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[RUGBYLIST] Nazionale e...

allrugby allrugby a gmail.com
Ven 13 Giu 2008 15:10:30 CEST


Ciclicamente, ritorna in list la discussione sulla presenza di
"pseudo-italiani" (oriundi, equiparati e quant'altro) nella nazionale
di rugby.
Ogni apporto d'opinione ha le sue valide argomentazioni, dai
possibilisti che accetterebbero in Nazionale il "non italiano" purchè
vero campione, agli intransigenti che, invece, vorrebbero una
nazionale esclusivamente di atleti italiani.
Ricordo Maset, che giocò, tanto tempo fa, un paio d'anni nella
Benetton: nonni di Vittorio Veneto e lui nato in Francia con
passaporto italiano: un bel caos!
Per non parlare del presente: Galon nasce in Italia da padre francese
(Paul, che conosco di persona) e da madre trevigiana: comincia nel
Benetton, poi se ne va in Francia, quindi ritorna in Italia.
Non fraintendetemi: non voglio dire che Galon non sia italiano, voglio
solo sottolineare le molteplici, ed a volte comiche sfumature che
potrebbero evidenziarsi nell'identificazione di "italiano", anche se
le regole per farlo esistono e sono applicate.
Io credo che, se per noi appasionati e tifosi (la cosiddetta "gente
comune") vedere l'Italia giocare con giocatori italiani è un punto
d'orgoglio ed un'aspettativa per molti necessaria, per altri (i
vertici del rugby, della politica dello sport, delle società più in
vista, ecc.) il tutto passa in secondo piano quando spuntano fuori i
quattrini.
Pensate ad un Italia ancora fuori dal VI Nazioni, ad un campionato del
mondo giocato con la stessa visibilità di una setta carbonara, ai
media che danno al rugby lo stesso spazio che concedono alla pelota
basca!
I quattrini, o meglio, solo la prospettiva di incassarli, ha il potere
di smuovere le montagne: quando il business si fa ghiotto, tutto gli
si muove attorno per per sedurlo, coccolarlo e... sfruttarlo.
E così anche l'Italia del rugby deve mettersi davanti allo specchio
per farsi più bella, per rendersi piacevolmente visibile, per
truccarsi, insomma. In modo da nascondere i difetti, i nei e le rughe
di un movimento non vecchio, ma che vive, forse, sopra le proprie
possibilità (culturali, atletiche e tecniche).
E così la facciata è salva, i quattrini anche, mentre continuano i
mugugni della "gente comune" che vorrebbe, magari, una Nazionale un
po' più "brutta" (non truccata) ma più ruspante e genuina: la
"propria" Nazionale.
Ciao.
Franco (TV)



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