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[RUGBYLIST] Flop del Flaminio: la LIRE prende le distanze

Guido Chimienti tequila2 a hotmail.com
Lun 1 Giu 2009 23:24:59 CEST


Anche se uno puo' essere d'accordo con questo messaggio, quanto bene fa al rugby italiano?

Chi rappresenteva questa LIRE abbandonata dalle societa che la formavano?


 


From: volpe_angelo a fastwebnet.it
To: rugbylist a rugbylist.it
Date: Mon, 1 Jun 2009 19:53:04 +0200
Subject: [RUGBYLIST] Flop del Flaminio: la LIRE prende le distanze




PUBBLICO E INSUCCESSI DELL'EVENTO: LA L.I.R.E. SI DISSOCIA

(LIRE) Facendo seguito a quanto riportato su diversi organi di stampa dopo la Finale Scudetto del 30 maggio scorso, la Lega Italiana Rugby d’Eccellenza prende atto dell’insuccesso in termini di spettatori allo stadio e promozione in loco dell’evento. Una conclusione vergognosa di un processo di crescita che tra variazioni di sede (Rovigo, Padova, Monza), aveva registrato negli anni una costante crescita di presenze, visibilità ed attrazione all’Evento che assegna lo Scudetto ed il Titolo di Campione d’Italia di Rugby (79 edizioni).

L’insoddisfazione e risultato negativo parte sin dalle modalità di designazione e organizzazione della sede della finale da decisione della Federazione Italiana Rugby come da consiglio federale del 18 luglio 2008, quasi un anno prima dell’Evento più atteso e importante per il rugby di club. Nessun confronto e coinvolgimento della LIRE prima di quella decisione, nonostante l’appoggio della stessa LIRE alla candidatura di presidenza FIR e viste le esperienze di organizzazione dell’Evento svolte dalla struttura dal 2002 al 2008 e ripartendo dalla finale di Bologna del 2001 con pubblico scarso allo stadio Dallara. Il mancato e pieno coinvolgimento politico si è acuito con il passare dei mesi e sino allo scorso febbraio, viste le tempistiche da sempre rispettate da LIRE e vista la definizione della classifica con ormai sei squadre del nord Italia stazionate nelle prime sei posizioni. 
La strategia imperativa della Federazione di raccogliere tutte le finali delle varie categorie in un solo week-end non ha avuto esito positivo, potrà esserlo solo con un’attenta e semplice pianificazione delle leve base di successo dell’evento, intanto nel 2009 ha cassato in una sola edizione i lavori svolti da LIRE in 7 anni quale azione guida a favore dei club e su decisioni degli stessi club. E’ risultato insufficiente accorpare in un’unica giornata (e in un unico biglietto) le finali di Serie A e Super 10 con un incomprensibile ritardo nell’ufficializzazione dell’Evento (28 aprile 2009! nonostante la decisione del luglio 2008). Ciò a poco più di un mese dall’evento in una sede ambita, il Flaminio, e da sempre valutata dai club per riprodurre in Italia gli esempi di successo di Inghilterra, Twickhenam, e Francia, Stade de France. Roma è sede da curare, l’improvvisazione ha portato al risultato da tutti visto. 
Fin dall’avvio della propria attività la Lega Rugby ha sempre provveduto ad individuare la sede più idonea allo svolgimento della finale, valutando molteplici fattori e attivandosi con le amministrazioni, gli enti sportivi locali, i media, ogni cellula base per la promozione dell’evento e offrendo allo stesso una copertura completa. Allo stadio Brianteo di Monza, per la finale del Groupama Super 10 2007/2008 erano presenti oltre 11.000 spettatori, sede con le stesse caratteristiche in ambito metropolitano (Milano) della Capitale. 
Di fatto la Lega Italiana Rugby d’Eccellenza con l’edizione 2008/2009, dopo le decisioni federali che ne hanno sancito la prossima chiusura, è stata esautorata senza essere però sostituita adeguatamente dagli organi preposti all’organizzazione della finale. Sono stati comunque lodevoli gli sforzi profusi dagli stessi uffici delegati della struttura FIR, parte operativa che ha supportato e rispettato dei tardivi ordini. 
Non si è tenuto conto dell’esperienza maturata negli anni da parte della Lega che si è trovata ad interpretare la parte dell’Istituzione da non riconoscere a priori per tutto il 2008/09 sino all’evento più importante della stagione. 
LIRE ha voluto adempiere con l’abituale competenza e professionalità ai propri obblighi contrattuali ed avrebbe svolto ogni azione rivolta ad accrescere la fama ed il futuro successo di un grande evento con protagonista il rugby di club, pur noto il non riconoscimento ed i silenzi da parte federale per risolvere le problematiche sorte o create ad hoc. L’atto conclusivo di sabato sera al Flaminio riserva non pochi dubbi sul futuro del rugby di club Italiano, riportato di colpo all’anno zero.
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