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allrugby allrugby a gmail.com
Gio 4 Giu 2009 09:45:19 CEST


Da Il Treviso.
Ciao.
Franco (TV)

Rugby, nazionale
PAVAN KO,
MALLETT
CONVOCA SGARBI
■ Si aprono le porte della nazionale
per il trequarti del Benetton
Treviso Alberto Sgarbi. Il
ct azzurro Nick Mallett lo ha infatti
convocato per il tour estivo
in Australia e Nuova 􀁁elanda al
posto dell'infortunato Gilberto
Pavan. Il giocatore dell'Overmach
Cariparma ha dovuto dare
forfait a causa della rottura del
legamento crociato anteriore
del ginocchio sinistro patita in
allenamento. Sgarbi si è aggregato
al gruppo ieri pomeriggio a
Fiumicino poco prima della partenza
per Melbourne. L'altro
biancoverde convocato è Sbaraglini,
mentre Marcato e Picone
hanno dovuto rinunciare, il primo
perché infortunato, il secondo
perché proprio ieri è diventato
papà del piccolo Christian.
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Bordocampo
LA SCUOLA RUGBY MADE IN TREVISO
Treviso ha festeggiato
a distanza di poche
ore uno dall'altro
due scudetti del
rugby: quello dei
“leoni” della Benetton e quello
delle Red Panthers al femminile.
Il segno di uno strapotere
nell'ambito nazionale di una
“scuola” trevigiana che sembra
non esaurirsi mai. Se lo scudetto
dei ragazzi di Smith ha
impressionato per il crescendo
di risultati della squadra biancoverde,
quello delle “pantere”
stupisce per determinazione e
continuità: 22 titoli conquistati,
una delle protagoniste ancora
in campo con una stella
da 10 scudetti al petto, Alice
Bado, leader di un gruppo formidabile
che nella stagione
non ha mai perso e che nella
partita decisiva, quella contro
il Riviera del Brenta, pur soffrendo
parecchio ha saputo
stringere i denti. Lo “specchio”
del match scudetto nelle sincere
parole del capitano Licia
Stefan alla fine: «Abbiamo
sofferto! Dopo i brillanti risultati
collezionati durante il
campionato non mi aspettavo
che la finale fosse così difficile.
Forse perché in campo abbiamo
messo solo il cuore e non
la tecnica, poiché non siamo
mai riuscite a fare quel che
sappiamo fare bene: giocare a
memoria, divertendoci...». Già
queste “pantere” accusate da
più parti di cinismo e di “ammazzare”
di stagione in stagione
il campionato con una
leadership difficilmente contrastabile,
si divertono sempre
in campo ed è forse questo il
loro autentico segreto. Oltre
ad uno spirito di gruppo che
non ha nulla a che invidiare al
clima che si respira in spogliatoio
tra i “colleghi” della Benetton
o nei “terzi tempi” più
allegri. Le Red Panthers non
hanno rivalità con il rugby degli
uomini. Sanno della loro
forza, sanno di saper giocare
bene e non accettano i soliti
confronti. A far la differenza ci
pensa Madre Natura, ponendo
evidenti limiti al confronto tra
uomini e donne in campo. Ma
la tecnica è sopraffina, come la
loro visione del gioco, la grinta,
la voglia di fare punti.
Un'autentica “macchina da
guerra” ! Michela Tondinelli
che è di Roma ed a Treviso ha
trovato ambiente ideale per
esprimere classe e volontà di
ferro come mediano d'apertura,
tiene a sottolineare che nonostante
da due anni lei e le
compagne non perdano, dietro
c'è un durissimo lavoro. «Dell'intero
movimento noi non
possiamo troppo curarci, facendo
sempre del nostro meglio
in campo. Se le altre perdono
non è colpa nostra..!».
Prando Prandi
Presidente del Panathlon Club
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SCUDETTO: MA DOV'E' L'EMOZIONE DEL PASSATO?
Quando il far casino per
le strade per un risultato
sportivo favorevole
non era ancora di moda,
l'Associazione Sportiva Rugby
Treviso vinceva il suo primo
campionato italiano. Era il
1956. Sponsorizzato Faema, il
quindici trevigiano portava a
casa uno scudetto che tutti ci
cucemmo sul petto. La città,
fino a quel momento, non aveva
avuto troppi risultati negli
sport di squadra. Il rugby, noi
distratti studenti di scuola
media, l'avevamo scoperto da
poco. Il nuovo sport ci entusiasmava
per la sua idoneità a
dare sfogo alle esuberanze
giovanili mai del tutto espresse.
Lo sbocciare di questa passione
ci portò davanti agli
scomparsi bar Commercio e
Centrale per festeggiare lo
scudetto, festeggiamenti che
si protrassero a lungo sotto gli
occhi brillanti degli sbarbatelli
che eravamo. Nessuno ricorse
all'attuale strombazzar
di clacson che si sente dopo
l'esito d'una qualsiasi partita
di calcio. Noi ammiravamo i
nostri campioni; ci bastava
guardarli, sapere che erano
come noi, un po' più grandi,
certamente più bravi ma come
noi, fatti della stessa stoffa,
con lo stesso cuore. Quest'ultimo
scudetto, come anche altri
ultimamente, l'avranno festeggiato
in Ghirada. Lo immagino,
non lo so. So invece
che in piazza l'emozione d'un
tempo non s'è sentita. L'ho
già spiegato il mio “perché” e
temo di aver ragione. Non ci
torno su. Guardando al nostro
futuro nel rugby, mi consola
tuttavia un fatto: è appena nato
Gregorio Carniato, figlio di
Vanessa che di cognome fa
Possamai. E questa è stoffa
nostrana.
Dario Tesser
􀁐Giornalista


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