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[RUGBYLIST] Notizie del giovedì

allrugby allrugby a gmail.com
Gio 5 Feb 2009 11:00:36 CET


Da "Il Treviso" un articolo su Ivan Francescato: una vera sorpresa. Eccolo.
Ciao.
Franco (TV)

Bordo campo
Ivan Francescato dieci anni fa.

Dieci anni fa, in una
fredda notte di fine
gennaio, Ivan
Francescato, il più
giovane dei sei fratelli
della famiglia che ha segnato
la storia del rugby  trevigiano
degli anni '80, moriva
all'età di 32 anni, lasciando un
vuoto incolmabile tra gli appassionati
della pallaovale
non solo della Marca ma anche
italiana. Fu una morte
non annunciata (si trattò di
un arresto cardiaco) e proprio
per questo capace di sconvolgere
chi conosceva e amava
quel ragazzo per bene, che nello
sport credeva e nello sport
riversava coraggio, passione,
impegno, sospinto da una tecnica
sopraffina ma, soprattutto,
da una classe impareggiabile:
la famiglia, gli amici, la
Benetton rugby della quale era
pedina cardine. Di colpo Treviso
perse uno dei suoi giocatori
più rappresentativi sullo
scenario internazionale,
certamente uno dei campioni
di maggior talento nel panorama
azzurro nel quale Ivan
era entrato a pieno merito (come
era stato per i fratelli Nello,
Rino e Bruno) quale trascinatore
dell'Italia di allora,
l'Italia acerba ma speranzosa
che Coste portò fino alle soglie
del Sei Nazioni. Ivan aveva vestito
la maglia azzurra per 38
volte segnando 16 mete. Ma la
sua collezione di palmares era
destinata a continuare a lungo,
perchè era nel pieno della
maturità atletica e tecnica. Il
rugby da quella tragica nottata
ha fatto dei passi avanti,
ma a Treviso un po' tutti quelli
che lo amarono sono convinti
che senza Ivan non sia più lo
stesso. Il rimpianto per aver
perso un amico e al contempo
un protagonista assoluto è
grande. Al punto che da allora
allo stadio trevigiano di Monigo
campeggia permanente
uno striscione "Ivan sei sempre
con noi" che è certamente
un atto di amore, una maniera
per farlo sentire ogni domenica
accanto agli amici. Nella
cittadella dello sport in Ghirada
hanno piantato un albero
a suo nome. Singolare modo
per celebrarlo e farlo sentire
in qualche modo ancor vivo
nel posto che lo vide tante volte
allenarsi. Chi lo vede protendere
i rami verso il cielo
non può non ricordare Ivan e
la sua fulgida carriera. Gli
hanno intitolato anche un bel
libro "La finta di Ivan" che racchiude
le gesta della sua vita
sportiva ma forse, inconsciamente,
anche una speranza:
che Ivan prima o poi ritorni in
campo dicendo agli amici:
"Ecome qua, fioi, gò schersà.
Quando scominsiemo?"

Prando Prandi
(Presidente Panathlon Club)



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