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Re: R: [RUGBYLIST] Notizie del lunedì ... il giorno dopo

Enrico Gottardo alfa a quipo.it
Mar 13 Gen 2009 15:55:02 CET


Confermo!
Nel 1983 (all'età di 10 anni) mi trovavo a 
Clermont-Ferrand, e a seguito di un piccolo incidente sono stato
portato nell'ospedale della città con l'automezzo 
... dei Vigili del Fuoco Francesi !!! Li funziona così !
Non vi nascono l'emozione per essere salito sul camion dei VVF.

alfa






At 15.41 13/01/2009, claudiozamboni a hotmail.com wrote:
>Notizie di rugby: http://www.rugbyrugby.it
>
>In Francia sono i Pompieri a svolgere i servizi 
>di pronto intervento con le autolettighe (SAMU), 
>sia tramite personale dipendente sia con i volontari.
>Inviato dal dispositivo wireless BlackBerry®
>
>-----Original Message-----
>From: allrugby <allrugby a gmail.com>
>
>Date: Tue, 13 Jan 2009 15:11:08
>To: <rugbylist a rugbylist.it>
>Subject: [RUGBYLIST] Notizie del lunedì ... il gio
>         rno dopo
>
>
>Notizie di rugby: http://www.rugbyrugby.it
>Trascrivo un paio di articoli dal Gazzettino di lunedì 12 gennaio 2009.
>Ciao.
>Franco (TV)
>
>IN FRANCIA
>
>Arresto cardiaco: muore in campo.
>
>Tolosa. - Tragedia nel rugby: Féao Latu, 28enne giocatore tongano
>della squadra francese del Perigueux, è morto per arresto cardiaco nel
>corso della partita Cahors-Perigueux, valida per il campionato
>federale 1, che corrisponde alla serie B italiana.
>Latu è crollato a terra dopo un quarto d'ora di gioco. Immediatamente
>soccorso da alcuni pompieri presenti a bordo campo, è stato poi
>trasportato in un ospedale della zona, dove i medici non hanno potuto
>far altro che constatare la morte dell'atleta.
>
>(Commento personale: che ci facevano i pompieri a bordo campo? Non
>sarebbe stato meglio ci fosse stato un medico?).
>----------------------------------------------------------------------
>
>MISCHIA APERTA
>
>La fiaba del Leicester nell'era dei miliardari - di Antonio Liviero
>
>Una città, una squadra. Quella del Leicester, prossimo avversario del
>Benetton in Coppa, è una fiaba del rugby moderno. Profuma di utopia.
>Però concreta.
>L'indomani della Coppa del mondo in Sudafrica il club fu sul punto di
>chiudere. Era una mattina d'agosto. Dean Richards, bandiera storica
>delle "tigri" dell'East Midlands, entro pallido nell'ufficio del
>direttore esecutivo Peter Wheeler. E gli annunciò che tutti i
>giocatori stavano per firmare un contratto con il magnate australiano
>Parker per aderire al suo progetto professionistico. Le casse della
>società erano vuote. E per qualche tempo il Leicester galleggiò tra la
>vita e la morte. Il piano del milionario, com'è noto, non si realizzo.
>Ma poco dopo fu l'International Board, per evitare secessioni, a
>pensionare il dilettantismo costringendo i club di tutto il mondo a un
>brusco adattamento.
>Il Leicester si ritrovò quasi al punto di prima. Di colpo il vecchio
>stadio di Welford Road, con le mura fatiscenti e le tribune dal tetto
>basso, mostrava i segni del tempo. Da Londra a Northampton arrivavano
>ovunque i miliardari, sul modello calcistico, a rilevare le squadre, o
>a iniettare denaro per sviluppare il modello professionistico. Non a
>Leicester. Da un secolo il club apparteneva alla gente, era fortemente
>radicato sul territorio. "Volevamo diventare i numeri uno in Europa ma
>senza perdere l'anima. Senza finire nelle mani di una sola persona o
>essere disposti a qualunque cosa per il denaro" raccontava qualche
>tempo fa Wheeler. Imboccarono la strada della public company. Il club
>diventò di proprietà dei tifosi: 400 soci, nessuno dei quali con una
>quota superiore al 5%, e 13mila abbonati che ne sono azionisti. In
>pratica al Welford Road si gioca sempre col tutto esaurito.
>Il pèrogetto ha coinvolto l'intera città, 280mila abitanti, una forte
>comunità operaia cresciuta attorno all'industria tessile, la vocazione
>solidaristica temprata negli anni del "thatcherismo": tutti uniti nei
>momenti difficili, che si tratti di perdere i posti di lavoro o solo
>le partite. Anche con quelli del calcio.
>"A Leicester i tifosi del rugby sostengono il calcio, e viceversa - mi
>spiegavano alcune attempate tifose delle Tigri sulle tribune di Monigo
>- Da noi non contano le origini nè ci sono barriere sociali, o gli
>antagonismi che si trovano da altre parti, come a Manchester, dove i
>ricchi stanno in un club e i poveri in un altro".
>A leicester c'è un motto che ricorre prima del match: una specie di
>"morire gli uni per gli altri". Si spiega così lo spirito unitario che
>porta i dirigenti a consultare i tifosi prima di ogni decisione
>importante, anche la più impopolare come l'aumento del costo dei
>biglietti o la modifica della maglia, attraverso campagne di
>informazioni e assemblee straordinarie. E' dall'orientamento popolare
>che è emersa la scelta di un professionismo etico, che rifugge dalle
>spese folli e privilegia i giocatori della regione. Talenti come Flood
>hanno rinunciato a offerte vantaggiose per la fedeltà alla maglia.
>Roba d'altri tempi. Risultati: quattro campionati consecutivi dal '99
>al 2002 e due Heineken Cup con il pack, come da tradizione, più
>potente d'Europa. Non solo: nel Duemila è stata la prima società
>professionistica a dichiarare un utile (56mila sterline) via via
>cresciuto oltre il milione e mezzo. Campioni anche fuori dal campo.
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