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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

allrugby allrugby a gmail.com
Mar 8 Dic 2009 00:15:45 CET


Dal Gazzettino.
'Notte.
Franco (TV)

«Campione d’inverno più capitano, uomo del match, in meta e spostato
tutta la ripresa in terza linea, mio ruolo originario, dove non
giocavo da sette anni. E il giorno dopo il matrimonio di uno dei miei
migliori amici. Cosa potevo volere di più?».
      Davvero nulla. Antonio Pavanello, leader del Benetton primo con
34 punti al termine del girone d’andata del Super 10, vive un momento
d’oro. Personale e di squadra. Il giorno dopo il 37-19 sull’Aquila è
fra i banchi di una chiesa. Dove il suo ex compagno di seconda linea
con Rovigo Tommaso Reato, fisico e barba alla Sandokan, convola a
nozze con la sua Marianna, la perla di Arquà. «Non siamo riusciti a
tornare a giocare insieme con l’Italia durante questi test autunnali -
continua Antonio - Ma siamo riusciti a tagliare il traguardo del
matrimonio a pochi mesi di distanza. Chissà che la prossima volta ci
vada bene anche in azzurro».
      Ad assistere al sì di Reato la pattuglia di rugbisti era folta.
Pavanello, Zanni e Ghiraldini (Treviso), Barion, Dolcetto, Basson
(Rovigo), Patrizio (Padova), Bernabò (Roma), Milani (Viadana). A un
certo punto poi è arrivata tutta la squadra rossoblu. Scherzi? «Una
bambola gonfiabile dentro l’auto della Rugby Rovigo con cui è arrivata
la sposa» continua Pavanello. Che il sabato sera invece aveva dato
prova con la squadra di sensibilità sociale. «Abbiamo celebrato il
titolo d’inverno a Rovignano, a una festa di anziani che sostengono un
progetto per il Madagascar. Visto che non possono venirci a vedere
allo stadio siamo andati noi da loro. Con me c’erano Sgarbi, Galon,
McLean, Neethling e Properzi».
      Il principio del sostegno applicato anche fuori dal campo. E
dentro invece? Che campionato è stato finora? «Combattuto, tirato,
sulla falsariga del precedente - chiude Pavanello - Treviso e Viadana
sulla carta sono superiori, ma tutti ci stanno dando filo da torcere.
L’Aquila è venuta a sfidarci in casa col pack. Rovigo se non avesse
lasciato troppi punti per strada (i due pareggi) sarebbe terzo da
solo. Prato di fatto è un Calvisano 2, non una neopromossa. Padova
dopo esser partito male si è ripreso. Per i play-off sarà una bella
lotta. Oltre a noi e Viadana l’unica che spero sempre entri nelle
prime quattro è Rovigo, per motivi di cuore».
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MISCHIA APERTA di Antonio Liviero

Gli All Blacks
tra creatività
e pragmatismo

I rincalzi All Blacks perdono l’ultima partita del tour contro
Barbarians molto simili a una selezione dell’emisfero australe. Ma nei
test match che valevano il cap, i neozelandesi hanno fatto segnare un
quattro su quattro che rappresenta la miglior performance della
squadre del Sud in Europa. Un ritorno alla mentalità vincente che vale
anche il primo posto nel ranking mondiale. La qual cosa però non
sembra aver impressionato la stampa e i tifosi neozelandesi, piuttosto
delusi dal gioco opaco e privo di immaginazione delle ultime due
stagioni. Nella terra della "lunga nuvole bianca" non basta vincere.
Il gioco di movimento da 40 anni a questa parte è entrato a far parte
del mito degli All Blacks, condannati, come i poeti, a meravigliare.
      Un compito difficilissimo nel rugby attuale anche per uno staff
tecnico dalla vocazione spiccatamente offensiva come quello kiwi. Il
loro problema non è solo legato alle condizioni generali di gioco che
hanno portato a una riduzione degli spazi da attaccare alla mano, ma a
un ricambio difficoltoso di giocatori in termini di qualità. Hayman,
Jack, Ali Williams, Masoe, Collins, Rokocoko per ora non hanno trovato
eredi della stessa pasta, tanto che qualcuno pensa di tornare. La
mischia ha cominciato a subire. Certo contro la Francia a tratti ha
rialzato la testa. Ma per il rugby ambizioso che vogliono fare i kiwi
l’importante non è giocare alla pari nella conquista. È dominare.
Hanno bisogno di distruggere il sistema di difesa fin dalle fonti di
gioco. Vale anche per la touche. I loro lanci d’attacco invece
faticano a squilibrare la difesa nelle prima o al massimo nella
seconda fase, come sarebbe necessario per trovare la meta con azioni
veloci e sequenze complesse ma brevi, combinazioni creative, un
sistema di sostegni poco programmato e poco decodificabile.
      Così gli All Blacks, in attesa di tempi migliori, si sono
affidati anche in questo tour a un gioco più pragmatico, imbastito
attorno a un importante uso dei calci tattici, grazie anche al ritorno
di Carter, senza disdegnare sequenze di pick and go. Soprattutto hanno
fatto leva su una difesa rinforzata. Una linea di opposizione
rovesciata molto offensiva che non si limita a fermare l’azione ma va
placca al di là della linea del vantaggio. Risultato: quattro test
senza subire una meta. Come lo scorso anno. Gli sfizi offensivi se li
sono tolti alla fine con la Francia. Cinque mete in una volta, delle
quali una sola su costruzione da fase statica e tre su palloni di
recupero, cioè nella situazione che offre la difesa già squilibrata.
      Ma si è trattato del tipo di rugby consentito dai francesi,
sbadati e soffici in difesa come raramente capita ad alto livello.
Certo gli All Blacks ci tengono a meravigliare, però sanno bene che la
musica è cambiata, che il loro jazz-rugby ispirato dovranno tenerlo
per certe occasioni. E sostituirlo spesso con un genere più hard. Con
meno violini e più percussioni.
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Top 14. Il Racing
con 3 italiani
piega il Toulon

Nel Top 14 francese il Racing Parigi dell’ex ct azzurro Berbizier
batte nettamente il Toulon di Wilkinson 28-15. Nella mischia dei
parigini c’erano Lo Cicero, Festuccia e Dellapè. In classifica
scavalcano il Clermont di Canale sconfitto a Montauban 20-15 e si
portano al 3. posto a soli 4 punti dalla capolista Castres
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SUPER 10 Situazione sempre più pesante dopo la sconfitta dei lagunari a Parma

Casinò, ora si fa dura

Il Casinò di Venezia chiude il girone di andata di Super Dieci
all'ultimo posto in classifica.
      La trasferta in terra emiliana contro il Parma Rugby non ha
sortito il miracolo a cui comunque pochi si aspettavano di assistere
contro la corazzata gialloblù di Sgorlon e Mazzariol, come conferma il
presidente Tommaso Pipitone commentando la sconfitta della sua squadra
per 37 a 16.
      «Sì non è certo contro Treviso o Parma che dobbiamo fare
risultato, anche se oggi rispetto alle altre due sconfitte contro
Prato e Treviso, c'è stato un passo indietro a livello di gioco e di
atteggiamento - dice il presidente, che prosegue - sempre meglio
comunque delle inguardabili tre gare giocate prima dell'arrivo di
Canale». A Parma il Casinò è cresciuto nella ripresa, fino a sfiorare
la parità in un frangente di gara.
      «Nel primo tempo abbiamo faticato a entrare in partita, nel
secondo meglio ma era ormai tardi – prosegue Pipitone – rimangono da
salvare venti minuti giocati a pari livello con il Parma».
      Il Casinò di Venezia sarà atteso a un'altra trasferta terribile
nel campo di Rovigo, alla ripresa del Super Dieci in programma con la
prima di ritorno sabato 6 gennaio del 2010. Nel frattempo la squadra
potrà recuperare gli elementi fermi in infermeria come il
trequarti-centro Manuel Dallan, fuori ormai da novembre a causa di un
trauma al collo rimediato in un incidente automobilistico. Sempre a
gennaio, dovrebbe rivedersi in campo il capitano Edoardo Candiago, in
vista di un suo ritorno alle competizioni agonistiche dopo la lesione
e il successivo intervento chirurgico al legamento crociato del
ginocchio che lo tiene fermo dal 30 agosto.
      Michele Salin
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