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I: [RUGBYLIST] Considerazioni

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mar 17 Nov 2009 10:13:21 CET


Critiche condivisibili ma che portano a soluzioni di tipo genetico più che tecnico.

Mi spiego. 
Apertura che gioca titolare in T14, primo centro pure, secondo centro titolare a Treviso, ala titolare a Viadana, altra ala titolare in T14, estremo titolare a Treviso; in pratica il massimo (forse anche di più) dei giocatori che l'Italia possa esprimere. A meno che i presidenti e direttori sportivi di Treviso, Stade Francais, Viadana e Clermont siano delle pippe, cosa che nemmeno con 40 di febbre mi sognerei mai di pensare.
Qual'è la soluzione? Ci servono giocatori "ancora" più forti, quindi le mamme italiane dovrebbero mettersi più d'impegno (sia quelle che vivono sul suolo patrio, sia quelle emigrate verso lidi stranieri).
A parte l'ironia è difficile stabilire una strategia tecnica che porti a "generare" dei Wilkinson, dei Ma'a Nonu, degli Habana e via discorrendo. Questo è quello che abbiamo, addirittura è già il massimo che potremmo sperare.

Rimane un dubbio.
Se i giocatori sono tra i migliori in Europa non è che il problema sia di chi li dispone in campo?

Risposta. 
Impossibile perchè i tecnici dell'Italia sono quanto di meglio ci sia sul mercato in base ad esperienza e competenza a livello internazionale! In questo siamo pari con l'Inghilterra che ha scelto come tecnico uno che come allenatore ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Lo dimostrano i risultati eccezionali che la squadra della rosa sta inanellando da quando siede sulla panchina. Un tecnico che riesce ad impostare un gioco che valorizzi i numerosi campioni in formazione.

Se l'uva è della migliore annata, la cantina è a temperatura e clima ottimale e la marca è di prestigio ma il vino sa di tappo, qualcosa che è andato storto ci deve pur essere...
 PEACE & LOVE & PLAY RUGBY 


Salvatore Messina 



----- Messaggio inoltrato -----
Da: allrugby <allrugby a gmail.com>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Lun 16 novembre 2009, 22:14:15
Oggetto: [RUGBYLIST] Considerazioni

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Al di là di un risultato che, sicuramente, penalizza un po' troppo
gl'italici colori, è doveroso analizzare ciò che a questo stesso
risultato ha portato il match giocato sabato tra i maestri
neozelandesi e noi italiani, da troppi anni solo suonatori di piffero,
senza neppure aspirare ad una direzione d'orchestra, seppure per
un'opera minore.
Quando l'Italia, per sette - diconsi sette minuti (e, forse anche più)
- ha ridicolizzato i primi otto uomini di una squadra che, gli All
Blacks, dal suo esistere (senza contare il trattamento da loro subito
durante tutta la partita a livello di mischia), probabilmente non
aveva mai subìto una meta tecnica per manifesta inferiorità, ha avuto
di fronte un pusillanime che non se l'è sentita di essere il primo
arbitro della storia a decretare una simile evidenza, allora tutti
abbiamo capito che, se c'è ancora bisogno di farsi rispettare,
probabilmente bisogna far crollare la mischia dalla parte in cui non
c'è l'arbitro,  è necessario ricorrere a stratagemmi bislacchi e
pacchiani per far ripetere mischie che l'artbitro non ha il coraggio o
l'onestà intellettuale di sanzionare, oppure si ricorre
sistematicamente al "velo involontario" (io? si, c'ero, ma non sapevo
dove e come...), che, invece, è doloso.
Tuttavia, il bicchiere, a seconda dell'umore di chi lo osserva, è
mezzo pieno o mezzo vuoto, Il che è la stessa cosa, checchè se ne
dica.
Partiamo dalla mediana. Gower non ha brillato, nemmeno come
calciatore. Ha fatto il suo modesto compitino, forse un po' emozionato
o con qualche timore reverenziale nei confronti degli avversari.
Segno, probabilmente, di un'intrinseca ammissione d'inferiorità
rispetto ad altri suoi colleghi, nel suo ruolo. Le capacità per
emergere, tirando fuori anche il carattere, ci sono, ma bisogna
ottenere prima di tutto la completa fiducia dai compagni ed essere
consapevole dei propri limiti. Vietato indugiare!
Tebaldi? E' la scelta minima.
Picone rientrava a "mezzo servizio" dopo lunghi mesi d'infortunio.
Aveva giocato, non proprio recentemente, solo un paio di spezzoni di
partita con il Benetton. Ma, sebbene ancora lontano da una forma
accettabile, ha fatto vedere che è lui, attualmente, il migliore. E
dietro ha un ragazzino, Semenzato, che scalpita.
Il bubbone più doloroso da estirpare è costituito dal gruppo di atleti
che va dal numero 11 al numero 15.
Mc Lean gioca benino se non ha addosso un'eccessiva pressione: a volte
la lettura tecnica non gli è congeniale. Non è ben supportato in
attacco dai compagni, per i limiti che tutti conoscono, pur avendo
buona velocità di base e una discreta capacità di variare l'angolo di
corsa.
Ali e centri: c'è chi reclamava Masi. Certo, è una pedina importante e
la sua mancanza si sente, soprattutto in quelle partite in cui ci è
consentito attaccare al largo con buone probabilità di successo.
Quello che ci manca, in sintesi, è l'intesa, l'amalgama, la velocità
d'esecuzione anche di movimenti banali, la capacità di sorprendere
l'avversario anche dopo una quinta, sesta fase.
Sabato, nei raggruppamenti dove non commettevamo dei falli, eravamo
quasi sempre in numero inferiore agli avversari, quindi con
l'opportunità dell'uomo in più al largo. Le poche giocate effettuate
in tal senso sono state tutte rintuzzate a causa della nostra lentezza
e, soprattutto, prevedibilità (oltre ad errori di handling).
Da dieci anni siamo nel VI Nazioni ed è da allora che ci sentiamo
promettere miglioramenti nei 3/4. Bene, considerando anche la scarsità
di materiale umano a disposizione, qualcuno potrebbe spiegare dove
sono andati a finire i miglioramenti promessi, dato che la mediocrità,
in questo settore, non riusciamo a scrollarcela di dosso?
A questo punto, dobbiamo solo sperare di reggere, in difesa, quando
incontriamo squadre che fanno del gioco al largo la loro arma
migliore.
Quindi, tutti gli avversari che ci precedono nel ranking devono essere
messi alla frusta con i primi otto uomini. Bisogna continuare a
nascondere loro la palla, giocare attorno al raggruppamento o alla
mischia, difendere bene anche al largo, coltivare il possesso e, non
per ultimo, alla luce di quanto visto a Milano, confidare nella
preparazione, nell'educazione e nella correttezza arbitrale.
Ciao.
Franco (TV)
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