribune aggiuntive?

«Quella per i 950 posti in più di tribuna centrale, giù verso il
parterre, sì. Quella per i 5000 posti in curva sarà più difficile. Ma
se dovessero farcela, avremo un Flaminio per la prima volta da 30mila
spettatori».

Ivan Malfatto
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di A. Liviero

 Penaltouche al bando in nome dello spettacolo


Fermate la penaltouche. È il maul penetrante negli ultimi metri
l'incubo del nuovo millennio. Il mostro che toglie il sonno agli
australiani (debolucci nelle fasi di combattimento collettivo e
incalzati dalla concorrenza del rugby a tredici) e a molti
neozelandesi. L'accusa è semplice: da quando è stato legalizzato
l'ascensore, i calci di punizione spediti in rimessa laterale, dando
diritto al lancio, consentono la facile formazione di un
raggruppamento che troppo spesso approda alla meta. Si dice così che i
maul siano diventati imparabili. Una sorta di calci di rigore. E che
inibiscano il cosiddetto gioco alla mano. In buona sostanza: è
talmente conveniente andare per la penaltouche che si rinuncia al
gioco alla mano. Stanno davvero così le cose?
Dopo la prima parziale introduzione dell'ascensore, nel '96, le difese
erano effettivamente impotenti di fronte al ribaltamento del rapporto
lanciatore-saltatore: non erano più le torri a dover catturare il
lancio, ma il tallonatore a mettere il pallone nelle loro mani,
potendo il saltatore, a balzo avvenuto, beneficiare del sostegno al di
sopra della cintola. Erano anni in cui un pilone poteva anche trovarsi
in testa alla classifica dei metamen. Ma è bastato lasciare il tempo
alle difese di organizzarsi, e già alla coppa del mondo del '99 le
rimesse laterali sono tornate ad essere contrastate. E rubate. Prima
timidamente, poi in maniera più decisa. E con il combattimento è stato
più difficile vincere palloni di qualità per organizzare i
raggruppamenti penetranti. Dunque segnare.

Nel 2000 è intervenuta la totale liberalizzazione dell'ascensore:
sostegno anteriore al di sopra delle ginocchia in aggiunta a quello da
dietro all'altezza dei pantaloncini. E prese autorizzate prima del
lancio. L'effetto è stato stabilizzante sulla conquista. Non è bastato
per restituire alla penaltouche la pericolosità dei primi anni. Però
ha mantenuto una certa efficacia e un prezioso valore tattico. Sono
stati i maestri del genere ad eccellere e a trarne i vantaggi
maggiori. Come il Bourgoin di Laurent Seigne, capace anche di
ricorrere quasi esclusivamente a questo mezzo offensivo nel corso di
una partita. Cosa che non gli ha impedito di perdere due volte contro
il Treviso nel giro di poche settimane in Heineken Cup. E che non gli
ha fatto vincere lo scudetto.

Un quadro che ha indotto a inserire tra le nuove regole di gioco allo
studio dell'International Board (sperimentate prima all'università
sudafricana di Stellenbosch, poi in Scozia e tra i club australiani)
quella di autorizzare il crollo volontario del maul. Con la
concessione di un calcio libero alla squadra oppositrice quando la
palla diventa ingiocabile. Proposta che trova sostenitori, ovvio,
anche in Europa. Ad esempio in quella Francia che rimpiange il "french
flair" perduto. L'obiettivo dichiarato è quello di decretare la fine
della penaltouche. E di arrivare per decreto, anche col concorso di
altre misure, al rilancio del gioco di passaggi.

Non vi è dubbio che il maul abbia un'importanza strategica. Ma parlare
di minaccia al gioco appare una mistificazione. I dati dell'ultima
Coppa del mondo sono eloquenti: i raggruppamenti penetranti dai quarti
di finale alla finale, cioè nelle partite più equilibrate e importanti
del torneo, hanno fruttato 2 mete su 20. Un apporto non trascurabile
(10\%) se calcolato in relazione alla pluralità di mezzi utilizzati
oggi per superare difese sempre più ermetiche. Ma non certo tale da
giustificare la accuse di eresia rispetto al gioco.
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Troncon diventa dj il sabato a Radio 101

(im) Oltre che assistant del citì Nick Mallet, la nuova carriera
rugbistica di Alessandro Troncon passa dalla radio. Ogni sabato dalle
13 alle 13,30 su Radio 101, emittente della Mondadori partner Fir,
conduce il programma "Scatta in meta" con Gigi Meroni. Ha debuttato
sabato scorso.
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COPPE EUROPEE. ARRIVA IL LONDON IRISH: IL BENETTON DEVE SMALTIRE IL
CROLLO DI PERPIGNAN
Smith: «Battuti sul ritmo, ora dovrò fare lo psicologo»
Il petrarchino Mercier supera i 400 punti in Challenge: solo Elwood
meglio di lui. Meta decisiva di Bortolussi a Bayonne

Treviso
NOSTRO SERVIZIO

Tanta amarezza e delusione. Il Benetton torna dalla Francia con una
sconfitta pesante col Perpignan e che mai avrebbe pensato di così
larghe proporzioni dopo i primi 40' chiusi sotto di 2 punti, 13-15. La
ripresa però è stata impietosa e Perpignan ha piazzato un parziale di
40-0. «Sono amareggiato per come è finita, ma non preoccupato dice il
tecnico trevigiano Franco Smith . Abbiamo affrontato una squadra che
negli ultimi tempi era sotto pressione, oltretutto doveva vincere a
tutti i costi, aveva molta fame di vittoria. Perpignan ha pertanto
dato un ritmo e una intensità al gioco ai quali noi non siamo
abituati, rispetto alla partita giocata a Treviso in novembre sembrava
una squadra completamente diversa».

Alla fine del primo tempo molti di parte trevigiana credevano
possibile addirittura la vittoria, poi cosa è successo?

«I placcaggi. Ne abbiamo sbagliati tanti. Non siamo stati in grado di
tenere il loro ritmo. Nel primo tempo la partita ha avuto grande
intensità e quando noi giochiamo in campo europeo dopo due gare di
Campionato risentiamo di questa intensità, abbiamo bisogno almeno di
una partita per ritrovare l'abitudine ai grandi scontri. Teniamo
magari un tempo e poi crolliamo, era successo col London Irish, è
successo a Perpignan».

A livello di pacchetto Treviso ad un certo punto sembrava quasi
impossibilitato a fare qualcosa di positivo

«La mischia è fondamentale nel rugby, Perpignan ha indubbiamente un
pacchetto superiore al nostro, finchè siamo stati in grado di tenere
il loro passo abbiamo mantenuto un certo equilibrio nel risultato, ma
quando gli avanti non ne avevano più è stata una situazione difficile
da gestire. Neppure i cambi sono serviti».

Sabato giocherete l'ultima partita in Heineken Cup, a Treviso arriverà
il London Irish che ha assoluto bisogno di vincere. Cosa ti aspetti?

«Questa settimana sarà importante riprendere con serenità, dovremo
lavorare anche psicologicamente con i ragazzi. Penso che abbiamo
bisogno di giocare una partita in casa. Sono comunque fiducioso,
sappiamo che possiamo fare una buona prestazione. Importante sarà non
risentire di questa batosta».

Ennio Grosso
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 Il nuovo coach assicura: «Sceglierò solo in base al merito». Ma il
governo si aspetta una squadra che rifletta i cambiamenti sociali. E i
conservatori sono pronti ad attaccarlo al primo errore
Citì nero nel tempio dei bianchi: Sudafrica col fucile puntato su De Villiers

Sono serviti centodiciassette anni. Ma alla fine il primo Ct non
bianco nella storia degli Springboks è stato nominato. Mercoledì
scorso Oregan Hoskins, presidente della Saru, ha annunciato la grande
svolta. Al posto dell'indesiderato e non-allineato Jake White, Ct dei
Boks campioni del mondo 2007, è stato scelto il cinquantenne coloured
Pieter de Villiers fino ad ora allenatore di successo con i Baby Boks
(campioni del mondo under 21 nel 2005 in Argentina) e con gli Emerging
Springboks, vittoriosi l'anno scorso nel Torneo delle Nazioni in
Romania. Il grande sconfitto di questa votazione, "presa a maggioranza
striminzita" come ha affermato Johan Prinsloo manager della Saru, è
stato Heyneke Meyer il favoritissimo candidato della vigilia dall'alto
del suo inattaccabile record di vittorie recenti nella Currie Cup e
nel Super14 con i Blue Bulls. Al momento della scelta l'esecutivo
federale ha considerato in primis la necessità di dare più forza alla
trasformazione con cui si vorrebbe allineare lo sviluppo del rugby tra
coloured e neri così come è sempre avvenuto con i bianchi.
Lo stesso Hoskins ha chiaramente affermato che la decisione ha
innanzitutto tenuto conto dei cambiamenti sociali ancora prima di
guardare al solo curriculum agonistico dei candidati (tra cui anche
Allister Coetzee e Chester Williams). Il nome più ovvio era quello
dell'ex-tecnico dei Blue Bulls: Meyer infatti era appoggiato dalla
frangia più conservatrice dell'establishment bianco di Pretoria legato
a doppio filo alla Broederbond e molto ben supportato a livello
mediatico dal quotidiano di lingua afrikaans Rapport. Davvero troppo
per la nuova dirigenza Saru nonostante lo stesso Meyer sia stato, dati
alla mano, il tecnico che più ha utilizzato a livello internazionale
giocatori non bianchi dal 2000 in poi. «Smettiamola subito col fatto
che sono un coloured» ha stigmatizzato il neo-Ct Pieter de Villiers
«sono semplicemente il nuovo coach dei Boks e sceglierò i giocatori
solamente in base al merito. E comunque non intendo reinventare la
ruota per cui stravolgere l'attuale squadra campione del mondo sarebbe
una stupidaggine enorme» ha concluso.

Prima di scegliere de Villiers, la Saru ha tastato il polso allo
zoccolo duro dei Boks campioni del mondo che nello scorso mese di
novembre avevano bisbigliato alle orecchie di Hoskins la possibilità
di un ammutinamento in massa della nazionale in caso Meyer non fosse
stato nominato. Un insuccesso economico e di immagine che la dirigenza
federale non si sarebbe potuta certamente permettere. Vittoria
politica quindi per la linea più progressiva legata alla mentalità
della zona del Capo. E gira già in maniera piuttosto insistente la
notizia che nientemeno che Jake White sarà consigliere privilegiato di
de Villiers. Quest'ultimo è ben conscio di cosa l'aspetta: i bianchi
avranno il fucile puntato contro di lui pronti a sparargli
ogniqualvolta i Boks faranno brutta figura; i coloured vorranno più
spazio; i neri potrebbero boicottarlo perché storicamente e
tecnicamente in difficoltà nell'integrazione dentro al rugby
sudafricano. A Galles e Italia il compito di testare il nuovo corso
Springbok nel giugno prossimo.

Giampaolo Tassinari
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 (G.T)Ad un turno dal termine della prima fase arriva il clamoroso
verdetto dell'eliminazione dei vice-campioni in carica del Leicester.
Il XV di Loffreda perde malamente ad Edinburgo mentre il Tolosa
diPerugini (dal 57') cede 20-13 al Leinster (2 mete dell'ala Luke
Fitzgerald, 10 punti di Felipe Contepomi) che tiene vive le speranze
di qualificazione. Per Tolosa un brutto modo di festeggiare la 90.
gara di coppa.
I Saracens diOngaro (fino al 77') travolgono il Biarritz (Masi40')
grazie a 2 mete del 2. linea ex-All Black, Chris Jack e a 18 punti al
piede del connazionale Glen Jackson. Nulla da fare per Viadana, che
pur ha chiuso avanti 12-10 il 1. tempo (2 mete Erasmus, una
trasformata da Howarth). Nella ripresa non basta un piazzato di Pilat
per dare ai mantovani la prima vittoria di coppa. L'Ulster di
capitanDel Fava (80') supera il Bourgoin. Cade il Gloucester
(Bortolami e Nieto 80') nella tana degli Ospreys con i quali la grande
speranza gallese James Hook segna 22 punti. Risorge lo Stade Français
che intasca la 46. vittoria consecutiva in casa superando il
Bristol:Parissein campo per tutta la gara, i fratelli Bergamasco non
si sono alzati dalla panchina. Nel Munster, che pur perdendo a
Clermont resta in corsa, ha debuttato l'ala All Black Dough Howlett.

NellaChallenge Cupil Bath passa a casa dell'Overmach Parma e si
qualifica ai quarti con un turno di anticipo. Lo imitano Worcester e
Sale. Il Calvisano saluta le ultime speranze di qualificazione
perdendo in casa col Castres (Canavosio 80'). Rimane in corsa il Brive
(tutti i 12 punti diOrquera) sconfitto in casa dal Newcastle sotto
l'attenta direzione del fischietto napoletanoCarlo Damasco. Arbitro
italiano anche a Leeds:Alan Falzoneha diretto lo scontro tra i locali
del Carnegie ed i francesi del Dax. Nel Montpellier meta
diBortolussi(78' in campo) e 80' in campoStoica.

HEINEKEN CUP(5° turno)Gruppo 2: Risultati (tra parentesi i punti in
classifica): Ulster (5)-Bourgoin (7) 25-24, Ospreys (17)-Gloucester
(19) 32-15.Gruppo 3: Cardiff (16)-Harlequins (2) 23-12, Stade Français
(13)-Bristol (12) 19-11.Gruppo 4: Viadana (3)-Glasgow (15) 15-18,
Saracens (20)-Biarritz (13) 45-16. Gruppo 5: London Wasps
(18)-Llanelli (0) 40-7, Clermont (14)-Munster (15) 26-19. Gruppo 6:
Leinster (12)-Tolosa (15) 20-13, Edinburgo (9)-Leicester (10) 17-12.

EUROPEAN CHALLENGE CUP(5° turno).Gruppo 1: Overmach Parma (6)-Bath
(23) 13-31, Auch (14)-Albi (7) 15-13.Gruppo 2: Montauban
(11)-Worcester (24) 7-24, Bucaresti (10)-GrAN Parma (3) 21-20.Gruppo
3: Brive (16)-Newcastle (19) 12-19, El Salvador (0)-Connacht (14)
0-60.Gruppo 5: Leeds (19)-Dax (3) 25-18, Calvisano (9)-Castres (17)
9-27.

RECORD MERCIER - (im) Con i 6 punti siglati nella sconfitta di Sale,
l'apertura francese del Carrera Padova Ludovic Mercier ha valicato due
storici muri: 500 punti complessivi nelle coppe e 400 punti in
Challenge Cup. Mercier è salito infatti a 504 e 403 punti in 13
stagioni europee (45 presenze) disputate con 6 club diversi: Beziers,
Aurillac, Pau, Grenoble, Gloucester e Petrarca. Davanti a lui nella
classifica assoluta di Challenge ha solo l'irlandese Eric Elwood
(Connacht) con 473 punti, che si è ritirato. L'anno prossimo potrà
tentare di superarlo. Mercier, oltre alle 11 stagioni di Challenge,
vanta 101 punti nelle 2 stagioni giocate in Heineken.



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