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[RUGBYLIST] Esordio letterario nella list

allrugby allrugby a gmail.com
Mer 4 Mar 2009 20:17:56 CET


Già! Ci prendiamo troppo sul serio. Il problema è che gli altri,
comunque, non ci sottovalutano, anche se siamo allo sbando. C'è da
piangere!...
Benvenuto.
Ciao.
Franco (TV)

Il 1 marzo 2009 17.17, tarcisio corbelli <e-leaguerugby a hotmail.it> ha scritto:
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> Per esordire in questa mailing list ho scelto una frase tratta da un libro di Muriel Barbery, l'Eleganza del  Riccio.
> "Mi pare che solo la psicanalisi possa competere con il cristianesimo nella predilizione per le sofferenze prolungate"
> Posso aggiungere tranquillamente alla psicanalisi e al cristianesimo, lo spettatore della Nazionale Italiana di Rugby, che da una decina di anni naviga, male, al largo delle Orcadi, per acquistare stoviglie, ed in particolare cucchiai, meglio di legno, servono per girare la polenta.
> Un sudafricano, guardandoci probabilmente dal suo emisfero, ci ha visto alti e prestanti, per poi accorgersi, dopo una sconfitta con gli uomini in kilt, che siamo un popoli di goffi nani poco propensi al gioco di squadra. Epprure non è stata l'unica sconfitta verso cui ci ha guidato. Come ha fatto a non accorgersene prima. Come condottiero difetta e non poco. La sua Squadra non ha un impianto tattico. I giocatori che allena, come in anni lontani sono tornati a predicare un sano eroismo masochista, che li porta a frantumarsi contro difese schierate, come la cavalleria polacca contro i carri armati tedeschi, del tutto incapaci di creare un break, con cui mettere in difficoltà le arcigne difese. Almeno con Berbizier uno spiraglio di sole in lontananza l'avevamo visto. O forse era un fuoco dietro ad una collina, appiccato dal sudafricano, ai ruoli del rugby. Affidiamo il nostro gioco a pochi eroi, soli in mezzo alla battaglia.
> Avevamo una mischia forte, ora si è dissolta. Al sudafricano devono aver rimosso la cataratta, dopo la partita con gli uomini in gonnellino di lana, perchè dopo la sconfitta si è accorto, dopo il torpore visivo, che fra l'Italia e Moria non c'è nessuna differenza. John Ronald Ruel Tolkien, letterato sudafricano ha dissertato a lungo e in diversi libri, su Moria la Terra dei Nani, poteva informarsi dal suo conterraneo prima di buttarsi nell'avventura.
> Calciamo palloni con la convizione di scagliare palle infocate verso l'area avversaria. In realtà sono bolle di sapone, con cui i nostri antagonisti giocherellano divertiti.
> E dopo essere inadeguati per il 6 Nazioni adesso abbiamo anche il proposito di essere inadeguati anche per la Celtic League e questo non senza spreco di risorse, che in questo momento di vacche magre è un insulto a tutto il movimento sportivo che è alla base di questo sport.
> Troppo facile criticare, è la sofferenza mi inacidisce.
> Sono italiano e come tutti gli italiani, anche quelli, come è luogo comune, che seguono altri sport, ho il vizio di calarmi nel ruolo di Commissario Tecnico e per questo propongo di utilizzare come pilone, Ulisse Trevisin. "Dove passa Attila non cresce più l'erba. Dove passa Ulisse Trevisin si può seminare". Grazie a Marco Paolini, il nostro sport ha bisogno di ridere, si sta prendendo troppo sul serio soprattutto a certi livelli.
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> Saluti
> Tarcisio Corbelli
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