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[RUGBYLIST] il "Vangelo" della "Gazzetta"

A Zibana azibana a tin.it
Ven 7 Mar 2008 11:43:13 CET


Sono d'accordo con quanto dice Giovanni.
Bisognerebbe convenire che certo principi stanno a poco a poco diluendosi con l'avvento del professionismo.

Antonio
  ----- Original Message ----- 
  From: Giovanni Sonego 
  To: rugbylist 
  Sent: Friday, March 07, 2008 11:13 AM
  Subject: Re: [RUGBYLIST] il "Vangelo" della "Gazzetta"


  allrugby ha scritto: 
Riporto un trafiletto (trascritto a mano per poterlo mettere in list)
dalla Gazzetta, l'unico quotidiano sportivo italiano a sfondo
scandalistico e pieno di pettegolezzi da barbiere.
Ricordo solo il nome dell'autore - Michele - perchè il cognome non me
lo sono, colpevolmente, annotato. A seguire i miei personalissimi
commenti.
La punteggiatura è invariata rispetto all'articolo originale, quindi,
non prendetevela con il sottoscritto, che ha solamente riportato
l'articolo. Eccolo:

Il rugby non sarà il mondo delle fiabe ma non può diventare un "calcio
qualsiasi".

Il rugby forse non è il regno incantato che troppe volte si tende a
raccontare, ma in esso permangono ben saldi determinati valori etici
che affondano nella tradizione, trasmettendo quel senso di purezza che
ha fatto centro nel cuore della gente. E allora restiamo un po'
stupiti se in pochi giorni un ns. giocatore Mauro Bergamasco si becca
13 settimane di squalifica per un dito nell'occhio ad un avversario e,
soprattutto, se viene inoltrata una protesta (anche se non
strombazzata) contro gli arbitraggi. COME UNA QUALSIASI SQUADRA DI
CALCIO.
  Innanzitutto due premesse. In primo luogo sono d'accordo con la prostesta della federazione. In seconda battuta, ammetto di essermi posto la stessa domanda del giornalista della gazzetta: "non stiamo facendo come nel calcio? Dove sta la differenza?"

  Purtroppo, pero', mi spiace dover constatare che in rugbylist capita troppo spesso che quando una persona, magari anche poco competente, arriva un'osservazione che non ci piace (ma tutto sommato educata), c'e' sempre qualcuno che insorge per "lesa maesta' rugbyistica". Ma non e' che siamo un po' permalosetti?

  Non sarrebbe piu' utile prendere spunto da questa notiziola della gazzetta, per approfondire e cercare di capire quale differenza di stile c'e' tra una reclamo fatto nelle forme e nei modi della nostra federazione e un qualsiasi "reclamo calcistico"? 

  Intanto comincio a riportare qui l'unico articolo che ho trovato in rete sull'argomento (e il fatto che sia l'unico la dice lunga sulla differnenza di stile). http://www.corrieredellosport.it/notizie/SeiNazioni/79/notizia_20979.shtml

  Giovanni Sonego
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  Ecco l'articolo:
  http://www.corrieredellosport.it/notizie/SeiNazioni/79/notizia_20979.shtml

  Sei Nazioni, l'Italia chiede rispetto
  Dopo la lunga squalifica di Bergamasco, lo staff azzurro passa al contrattacco. Mallett: «Non giustifico Mauro, ma lo capisco. Vorrei che gli arbitri ci trattassero come le nazionali più titolate»

  ROMA, 5 marzo - Citazioni, squalifiche, provocazioni e torti arbitrali. L'Italia alza la voce, con toni pacati ma comunque decisi. È il team manager Carlo Checchinato a farsi portavoce del malcontento azzurro: «Vogliamo dei chiarimenti, e li abbiamo chiesti per vie ufficiali senza alzare un polverone, senza rivolgersi alla stampa come ha fatto Warren Gatland prima del match contro di noi». Tutto messo nero su bianco da Checchinato in una lettera indirizzata a Paddy O'Brian, dell'Irb, la Federazione internazionale rugby, con allegato un Dvd dove sono raccolte le immagini dei torti arbitrali subiti dagli azzurri. «Il nostro atteggiamento non c'entra niente con la squalifica di Mauro Bergamasco  - precisa il ct Nick Mallett - per lui abbiamo già fatto il possibile recandoci a Londra con gli avvocati e facendo presente alla commissione disciplinare tutte le attenuanti del caso, come il placcaggio alto e il conseguente infortunio subito da Bergamasco pochi secondi prima. Sia ben chiaro non lo giustifico per quello che ha fatto, ma lo capisco, avrebbero potuto dargli 2 anni di squalifica, stando al regolamento».

  RISPETTO - Il rispetto che l'Italia di Mallett chiede è lo stesso di cui parlò Pierre Berbizier in due occasioni, durante il Sei nazioni 2006, e dopo il test match dell'agosto scorso contro l'Irlanda. Ancora una volta le interpretazioni arbitrali sono il cuore del problema: «Vorrei che gli arbitri ci trattassero come le nazionali più titolate: quando allenavo il Sud Africa e giocavo contro la Nuova Zelanda, mi aspettavo lo stesso metro di giudizio, e così era: se un giocatore tratteneva la palla a terra, l'arbitro fischiava, per entrambi, con l'Italia invece non capisco perché debba essere diverso».

  Daniele Piervincenzi 








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