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R: [RUGBYLIST] Risposta ad Antonio Ievoli

allrugby allrugby a gmail.com
Gio 5 Nov 2009 10:49:26 CET


Indirettamente la risposta l'ho data nel mio scritto precedente.
Bisogna seguire i tempi ed adeguarci. Specifico meglio il mio
concetto.
Per ciò che mi riguarda, guardare indietro, anche con compiacimento,
può essere un ricordare nostalgico di ciò che non puoi più ritrovare e
recuperare: il tempo passato. Il desiderio di ritornare indietro, di
allontanare l'età che avanza, di scrollarsi di dosso responsabilità
acquisite ma, forse, mai desiderate, di darsi quell'importanza, magari
fuori luogo, per aver fatto con fatica cose che oggi, invece, si
vedono fare con molta più facilità. Quindi, io guardo indietro con
nostalgia, ma anche con un po' di orgoglio. Credo così fosse anche mio
padre; e il padre di mio padre.
Poi, però, la realtà è talmente brusca e fuggente da riportarti con
piedi e testa al presente, con i suoi ritmi e le sue esigenze: vedere
mia figlia che in pochi secondi riesce a fare cose con il telefonino
per le quali io ci ho messo mezz'ora non mi spaventa, ma mi stimola,
accresce in me l'impegno a non demordere. Guardare al passato e
perdere l'aggancio con il presente è la cosa peggiore.
Questo, credo, in tutte le attività umane, rugby compreso.
I "vecchi tempi" si ricordano sempre con piacere, ma ricreare fatti e
circostanze per goderli ancora è utopia.
Non sarà più possibile, per me, accompagnare mia figlia ai
"concentramenti" (che brutta parola!) guardandola giocare mentre
mangio il pollo freddo del mio amico che, a sua volta, si sta
mangiando le mie "sardee in saor". Però la porto allo stadio, quando
mi è possibile, per continuare a farle apprezzare il rugby. "Quel"
rugby che lei non sa essere stato "pane e frittata" e che quando tento
di spiegarglielo mi guarda incredula come si guarda una cosa strana,
improbabile.
Ciao.
Franco (TV)

Il 04 novembre 2009 23.34, Massimo Gallo <gallomassimo a iol.it> ha scritto:
> _______________________________________________
>
> Franco quando visto che il mittente eri tu mi sono seduto per leggere la
> risposta: è un piacere leggerti. Però questa volta sono rimasto deluso. Mi
> aspettavo un tuo commento, un tuo punto di vista sul concetto principale di
> Ievoli: abbiamo o no la puzza sotto al naso, e le persone con qualche anno
> in piu' sono o non sono reduci che guardano al passato e non al futuro,
> bello o brutto che sia? In qualche occasione ho sottolineato anche io questa
> peculiarità: troppo spesso leggo concetti che partono dalla locuzione (o
> qualcosa di simile) 'ai miei tempi...
> Dai Franco non mi deludere e parliamo di questo che è un tema che mi
> appassiona perché non riguarda solo il rugby... tutti i giorni ascolto
> qualcuno che dice ai tempi miei... e spesso per sputare su quelli di
> oggi.... Dai Franco confrontiamoci su questo! Veneto o non veneto
> fondamentalmente sono questioni di lana caprina, è cme parlare del sesso
> degli angeli...
>
>
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
> Per conto di allrugby
> Inviato: mercoledì 4 novembre 2009 22.36
> A: rugbylist a rugbylist.it
> Oggetto: [RUGBYLIST] Risposta ad Antonio Ievoli
>
> _______________________________________________
>
> Innanzitutto sono contento di conoscerti.
> Federazione Italiana Rugby (FIR) non è un qualcosa che rispecchia
> tutto il movimento: è un sito politico che agisce e ruota attorno ad
> interessi non meglio specificati. Lo specchio di quest'organismo,
> quasi scevro da sè stesso, è la farsa sulle assegnazioni "Celtic
> League".
> Uomini incapaci di decidere serenamente, guidati da uno spirito
> personale del tutto al di fuori di quello, forse ormai anch'ersso
> snaturato, del rugby giocato. E basta.
> Nessuno si accorgerebbe se, domani, Dondi & Co. chiudessero bottega e
> se ne andassero in pensione.
> I veneti sono fortunati?: forse si, ma invidiati, quasi sempre senza motivo.
> Le critiche che a volte si leggono, anche velatamente, in list, nei
> confronti delle squadre venete, risentono  quasi sempre di un astio
> non giustificato, di un piacere quasi morboso nell'affondare chi ha la
> fortuna di possedere società, organizzazione, serietà professionale e,
> non per ultimo, sponsor in grado di determinare, da soli, svolte
> decisive anche nell'ambito del rugby nazionale.
> E' un demerito, tutto ciò?
> OK: togliamo il Veneto dallo scacchiere nazionale. Chi resta?
> Le sole polemiche, per lo più senza senso, non servono a ridare al
> rugby nazionale il ruolo che, naturalmente, anche tramite il Veneto
> possiede. Gl'isterismi lasciamoli da parte. Come i campanilismi. Se la
> famosa dicitura "pane e frittata" non risponde più alle esigenze
> attuali, non scandalizziamoci se ora ci sono società in grado di
> gestire, da sole, un movimento impressionante fatto di marketing,
> cultura rugbistica, trasparenza, iniziative a livello locale ed altro
> ancora. Il tutto per poter competere a livelli extra "S10"
> coinvolgendo realtà che il rugby l'hanno nel sangue. Il tempo sarà il
> solo giudice.
> Ciao.
> Franco (TV)
> _______________________________________________
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