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[RUGBYLIST] Under 20

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Mer 12 Mar 2008 21:49:11 CET


Aggregare i clubs rugbistici mi sembra necessario per sviluppare il gioco. Tra Sciacca e Canicatti ci sono 6 clubs, ce ne sono piu' di 20 in provincia di Treviso, e circa 600 se non sbaglio in tutta Italia. Mi viene riferito che la federazione penalizza con multe le uscite dei clubs dalle divisioni minori, insomma in Italia c'e' il partito del 'piccolo e' bello'. Con una struttura cosi' parcellizzata, pochi sono gli allenatori in Italia che passano tempestivamente di livello tecnico mediante corsi nazionali e brevetti derivanti da diplomi pubblicamente riconosciuti. Gli standards di coaching non essendo unificati come negli altri paesi avanzati, anche prima della specializzazione nel rugby, manchiamo di sistemi di valutazione adeguata delle capacita' dei giocatori. La maggior parte degli allenatori proviene dagli avanti, quindi il training specifico nel settore tre quarti ha contenuti insufficienti in mancanza di standards formativi completi e obbligatori erga omnes. A monte di tutto cio', un centro tecnico nazionale per lo scambio permanente in campo tecnico, tattico e didattico favorirebbe un vero cambiamento. Disponiamo gia' di una buona e competente stampa specializzata di palla ovale, ma non vi sono libri tecnici italiani sul rugby. Alberto Bertolazzi, al quale non sono in grado di rispondere personalmente via mail, mi chiedeva di testi didattici in inglese; quelli che ho visto in francese si trovano sul sito federale, www.ffr.fr, nella parte documentation-> un livre à la une, dove si trovano anche i testi per le scuole. Perche' non vinciamo mai con la Francia? Con un numero di clubs largamente inferiore al nostro e concentrato in sole quattro-cinque regioni del paese (Auvergne, Linguadoca, Pirenei, Ile de France, Provenza), la Francia ha un numero di tesserati cinque volte superiore all'Italia ed una posizione di primato. Eppure, fino agli anni cinquanta, la politica federale francese era localistica come la nostra (e Lourdes vinceva il campionato), poi si e' deciso di cambiare strada, con grandi societa' e una vera struttura nelle scuole. Quando facevo il liceo a Parigi negli anni sessanta il rugby era gia' diffuso come sport principale insieme al calcio e all'atletica.      
Giovanni 
   
----- Original Message ----- 
  From: Salvatore Messina 
  To: Giovanni Ciraolo ; daniela scalia 
  Cc: rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Wednesday, March 12, 2008 11:33 AM
  Subject: Re: [RUGBYLIST] Under 20


  Analisi più che precisa, quasi professionale.

  Purtroppo sembra che nella "stanza dei bottoni" si sappia benissimo cosa fare ma la tempistica d'intervento sia quella tipica "ministeriale" italiana.



  L'accademia nazionale per esempio: fondamentale 10 anni fa ma oggi quasi inutile, non tanto per la qualità quanto per il fatto che oggi come oggi i ragazzi di interesse già si allenano giornalmente con i propri club.

  Quello che manca, come dici benissimo, è la sperimentazione, il rugby tecnico, lo studio, la formazione degli addetti ai lavori. Manca una scuola di rugby italiano.



  Per quanto riguarda i club, che fanno giustamente i propri interessi, in questi ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria proliferazione degli appassionati che tuttavia non trovano spazio nei club esistenti. Piano piano si stanno riempiendo i "buchi" geografici che hanno da sempre pesato sui bilanci delle società. D'altra parte società esistenti si ritrovano a rifiutare giocatori seniores perchè non hanno e/o non vogliono un settore amatoriale. Infine la massa di ragazzi che sempre più si avvia al rugby non riesce ad essere seguita da professionisti per carenze di bilancio generale o per una gestione diversa del bilancio più sull'immediato. Bisognerebbe creare veramente delle accademie permanenti che raggruppino 4/5 club per zona con tecnici fissi e professionali, che operino sui settori giovanili gestendo 40/50 ragazzi per fascia d'età tra i migliori.


   
  PEACE & LOVE & PLAY RUGBY 



  Salvatore Messina 



  ----- Messaggio originale -----
  Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it>
  A: daniela scalia <cohimbra a gmail.com>
  Cc: rugbylist a rugbylist.it
  Inviato: Martedì 11 marzo 2008, 21:33:53
  Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Under 20


  In Italia ci sono diversi talenti nascosti che non emergono. Per tante ragioni. Provo ad individuarne qualcuna.
  1) il rapporto tra numero di clubs e tesserati effettivi e' troppo elevato, oltre cinque volte superiore all'Irlanda; i mezzi finanziari sono insufficienti anche per i clubs maggiori e si ricorre a stranieri perche' costa meno acquisire uno straniero (non al vertice della carriera) piuttosto che sviluppare due o tre giocatori italiani per qualche anno, e poi perderli (proporrei quindi un'imposta negativa da versare alle societa' meno affluenti) 2) la struttura educativa federale di avviamento e di promozione del rugby va sviluppata, in quanto scarsi sono i legami con la scuola e l'universita' a livello nazionale; in Francia ed Irlanda questo settore e' molto curato, anche con ottimi libri dedicati al rugby scolare (iniziamo a tradurli in italiano!) 3) Manchiamo di centri di eccellenza per gli U17, vedi la politica attuale della federazione argentina 4) Manca un centro tecnico federale completo che si avvicini al modello irlandese o a Marcoussis, con un settore ricerca ed esperti anche universitari di scienza dello sport (li troviamo solo in nazionale) 5) Manca un'adeguata struttura di stages per gli allenatori; non che non vi siano allenatori competenti nel nostro paese (talvolta non in top ten...), ma la struttura dei diplomi richiesti non sembra ottimizzata (in certi paesi sono richiesti diplomi di Stato per allenare squadre professionali) 6) Non vi e' nel nostro paese una educazione tattica al gioco del rugby; mancano addirittura i libri in materia; di conseguenza, molti nostri giovani migliori non riescono ad affinare il loro bagaglio tecnico e tattico, e si adattano alle qualita' degli stranieri impiegati in squadra, fragilizzandosi in quanto impiegati in modo irregolare 7) Nelle nostre giovanili, la disciplina interiore nei riguardi dell'allenatore non viene fatta rispettare; ci sono dei buoni trainers, ma talvolta sembra che parlino al vento; addirittura i giocatori si inventano in campo cose che non hanno mai nemmeno provato in allenamento! La cosa curiosa e' che si vedono sui nostri campi (anche giovanili) delle mete bellissime in velocita', con ottimi sincronismi individuali, alternate ad azioni dilapidate sul piu' bello, per non voler eseguire cose semplici (un incrocio o un passaggio saltato etc), ed anche molte opzioni a disposizioni degli avanti in touche o in mischia non vengono recepite dai nostri giocatori (inclusi talvolta gli stessi giocatori della nazionale!!).     
  Scusate la lunghezza della mail. Siamo partiti in ritardo rispetto agli altri paesi nel rugby? Non mi risulta. Il rugby italiano inizia gia' dopo il 1910. Si tratta di dissotterrare dai cassetti non solo federali tanti progetti, iniziando magari anche dal sito della federugby con una mappa geografica dell'Italia dove cliccando sulla propria area si evidenzino i centri di interesse per avviarsi al rugby o praticarlo, con un commento (attualmente non presente) sulle attivita' di ogni centro o societa'. 
  Giovanni   
    
    ----- Original Message ----- 
    From: daniela scalia 
    To: Giovanni Ciraolo 
    Cc: Massimo Gallo ; gaetano.palmiotto a fastwebnet.it ; rugbylist a rugbylist.it 
    Sent: Tuesday, March 11, 2008 8:17 AM
    Subject: Re: [RUGBYLIST] Under 20


    Come ben sapete non ho pretese di essere una grande intenditrice sul piano tecnico, ma per la breve esperienza fatta al seguito della nuova Nazionale "A", ribattezzata Nazionale Emergenti, penso che per lo sviluppo e gli esperimenti sia un ottimo banco di prova...peccato che abbia poche occasioni per testarsi. Credo che se la FIR riuscisse a promuoverne e a implementarne l'attività si potrebbero raccogliere buoni frutti...fatemi sapere che ne pensate...

    Grazie, Daniela


    Il 10/03/08, Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it> ha scritto: 
      Veramente non vorrei che Mallet raggiunga alcuni dei suoi obiettivi, con
      carattere latino, cioe' da uomo della provvidenza, e poi alla sua partenza
      tutto passi in cavalleria. Stimo Mallet, ma un uomo solo non puo' cambiare
      tutto.
      Per quanto riguarda le aperture, Buso e' uomo di buona gavetta e perche'
      aspettare troppo a promuovere Rubini?? giusta qui secondo me la tua
      considerazione sul cominciamoli a farli crescere nei clubs....
      Sui mediani mischia, oltre a Patelli, Toniolatti ha una forte personalita'
      ed anche un po' di astuzia tronconiana
      Giovanni


      ----- Original Message -----
      From: "Massimo Gallo" <gallomassimo a iol.it>
      To: "Giovanni Ciraolo" <jxcira a tin..it>; <gaetano.palmiotto a fastwebnet.it>;
      <rugbylist a rugbylist.it>

      Sent: Monday, March 10, 2008 10:24 PM
      Subject: Re: [RUGBYLIST] Under 20


      > Il problema è sempre lo stesso. I giocatori di prospettiva ci sono, ma non
      > giocano. Non giocano con la loro squadra di club perchè dovrebbero giocare
      > in Nazionale? Nulla contro Lo Cicero sulle cui qualita' c'è poco da
      > discutere, ma credo si avvii verso la discesa e il suo utilizzo dovrebbe
      > essere 'gestito', peccato che i piloni di livello internazionale sono
      > pochi: Perugini Nieto e Castrogiovanni. Staibano si è fatto fuori da solo,
      > Cittadini lo aspettiamo. Parliamo delle aperture? Superfluo: avete detto
      > già tutto. Per far maturare Marcato Mallet è costretto a farlo giocare in
      > un ruolo non suo visto che nel suo club lo spazio è poco. Io ci metterei
      > anche il discorso Mediano di Mischia. Abbiamo giubilito Troncon per poi
      > richiarmalo sul finire di carriera. L'interregno è stato gestito da
      > Griffen che a me non dispiace, ma che non è certo un fuoriclasse, tutto
      > cio' a scapito di Picone e Travgli che, lo ricordo, erano i titolari
      > dell'Under 21 di 5 anni fa.... non ieri ma 5 anni fa. Ora pretendiamo che
      > i due siano all'altezza della situazione... cosa impossibile se diamo
      > un'occhiata alla loro attivita' degli ultimi cinque anni: quanto anno
      > giocato? E a che livello? Possiamo andare avanti all'infinito. Vogliamo la
      > botte piena e la moglie ubriaca. Vogliamo una squadra giovane e di
      > Italiani pero' i giovani italiani non giocano nei loro club. Vogliamo
      > vincere pero' vogliamo costruire la nazionale del futuro. Vogliamo un
      > campionato all'altezza pero' non siamo in grado di trattenere i migliori.
      > Vogliamo esperienze di alto livello che giovino al movimento ma non
      > vogliamo le franchige. Decidiamo cosa vogliamo...... ogni soluzione è buona
      > ma poi va percorsa fino alla fine. In questo Mallet è un signore con la
      > sua coerenza. Lui vuole qualificarsi al Mondiale, e vuole giocarsi il Sei
      > Nazioni nel giro di due anni. Sarà pure fantascienza ma lo potremo dire
      > solo tra qulche tempo. L'unico mio dubbio riguarda il contratto di Mallet:
      > spero che la Fir si sia quantomeno cautelata su eventuali ripensamenti. Un
      > Berbizier bis non mi piacerebbe. La Nazionale italiana non puo' essereuna
      > vetrina per tornare nel 'giro'. Faccia cio' che crede, sperimenti ma alla
      > fine deve portare i risultati e non deve andare via se si rende conto che
      > la coperta è corta: lo sapeva anche prima!
      >

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