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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì - the day after

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Mar 24 Feb 2009 14:22:51 CET


Dal Gazzettino di lunedì 23 febbraio, trascrivo quanto segue:
MISCHIA APERTA
Le maschere di sangue e il campionato scomparso - di Antonio Liviero
"Si punta molto sul fascino seduttivo del VI Nazioni per allargare la
base dei praticanti in Italia. Ma non sempre il celebre torneo sembra
andare in questa direzione. Almeno quello che passa in tivù. Francesco
Bergamo, ex giocatore veneziano ed esperto di comunicazione, che cura
su internet l?Agenzia informatore economico sociale, scrive a
proposito di Italia-Irlanda: <<Le immagini dei giocatori portati fuori
dal campo con i visi grondanti sangue sono un'inutile dimostrazione di
pericolosità e hanno prodotto un allontanamento dalla base (piccole
società) di migliaia di aspiranti rugbisti. I genitori manderanno i
figli a giocare? Capiranno che il rugby è uno sport pulito, sano e non
violento anche se di contatto fisico?>> Sottoscrivo in pieno. Non si
tratta di censurare i fatti. Ma di mostrarli per quello che realmente
sono, senza eccessiva enfasi: in questo caso ferite superficiali, che
fanno parte del gioco. I colpi cattivi spesso sono altri e spesso non
si vedono. Però indugiando sulla maschera di sangue si ottiene un
effetto splatter che è un falso. Meglio riprendere queste scene con
normalità, senza primi piani morbosi. E accompagnarle con un commento
corretto.

Il Sei Nazioni invece continua anche al tempo del professionismo a
regalarci belle storie, come quella dei fratelli Evans. Insieme nel
Glasgow e per la prima volta l'altro sabato con la maglia della
Scozia. La loro parabola profuma allo stesso tempo di trascendente e
di normalità. Max, trequarti centro effervescente, è entrato nel
secondo tempo contro il Galles. Con il primo pallone che gli è
arrivato ha fatto fessi fuoriclasse come Shane Williams e Byrne,
svignandosela in meta. Quanto al fratello Thom, ala dallo scatto
fulminante e metaman della Celtic, ha tenuto sulle spine i francesi
con il gioco al piede e ha trovato la meta con un monumentale break.
Famiglia di sportivi (padre golfista ed ex tredicista, madre velocista
nell'atletica) entrambi si sono presi parentesi poco ortodosse per il
professionismo. Max ha lasciato gli Harlequins a 21 anni tormentato
dai dolori alla schiena. Per due anni si è dedicato esclusivamente al
golf in Portogallo dove i genitori gestiscono un campo ed è diventato
professionista. Guariti i malanni fisici è tornato al rugby a Glasgow
dove si trovava già il fratello, che invece ha giocato nei London
Wasps assieme a Cipriani, ha fatto la trafila delle nazionali
giovanili inglesi prima di mollare per seguire la vocazione di
rockstar: è stato infatti il cantante di una nota band britannica, i
<<Twen2y 4 Se7en>>. <<Era bello avere 50mila ragazze che urlavano il
tuo nome e ti lanciavano biancheria intima>> ha raccontato. Ma alla
fine anche lui è tornato al rugby. Assicura: <<Nulla vale l'emozione
di indossare la maglia della Scozia allo Stade de France gremito>>.
Quando a Parigi è terminato l'inno scozzese, le telecamere hanno colto
Max mentre alzava lo sgaurdo al cielo, gli occhi velati di lacrime. Il
pensiero era per il nonno morto, ha poi spiegato, che li ha svezzati
alla pallaovale.

Sei Nazioni fermo, in Italia si gioca una sbiadita e anonima Coppa
Italia. All'estero invece vanno in scena tutti i campionati. E il
nostro bistrattato Super 10? Cancellato per due mesi. Poi diciamo che
è scadente e non crea interesse. Mi chiedo perchè fernarlo allo scopo
di evitare infortuni ai pochi azzurri che vi partecipano, quando i
nostri giocatori più forti giocano all'estero e possono essere
schierati dai loro club come accaduto sabato in Premiership per
Bortolami e Castrogiovanni.


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