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[RUGBYLIST] allenatori italiani..e quant'altro..

athos.fba athos.fba a fastwebnet.it
Mer 26 Nov 2008 13:58:56 CET


Concordo su molte cose che hai detto, il tutoraggio e il sistema di formazione  "efficace" l'ho visto direttamente durante uno stage a Tolosa, ma una cosa dimentichi nell'elenco delle cose necessarie, le risorse ECONOMICHE.
I club più grossi hanno soldi e strutture  per organizzarsi, molti altri cercano di "professionalizzarsi", nonostante tutto, moti altri vivono ancora di passione e volontariato, encomiabili, necessari, ma non più sufficienti se vogliamo davvero svoltare, senza contare che per quanti sforzi fai, a tutti i livelli, poi arrivano "i federali" prendono il ragazzotto grande grosso, spesso " bon da gnente" e affermano tronfi e sicuri che tanto a "imparargli" a giocare ci penseranno loro...
E su questi argomenti si potrebbero scrivere pagine lunghe chilometri, ma non credo che alla list interessi poi molto, essì che questi argomenti, a mio modo di vedere, sono il crocevia fondamentale per prendere "il bivio" giusto....

ciao
fabio
  ----- Original Message ----- 
  From: Salvatore Messina 
  To: rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Wednesday, November 26, 2008 10:24 AM
  Subject: I: Re: [RUGBYLIST] allenatori italiani..e quant'altro..


  Tutte belle ed interessanti proposte.
  Rimangono 2 problemi di fondo:
    1.. per avere tutta questa competenza serve un'attività costante ed un aggiornamento impegnativo; sopratutto con i bambini, anche una praparazione che non è solo tecnica ma psico/pedagogica (oltre ad essere portati); occorre quindi un bagaglio culturale di alto livello (scienze motorie) ed un impegno professionale; 
    2.. non basta avere formazione e fare formazione, bisogna anche verificare che la formazione venga recepita ed applicata, vale a dire ispezioni e controllo.
  A questo aggiungiamo che non bastano i libri o una settimana di corso a fare un allenatore. Serve principalmente un maestro. Vale a dire qualcuno che ti segua e ti insegni sul campo come allenare facendo esperienza pratica per qualche anno. Altro problema è che la quasi totalità dei tecnici iniziano dalle giovanili, proprio nel settore più critico dove serve la massima competenza ed esperienza. Addirittura abbandonati a loro stessi ed alla loro inventiva.



  Data tale situazione di fondo, è ovvio che il movimento italiano non sia competitivo. Poche società si sono attrezzate con allenatori professionali, preparati ed organizzati in strutture tecniche piramidali. La maggior parte del lavoro viene fatto da persone che hanno un'altra attività, in gran parte estranea al mondo sportivo.

  Lo stesso avviene all'estero per quanto riguarda il club, solamente che la formazione di base giovanile avviene in ambito scolastico curricolare. Vale a dire con insegnanti "di ruolo" o assunti su convenzione. Sui quali (almeno nei paesi anglosassoni) viene effettuata una selezione e controllo. Magari non saranno dei maghi ma almeno hanno le carte in regola.



  Secondo me, quindi, la considerazione che possiamo fare è che in Italia siamo già (se ci confrontiamo con altri sport di squadra nazionali) ad un alto livello di preparazione che ci viene invidiato, anche se generata dall'impegno individuale di ogni tecnico. Semmai possiamo dire che, mentre per le prime squadre si esonerano allenatori a metà campionato, nelle giovanili per un tecnico un risultato valido per la riconferma è quello di aver finito il campionato. Figuriamoci se viene verificato il buon operato e l'insegnamento corretto almeno dei fondamentali.
   

  PEACE & LOVE & PLAY RUGBY 



  Salvatore Messina 



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