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[RUGBYLIST] Notizie del... lunedì

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Mar 24 Mar 2009 13:53:00 CET


Trascrivo l'articolo di Antonio Liviero apparso nel Gazzettino di ieri.
Ciao.
Franco (TV)

MISCHIA APERTA

La tormentata marcia dei "senza maul" - di Antonio Liviero

"Cucchiaio di legno, due mete in cinque partite. L'Italia ricomincia
da zero o quasi. Il gruppo avrebbe bisogno almeno di una parziale
rigenerazione. E di tornare ai fondamentali. A un modulo che sia il
più semplice possibile. Se non che ci sono cose che vengono prima di
qualunque discorso tattico. Come il fattore umano. Il mentale e il
combattimento. La solidarietà. Il principio dell'avanzamento. E poi il
controllo del pallone e la capacità di sfruttare i momenti favorevoli.
Perchè ci si può far scippare quattro rimesse laterali in una partita.
Ma non si devono mai perdere quelle decisive. Invece gli azzurri
ripetono da tempo gli stessi errori. Sono li alla pari con i gallesi,
hanno due touche capitali nei propri 22 metri e le sciupano entrambe.
Premono gli avversari nella loro metà campo, ma su un calcio lungo il
giocatore in copertura sbaglia la presa e regala una touche
provvidenziale nei propri 22 metri. A volte più che una squadra di
rugby sembriamo davvero la Caritas.
Detto questo, soddisfatti i comandamenti, bisognerà trovare strade
meno accidentate per arrivare alla meta. Sappiamo che il gioco alla
mano di oggi per essere efficace richiede un impasto di fisicità,
tecnica, rapidità ed adattamento tattico di cui pochi azzurri
dispongono. Non è che per questo si debba rinunciare ai passaggi, ma
certo non ci sono le condizioni perchè il movimento diventi l'opzione
principale, o peggio, esclusiva dell'attacco. Se così facesse, e nei
test autunnali lo ha fatto, l'Italia sarebbe la sola squadra al mondo
a giocare sui propri punti deboli.
Berbizier aveva intelligentemente individuato una risposta alternativa
nel maul penetrante quale mezzo efficace per avanzare e segnare, pur
rimanendo il problema della seconda meta, perchè per vincere una
partita del VI Nazioni servono in media dai 20 ai 30 punti. Ma ora che
il legislatore ha di fatto eliminato il rolling maul, l'Italia si
ritrova al punto di prima.
Che fare? Come ritrovare le mete? Questo VI Nazioni non ha dato
risposte. Ma dando per scontato che bisogna puntare sui propri punti
forti e visto che non ne abbiamo poi molti, si torna sempre sugli
avanti. A patto che sappiano ritrovare prestazioni all'altezza della
fama. A cominciare dalle mischie ordinate nei 22 metri. La nuova
regola del fuori gioco offre spazi interessanti a pack solidi sia per
combinazioni tra il numero 8 e il 9 che per trasformare il gioco
all'esterno. In questi termini l'opzione di Mauro Bergamasco mediano
di mischia, magari a sorpresa solo in alcuni lanci d'attacco, non è
per nulla balzana. Se la praticano allo Stade Francais, non si vede
perchè "les parisiens" non possano replicare in azzurro. Ma bisogna
prima di tutto andarsi a cercare le mischie.
Altra specialità della casa: i pick and go, gli attacchi nel piccolo
perimetro. Vero che venivano usati associati al maul. Ma è altrettanto
evidente che i nostri avanti dispongono della forza e del carattere
per tentare ugualmente questa strada.
Infine il gioco al piede offensivo. Calcetti tattici a seguire e
assist per superare difese. Gli azzurri ci hanno provato nelle ultime
due partite, e con la Francia hanno trovato una meta grazie a una
deliziosa palombella di Marcato per se stesso. Quanto all'importanza
delle diagonali per arrivare dove il gioco alla mano giunge con sempre
maggior fatica, ne ha dato dimostrazione l'Irlanda nel trionfo di
Cardiff. Quello al piede è un settore che richiede applicazione
individuale e collettiva. E l'Italia non ha ancora piena padronanza
dei mezzi. Tuttavia come dice il saggio, anche il cammino più lungo
comincia con il primo passo."


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