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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 29 Giu 2009 22:15:33 CEST


Dal Gazzettino.
Ciao.
Franco (TV)

Parisse, 8 settimane di squalifica

Il capitano della nazionale italiana di rugby, Sergio Parisse (nella
foto), è stato sospeso per otto settimane a causa di una scorrettezza
a lui addebitata (dita negli occhi di una avversario) durante la
partita contro la Nuova Zelanda giocata ieri e persa per 27-6.
      Parisse, capitano e numero otto dell'Italrugby, è apparso a
Christchurch di fronte all'ufficiale giudiziaria Paul Tully in seguito
alla citazione ricevuta ieri e relativa all'infrazione della regola
10.4 (l) del regolamento di gioco (contatto con la zona degli occhi).
L'ufficiale giudiziario, preso atto delle attenuanti, ha comminato a
Sergio Parisse la sospensione dall'attività agonistica, con decorrenza
dal 2 agosto 2009 alle 12.00 del 26 settembre. Il giocatore ha facoltà
di ricorrere in appello.
      Malfatto a pagina 6
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 Il giudice ha considerato colpevole il capitano azzurro per il fallo
su Ross. La punizione si ritorcerà sull’attività dello Stade Francais,
non della Nazionale

Dita negli occhi, Parisse squalificato 8 settimane

Mallett e il tour dell’Italia: «Dopo 18 mesi trovata la mediana,
Favaro metterà pressione su Mauro Bergamasco»

Mazzata del giudice sportivo dell’Irb su Sergio Parisse, com’era
prevedibile. Il capitano dell’Italia è stato squalificato otto
settimane per violazione della norma 10.4 del regolamento (contatto
con la zona degli occhi).
      È stato punito per aver infilato le dita negli occhi al seconda
linea neozelandese Isaac Ross in un raggruppamento. Le immagini tivù
l’hanno mostrato chiaramente. È lo stesso fallo pericoloso commesso da
Schalk Burger del Sudafrica ai danni di Luke Fitzgerald nel match
contro i Lions per il quale è stato a sua volta citato (citazione per
altro fallo anche a Bekkies Botha) e ha subito un cartellino giallo.
Il fatto che due episodi simili siano successi a distanza di poche
ore, a due campioni conclamati, fa pensare che non si tratti di un
comportamento casuale, ma ormai codificato fra gli avanti. Una sorta
di fallo professionale, intimidatorio. Attraverso il quale nel ruvido
scontro di pacchetti si tende a mettere soggezione all’avversario.
Siccome la zona degli occhi è fra le più delicate, è normale che i
giudici dell’Irb siano severi. Anche perchè ne va dell’immagine di
lealtà che il rugby si vanta di dare.
      Il flanker del Munster Alain Quinlan per lo stesso fallo in
Heineken Cup è stato squalificato 12 settimane e ha dovuto saltare il
tour con i Lions. A Parisse sono state riconosciute le attenuanti e la
pena è stata ridotta. La squalifica andrà dal 2 agosto al 26
settembre, salvo ricorso in appello. Un periodo nel quale non ci
saranno partite della Nazionale (in raduno estivo ad Aosta dal 26
luglio). Quindi l’Italia non patirà nessun danno, a differenza dei
Lions, che ricadrà solo sullo Stade Francais, il suo club parigino. Un
danno limitato essendo a inizio stagione (fosse successo durante il
Sei Nazioni come nel 2008 a Mauro Bergamasco sarebbe stato più grave)
ma reale. Vedremo che ripercussioni avrà sul giocatore e sui rapporti
club-nazionale.
      Intanto il bilancio del tour dell’Italia andato in archivio è da
considerare accettabile. Rischiava di essere un "massacro", si è
risolto con tre sconfitte non pesanti (ma sempre 13 mete a 1) contro
Nuova Zelanda e Australia. «Siamo partiti dopo 18 mesi in cui abbiamo
faticato a trovare una mediana stabile - commenta il ct Nick Mallett -
Sono contento di come si sono espressi Craig Gower e Tito Tebaldi,
considerato che abbiamo affrontato due squadre che sapevamo avrebbero
rappresentato un test difensivo difficile. Era molto duro attaccarle
con efficacia, Tebaldi non era una delle prime scelte e ha saputo
sfruttare l’opportunità offerta. Abbiamo provato tutti i giovani
convocati: sono contento dei vari Pratichetti, Quartaroli, Rubini,
Reato, Tebaldi e Favaro, quest’ultimo eccezionale contro l’Australia
ed in grado di mettere pressione a Mauro Bergamasco per la maglia
numero sette».
      Ivan Malfatto
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Qui Scozia
Robinson parte col piede giusto alla Irb Cup
Rincalzi e giovani in prospettiva Sei Nazioni

Il XV del Cardo ricomincia da un inglese. Dopo l’agrodolce gestione di
Frank Hadden, 18 vittorie in 45 test, tocca all’inglese Andy Robinson
già segnalatosi con l’Edinburgo in Magners League ed in Heineken Cup
prendere le redini della sofferente prima squadra. Robinson, con
Gregor Townsend come coach dei trequarti, ha debuttato conducendo la
Scozia A al successo in Coppa delle Nazioni a Bucarest entrando
immediatamente in simbiosi con l’ambiente dei nazionali che in parte
già conosceva. Alcuni erano assenti per la concomitante tournée dei
British Lions in Sud Africa (Hines, Blair, Murray e Ford), altri hanno
riposato mentre uno sparuto gruppo ha seguito l’inglese in terra
romena come Cusiter, Webster, De Luca e Hamilton. Alla fine del torneo
il giusto mix di esperienza ed effervescenza giovanile hanno dato agli
scozzesi la vittoria finale con 3 successi su altrettante gare. Oltre
a ciò è arrivata la conferma che i sostituti generazionali scozzesi
saranno presto protagonisti nelk Sei Nazioni. Su tutti è emersa la
giovane apertura Ruaridh Jackson che nelle tre uscite ha scientemente
tormentato le difese avversarie con millimetrici calci tattici che
hanno, di fatto, deciso le sorti dei singoli incontri. La gestione
Robinson parte quindi nel migliore dei modi, con il dichiarato
obbiettivo di scrollarsi di dosso l’oramai decennale sfida con gli
Azzurri, ogni anno diretti concorrenti per evitare il sempre scomodo
cucchiaio di legno.
      I RISULTATI - Scozia A: contro Russia 49-7, Uruguay 27-3,
Francia A 22-12. Italia A: contro Francia A 15-31, Russia 35-3,
Romania 24-13.
      Giampaolo Tassinari
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SUPER 10 - CASINÒ DI VENEZIA

Marzio Innocenti approda in Laguna lungo il Naviglio Brenta che da
Padova lo aveva già sbarcato a Mira, a guidare il Riviera fino alla
recente promozione in serie A. Adesso deve condurre il gonfalone
amaranto-oro del VeneziaMestre verso l'era celtica, attraverso
l'ultimo Super 10 prima della riforma.
      Qual è la ricetta che il dottor Innocenti (è
otorino-laringoiatra, ma in pratica dirige una struttura sanitaria a
Vicenza) prescrive in questo momento epocale? L'ex azzurro e 3. linea
del Petrarca ha una visione “eretica” del rugby rispetto a quella
corrente.
      «Premiare i giocatori in base all'abilità e al talento, e non
per le prestazioni atletiche o per la stazza come fa Nick Mallett
sbagliando – dice Innocenti – chiaro che le due qualità possono
sposarsi con il dato fisico. Finirla poi con il malinteso del
professionismo, un'illusione dilagata in questi anni nei club, che
rischia di danneggiare la vita dei giocatori, molti dei quali sono
professionisti solo nel senso che non fanno altro, non in quello che
potranno sostenersi giocando».
      A questo proposito Innocenti rivela un particolare della
trattativa che lo ha portato a Favaro Veneto.
      «Ha richiesto alla società di allenare in tempi e modi che
permettano ai giocatori di studiare e lavorare, anche perchè un
giocatore che non lavora né studia mi lascia un po' perplesso. Credo
che con la creazione delle due superselezioni da mandare in Celtic
League, il campionato italiano tornerà in parte simile a quello
vissuto da me quando giocavo».
      Già il progetto Celtic, porterà l'Italia a confrontarsi alla
pari con le grandi della palla ovale?
      «Si è fatto male in passato e adesso in breve tempo si vuole
recuperare, con un'operazione che è piena di incognite e che staremo a
vedere... - prosegue – Credo che per crescere bisogna lavorare molto e
con idee chiare a partire dalla base del movimento, che sono club nel
territorio».
      Lo considera un ritorno all'alto livello, l'ingaggio con il
Casinò di Venezia?
      «Anche nel Valsugana poteva esserci l'alto livello dipende da
come si gioca. Qui vengo dopo Gajan di cui condivido la visione con
alcune distinzioni che riguardano la difesa, e la conquista che è la
prima cosa da fare in campo. E poi non è obbligatorio scegliere sempre
la soluzione di gioco più pericolosa, lo spettacolo sorge anche da
altre situazioni».
      Quale rosa avrà a disposizione a partire dal raduno del 26 luglio?
      «Terremo i giovani italiani (Benetti, Ceglie, Paschini ndr) e ne
faremo arrivare altri dalle serie minori, assieme agli esperti come il
capitano Candiago (laureando in Economia) e Boccalon (classe 1972)».
Dell'ultima ora è l'ingaggio del trequarti argentino Carlos Ignacio
Stodart nato nel 1985 dal Mirano.
      Michele Salin
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Boks in trionfo e super Giteau

(G.T.) Era dal 1980 che gli Springboks aspettavano. E sabato, al
Loftus Versfeld di Pretoria, i Campioni del Mondo non si sono fatti
scappare l’occasione di vincere la serie contro i British & Irish
Lions. E’ finita 28-25 (pt 8-16) con un finale mozzafiato, culminato
nella rimonta dei padroni di casa che in apertura di ripresa si erano
trovati in svantaggio 8-19. Le mete di Habana al 63’ e Fourie al 74’
hanno capovolto l’inerzia del test che ha visto un XV britannico
guidare per oltre 70’. Ma nella ripresa i Lions hanno subito una lenta
erosione fisica culminata nell’aggancio e poi nel sorpasso. I
britannici hanno però avuto la forza di agguantare sul 25 pari i Boks
al 77’. Il finale thriller ha visto a tempo scaduto il penalty della
vittoria di Steyn da oltre metà campo. Un bang che ha fatto esplodere
la parte di stadio verdeoro. Sabato all’Ellis Park di Johannesburg
terzo ed ultimo test.
      SUPER GITEAU- Niente da fare per i Bleus di Lièvremont contro i
Wallabies. A Sydney i padroni di casa estraggono dal cappello il
mediano d’apertura Matt Giteau che realizza tutti i punti del 22-6
finale. I transalpini che in assenza di Lionel Nallet hanno scoperto
un leader di altrettante qualità: Thierry Dusautoir.


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