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[RUGBYLIST] Dèbacle azzurra

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 2 Mar 2009 22:46:03 CET


Il risultato dell'ultima partita con la Scozia, (e, forse, tutto il
resto) probabilmente, arriva da lontano.
L'Italia ha ottenuto di partecipare all'ex V Nazioni in virtù di
risultati arrembanti, ai danni delle principali potenze rugbistiche
europee, già prima del 2000. Questo per un numero indeterminato di
fattori positivi sommatisi tra loro.
La possibilità di entrare in un giro d'affari di siffatte proporzioni,
a mio avviso, in federazione, ha scombinato strategie, programmi (ma
ce n'erano, anche all'epoca?) e quant'altro, orientando il fabbisogno
guardando al presente piuttosto che al futuro.
Qualcuno avrà proposto, evidentemente con successo, il "tutto e subito". Perchè?
Perchè il bottino (schei!) era a portata di mano, facilmente
raggiungibile, anche e soprattutto a fronte del fatto che l'Italia di
fine anni novanta aveva raggiunto risultati mai ottenuti fino ad
allora. Sfruttare l'onda, finchè ti trasporta!
Quindi, soldi immediati, visibilità mediatica, pubblicità gratuita:
opportunità mai verificatesi. E subito.
Così, è' stato praticamente accantonato il divenire, fatto
d'investimenti a lungo termine, di progetti e programmi basati sullo
sviluppo, che avrebbe dovuto dare un solido trampolino di lancio al
rugby azzurro, in favore del "tutto e subito" offerto dal "circo"
dell'ex V Nazioni.
L'Italia era improvvisamente diventata protagonista, ma senza averne
le necessarie prerogative (lo vediamo oggi); le sue vittorie, seppur
estemporanee (vedi Grenoble, ai danni di una Francia un po' demotivata
dopo il grande slam nel V Nazioni, ma quando si vince si vince),
l'avevano pian piano portata all'attenzione dei media europei e
mondiali.
Il problema fu di catalizzare immediatamente il fenomeno, per aver il
maggior risalto possibile nell'immediato (ecco l'interesse inaspettato
dei media), lasciando però ad una gestione incerta e trascurata il
futuro del rugby italiano. La cicala anzichè la formica.
Adesso cosa succede? Lasciare il VI Nazioni significherebbe ritornare
indietro di lustri e lustri, oltrechè ammettere di abdicare a fronte e
solamente per colpa delle proprie debolezze, cioè considerare,
giustamente, la sconfitta soprattutto sul piano organizzativo
federale: le fette di torta da spartire sono ancora molto appetibili e
le responsabilità del ns. insuccesso possono sempre ed ancora essere
distribuite in maniera velata, ma precisa, giustificando così
prestazioni inguardabili passate, ma, soprattutto, future.
E' sempre opportuno incamerare quattrini: le scuse per le sconfitte,
comunque, si trovano sempre!
Come ci hanno accolto, i media potrebbero sbatterci fuori, con tutte
le conseguenze possibili ed immaginabili.
Aspettiamoci pure il peggio. Il detto "chi semina vento raccoglie
tempesta" si addice al ns. rugby attuale.
Il tunnel imboccato è lungo, e salvo auspicabili ed immediati
provvedimenti, vederne la luce a breve sarà arduo.

N.B.: così, tanto per rimembrare, riporto la formazione italiana che
vinse a Grenoble. A parte il fattore temporale, facciamo pure una
disamina della squadra che fu, rispetto a quella che, di questi tempi,
prende sberle sacrosante a destra e a manca.

ITALIA: Pértile; Vaccari, Bordon, I. Francescato (24’ Mazzariol),
Marcello Cuttitta; Domínguez, Troncon (39’ e 42’ Guidi); Gardner,
Giovannelli, Sgorlon; Cristofoletto, Croci; Properzi, Orlandi, Massimo
Cuttitta (allenatore George Coste).

Beh, metto anche quella della Francia.

FRANCIA: Sadourny, Ougier, Delaigue, Bondouy, Saint-André, Aucagne,
Accoceberry, Costes, Pelous, Benetton, Miorin (Betsen), Merle,
Tournaire, Dal Maso (Ibañez), de Rougemont.
Allenatore: Jean-Claude Skrela.

Forse ho tralasciato qualcosa, ma intanto va così.
Ciao.
Franco (TV)


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