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[RUGBYLIST] Notizie del sabato

allrugby allrugby a gmail.com
Sab 3 Ott 2009 15:08:55 CEST


Dal Gazzettino (non riporto gli articoli espressamente dedicati ai
commenti dei politici).
Ciao.
Franco (TV)

Rugby. Celtic League, vince Treviso
ma Roma non ci sta: è polemica
Insufficienti le garanzie economiche dei Pretoriani
Con i campioni d'Italia ci saranno gli Aironi del Po

ROMA (2 ottobre) - Mentre Roma e Venezia si fanno avanti per le
Olimpiadi del 2020, la capitale e tutto il Veneto litigano per il
rugby. È riesplosa infatti la questione della Celtic League, il torneo
al quale l'Italia parteciperà dal 2010-2011 con due franchigie che
dovrebbero radunare il meglio dell'ovale italiano, e potranno avere un
limitatissimo numero di stranieri, per sfidare al meglio gallesi,
scozzesi e le selezioni delle quattro province dell'Irlanda.

Il 18 luglio scorso, a sorpresa, dopo apposita votazione in Fir, la
candidatura veneta della Benetton Treviso era stata messa fuori a
beneficio degli Aironi del Po (Montepaschi Viadana, Parma, altre
entità con lo stadio Giglio di Reggio Emilia come campo) e dei
Pretoriani di Roma. Ora, dopo l'infuriare delle polemiche, con alcuni
esponenti della Lega Nord avevano parlato di «lesa maestà e «scandalo
autentico» per l'esclusione di Treviso in favore della Capitale,
l'odierno Consiglio della Fir ha clamorosamente invertito la propria
decisione, riammettendo Treviso ed escludendo Roma.

La colpa di Roma, secondo la federugby, è stata quella di non aver
fornito adeguate garanzie in merito al "ticketing" (il Flaminio è un
problema non ancora risolto) e sui contributi provenienti dagli enti
pubblici. «Li hanno messo in bilancio - ha spiegato il presidente
della Fir Dondi - ma poi certe cifre nessuno le ha confermate». Come
dire, secondo la federazione, che la responsabilità ricade su coloro,
come Alemanno, Marrazzo e Zingaretti, che invece oggi l'hanno
aspramente criticata.

Ora, mentre i Pretoriani si chiedono come sia possibile che questi
enti locali non vengano giudicati affidabili e minacciano di portare
la questione in tribunale, c'è chi come Ciocchetti, dell'Udc, si
appella al presidente del Coni Petrucci: «Questa decisione sportiva
spaccherà in due l'Italia». Rimane il fatto che il Veneto ha vinto, a
meno che una potenza (anche finanziaria) come la Benetton non fornisca
tutte le garanzie tecniche e finanziarie. Sembra difficile che non ci
riesca, in ogni caso, semplicemente per scrupolo, la Fir ha chiarito
che se alla fine i veneti non ce la facessero per qualsiasi motivo,
sarebbe la federazione stessa, formando una propria selezione, ad
entrare nella lega celtica.

La Celtic League è il campionato che riunisce team scozzesi e gallesi
e le rappresentative delle province gallesi. Dalla stagione 2010-2011
potranno partecipare anche due franchigie italiane, che saranno, dopo
la decisione di oggi, Aironi del Po e Benetton Treviso.

La decisione definitiva alla prossima seduta del consiglio. «Alla luce
di quanto emerso nell'odierna riunione del consiglio federale - spiega
la nota della Federugby -, la decisione per la designazione finale
della seconda entità sportiva è rinviata alla prossima seduta del
Consiglio».
Ciò perché vanno fatte anche su Treviso, per rispettare l'iter
formale, le necessarie verifiche da parte delle due commissioni:
trattandosi di una potenza (anche industriale) come Benetton per il
"via libera" non dovrebbero esserci problemi.

Il presidente Dondi: garanzie dei pretoriani non sufficienti. «A me i
Pretoriani in Celtic League andavano benissimo, si vede però che anche
loro avranno sbagliato qualcosa». Lo dice il presidente della
federazione italiana rugby Giancarlo Dondi in merito alla scelta del
Consiglio della Fir di oggi che ha escluso la candidatura della
franchigia romana per la Celtic League (designata a suo tempo proprio
dalla Fir) per portare avanti quella della Benetton Treviso e quindi
del Veneto. «Due commissioni hanno portato avanti uno scrupoloso
lavoro di verifica, e il Consiglio lo ha recepito - spiega Dondi -. Le
garanzie fornite dai Pretoriani non sono state ritenute sufficienti, e
noi abbiamo fatto le cose con grande onestà. Non credo che siano state
commesse delle ingiustizie».

Ma cosa vuol dire, come è scritto oggi nella nota diffusa dalla Fir a
fine riunione, che «non sono state ritenute sufficienti le garanzie di
natura economica presentate dalla franchigia Praetorians, con
particolare riferimento ai contributi provenienti dagli enti
pubblici»? «Vuol dire - spiega Dondi - che nel loro bilancio erano
state messe certe cifre provenienti da enti pubblici che poi nessuno
ha confermato. Ora però cerchiamo di vedere le cose in positivo per
far progredire il rugby italiano».

«Voglio personalmente ringraziare il presidente Dondi con cui ci siamo
più volte confrontati in queste settimane per l'equilibrio con cui ha
inteso gestire una materia così delicata come quella della
partecipazione del movimento rugbistico veneto a un grande evento
internazionale». Con queste parole il ministro delle Politiche
agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la decisione presa
dalla Fir (Federazione Italiana Rugby). «Oggi è una giornata storica
per lo sport del Veneto, la partecipazione alla Celtic League dei
leoni trevigiani mi riempie d'orgoglio» dice Zaia.

RUGBY I Pretoriani esclusi per insufficienti garanzie di natura
economica. Zatta: «Sono ottimista, ma il traguardo non è ancora
raggiunto»
Treviso ripescato in Celtic, ma non è finita
Spunta un protocollo tecnico da sottoscrivere. E la Fir avverte: «In
caso di risposte negative presenteremo noi una selezione»

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(segue dalla prima pagina) (CHE NON SI RIESCE NE' A SCARICARE NE' A LEGGERE!)

      Poi è posizionato sulla casella successo condizionato, che il
presidente del Treviso Amerino Zatta ben sintetizza con una metafora
ciclistica: «Abbiamo fatto un passo avanti, scalato le montagne che ci
erano state poste davanti, ma non vedo ancora lo striscione
dell’ultimo chilometro. Sono comunque ottimista».
      Non dire gatto finchè non ce l’hai nel sacco, direbbe
Trapattoni. Cos’è successo nel salone del Coni fra i 20 consiglieri
della Fir e il presidente Giancarlo Dondi per avere ancora di questi
dubbi? È spuntato un protocollo tecnico di cui non si sapeva
l’esistenza ad alimentarli. Le commissioni economica e tecnica
istituite dopo il voto del 18 luglio, infatti, si è sempre ritenuto
dovessero valutare solo i requisiti già presentati all’epoca da Aironi
e Pretoriani, non formularne di nuovi.
      Per la Commissione verifica economica (Cve, presieduta da Zeno
Zanandrea) è andata davvero così. «La relazione - afferma il
comunicato della Fir - ha evidenziato la piena attendibilità delle
garanzie presentate dagli Aironi, mentre non sono state ritenute
sufficienti le garanzie di natura economica presentate dai Pretoriani,
con particolare riferimento ai contributi provenienti dagli enti
pubblici e dal ticketing». Quindi Pretoriani bocciati per i soldi non
ancora stanziati da Comune, Provincia e Regione. «Con un voto di 18-1
e due astenuti - afferma Dondi - Una larga maggioranza che dimostra
come abbiamo fatto le cose secondo onestà e correttezza». Incentivate,
probabilmente, dal fatto che stavolta il voto non era segreto. Numeri
più o meno identici (solo astenuti stavolta) ci sono stati per il
successivo voto di ammissione della candidatura del Benetton al posto
di quella romana.
      Per la Commissione tecnico sportiva il percorso è stato diverso.
Ha sottoposto alle franchigie di Celtic un nuovo protocollo da
sottoscrivere. Nel quale si afferma che l’allenatore, il direttore
generale, il medico e il preparatore fisico proposti dalle stesse
franchigie devono essere avallati dalla Fir, che ne pagherà oltre il
50% dello stipendio. Nello specifico dalla Commissione alto livello
professionistico di cui fanno parte i componenti della Cts (Nino
Saccà, Franco Ascione, Carlo Checchinato) più altre persone.
      Qui stava il timore di “palla avvelenata”. Ora sarà infatti la
candidatura del Benetton ad essere esaminata dalle due commissioni per
l’ok definitivo. Una norma tecnica del genere sembrava fatta apposta
per tendere una trappola a Vittorio Munari, dg pluriscudettato del
Benetton, uno dei massimi esperti italiani di rugby, ma notamente
inviso al presidente Dondi e a molti esponenti federali. Tanto più che
il comunicato stampa sul consiglio chiude dicendo: «Nel caso le
verifiche dovessero avere esito negativo, al fine di garantire la
partecipazione di due entità alla Celtic, la federazione si impegna ad
allestire una propria selezione da schierare nel torneo celtico».
Quindi il ragionamento malizioso era: la Fir costringe Treviso alla
rinuncia di Munari, oppure ne boccia la candidatura, e si fa la
franchigia da sè. In Veneto, o magari riportandola a Roma.
      Dai vertici federali sono però giunte rassicurazioni in
proposito. Non si faranno personalismi. Il modello dell’avallo
federale per i vertici tecnici delle franchigie è in uso in Irlanda e
Galles per tutelare l’interesse della Nazionale, scopo principale per
cui è nata a Celtic League e per cui l’Italia vi affluisce. Inoltre se
a quei 4 dirigenti la Fir paga metà stipendio è legittimo che abbia
“mezza parola” in capitolo sulla loro scelta.
      «Attendo fiducioso di vedere la prossima settimana il protocollo
tecnico - afferma Zatta - sperando che non ci siano condizioni
capestro. Sono convinto che se l’hanno firmato Aironi e Pretoriani
(bocciati solo per la parte economica, ndr) potremo firmarlo
tranquillamente anche noi. Solo allora potremo dire di aver tagliato
il traguardo della partecipazione alla Celtic». E il Veneto con i suoi
80 anni di storia rugbistica e 41 scudetti (Fiamme Oro comprese) potrà
andarsi a misurare in Europa.
      Ivan Malfatto
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 Benetton ripescato in Celtic League

Il consiglio federale ha bocciato la franchigia romana dei Praetorians
e ammesso quella trevigiana

ROMA - Il Consiglio della Federugby (Fir) ha bocciato la candidatura
dei Praetorians Roma per la Magners Celtic League ed li ha sostituiti
con il Benetton Treviso.
      Preso atto delle relazioni delle commissioni di Verifica
economica (CVE) e Tecnica Sportiva (CTS), ha proceduto con votazione
disgiunta alla valutazione delle singole candidature Aironi e
Praetorians. La prima è stata ritenuta all'unanimità sottoponibile al
Board di MCL, non invece quella dei Praetorians.
      Il Consiglio Federale, a maggioranza assoluta, ha poi deliberato
l’ammissione del Benetton, subordinando la stessa alle verifiche della
CTS e della CVE. La decisione per la designazione finale della seconda
franchigia è rinviata alla prossima seduta. Nel caso le verifiche
dovessero essere negative, al fine di garantire due entità alla Celtic
League, la Federazione s’impegna ad allestire una propria selezione.

Treviso
      Il Consiglio Federale ha bocciato la candidatura dei Praetorians
romani, in quanto non sottoponibile al Board della Magners Celtic
League e, di fatto, ha deliberato, a maggioranza assoluta, la
designazione del Benetton e del Veneto alla partecipazione al torneo
celtico. Ritenuta idonea invece la candidatura degli Aironi.
      A due mesi e mezzo dalla decisione di mettere da parte Treviso,
il Veneto e 80 anni di storia, il Consiglio Federale è tornato sui
suoi passi ritenendo non sufficienti le garanzie di natura economica
presentate dalla franchigia romana, con particolare riferimento ai
contributi provenienti dagli enti pubblici.
      Treviso e il Veneto rientrano dunque nella corsa verso il rugby
che più conta. Ora sarà la franchigia veneta ad essere sottoposta alle
verifiche da parte delle due commissioni, tecnico sportiva e verifica
economica. Se queste dovessero avere esito negativo, a questo punto
sarà la Fir ad impegnarsi ad allestire una selezione che dovrà
partecipare al torneo celtico e pure alla Heineken Cup.
      Intanto, però, dopo le nubi scure che si erano addensate sul
cielo trevigiano appena due mesi fa, un passo avanti è stato
indubbiamente fatto. «Sicuramente – ammette il presidente del
Benetton, Amerino Zatta – finchè però non avrò visto lo striscione
dell’ultimo chilometro non sarò certo di aver centrato l’obiettivo e
aver raggiunto il traguardo. Comunque, il fatto di essere stati
riammessi è già una cosa molto importante».
      Candidatura di Roma non idonea, ma anche merito di Treviso per
non aver mai mollato.
      «Indubbiamente questa è stata una cosa fondamentale, ci siamo
sempre battuti per non lasciare nulla di intentato. Ma il grazie va
distribuito a molte parti: alle società del Triveneto, le quali hanno
avuto fiducia e hanno sempre creduto in questo progetto, ai politici
che in varie forme hanno fatto sentire il loro peso, politici che
magari potevano essere di correnti diverse ma che hanno sempre avuto
un unico intento, quello di far riammettere Treviso e il Veneto in
questa corsa; ai tifosi che in qualsiasi modo hanno fatto sentire la
loro presenza. Quindi le continue manifestazioni, le riunioni, i
dibattiti. Tutto ciò ha contribuito in maniera determinante al fine di
rimettere in discussione le precedenti decisioni. Una solidarietà che
ha sorpreso anche noi stessi. Poi non dobbiamo dimenticare i
consiglieri veneti, i quali dopo quanto era accaduto a luglio hanno
dimostrato una grande compattezza».
      Adesso?
      «Dopo questa sorta di riabilitazione, leggendo quanto riportato
nel comunicato federale ora toccherà a noi essere sottoposti alle
ulteriori verifiche. Sono comunque fiducioso anche perché ci siamo
sempre mossi con un certo buon senso e siamo sempre stati disposti al
dialogo, quindi ritengo – conclude il presidente – che alla fine la
correttezza paghi sempre».
      Ennio Grosso
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LA SQUADRA

TREVISO - La notizia della riammissione di Treviso e del Veneto nella
corsa alla Celtic League è stata presa con una certa euforia dai
giocatori trevigiani. Nel momento in cui stavano per iniziare il
penultimo allenamento in vista della partita di Roma di domani, gli
atleti biancoverdi hanno appreso la notizia che in cuor loro
attendevano da giorni, molti anche da mesi.
      La squadra finora si è sempre tenuta in disparte, i giocatori
hanno sempre voluto parlare del presente più di quello che
eventualmente potrebbe accadere dal prossimo anno, con o senza Treviso
nel torneo celtico. E’ naturale però che tutti sperassero nella
riammissione dei campioni d’Italia. «Inutile negare che tra di noi ci
sia stata un’atmosfera di allegria, seppur misurata e contenuta –
ammette il capitano Antonio Pavanello – una giusta euforia e anche
qualche battuta simpatica. Ovviamente scherzando, qualcuno ha asserito
che per noi ci sarebbe stato ancora un altro anno di rugby giocato… e
che in fin dei conti eravamo salvi. Scherzi a parte, ovvia la
soddisfazione e la contentezza per questa riammissione che tutti ci
auguriamo possa venire confermata anche dopo le verifiche che verranno
attuate».
      Una decisione arrivata proprio ad un paio di giorni dalla
trasferta di Roma.
      «Ciò che ci ha fatto tornare con i piedi per terra è stato il
pensiero della partita che ci attenderà nel prossimo turno. Roma avrà
senz’altro il dente avvelenato e se questa sfida prima era considerata
una trasferta difficile, certamente adesso lo sarà ancor più.
Sicuramente troveremo un ambiente molto caldo».
      «Adesso che è arrivata l’ufficialità della riammissione di
Treviso e del Veneto nella corsa alla Celtic League, bisogna
riconoscere che è un passo in avanti non indifferente – sostiene
Silvio Orlando – d’altra parte, se Roma non aveva i requisiti
finanziari è giusto che sia stata esclusa. A questo punto se Treviso
ha invece i requisiti richiesti, come penso abbia, è giusto che la
Federazione abbia intrapreso una nuova strada».
      e.g.
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   Marchetto: «Giusto
riconoscimento
alla città di Treviso
e a tutto il Veneto»

   Radunando Sindaci ed Assessori allo sport della Marca sabato scorso
a Treviso, Manrico Marchetto, ex giocatore azzurro e biancoverde e
presidente del "Vecio Rugby", si era dichiarato soddisfatto vista
l’ulteriore raccolta di firme da sottoporre alla Federugby per
rivedere le scelte per la Celtic e dimostrare che non solo una società
ma un’intera provincia reclamava. «Spero di avere buone notizie il 2
ottobre, attendiamo con ansia» aveva affermato. E ieri la bella
notizia è arrivata: la Fir ha bocciato i Praetorians Roma a favore del
Benetton Treviso.
      «La risposta è stata positiva - afferma Marchetto - e sono più
che soddisfatto, già ieri (l’altro giorno per chi legge, n.d.r.) avevo
parlato col presidente della Federazione, Dondi, spiegando il
movimento che si è creato a Treviso e provincia, come del resto aveva
preso atto dalle firme raccolte. Il problema riscontrato nei confronti
dei Praetorians ha giocato a nostro favore, il tutto ha influito
positivamente a favore di Treviso e del movimento Veneto».
      L’architetto Giorgio Fantin, ex giocatore di Faema e Fiamme Oro,
campione d’Italia 1955/56 e 57/58: «Sono contento da trevigiano da ex
giocatore, d’altro canto Benetton è l’unica formazione in grado di
partecipare alla Celtic per struttura ed organizzazione, spero a
questo punto che non ci sia solo il nome Benetton ma anche qualche
giocatore di altre formazioni venete e portare avanti il rugby di casa
nostra».
      Sandor Peron ex colonna del rugby di Marca e già allenatore del
Metalcrom: «È un riconoscimento dovuto al Veneto, il Benetton è la
società di vertice della regione e quindi sono convinto che rivedere
il tutto sia una cosa logica. Gli errori ci sono stati da parte della
Federazione e da parte del Benetton, ora è auspicabile che tutto vada
per il verso giusto, mentre con la scelta precedente erano stati
puniti il Veneto e Treviso».
      Giovanni Ottoni, consigliere nazionale del Coni e presidente
provinciale: «Credo che, polemiche a parte, questa decisione sia un
giusto riconoscimento al valore del rugby veneto e trevigiano, quindi
senza nulla togliere ad altre società credo che se qualcuno meritasse
di partecipare alla Celtic questo fosse il Benetton per i risultati e
per la forza della compagine sociale, ora mi auguro che questa
vittoria trovi riscontro anche sul campo».
      Michele Miriade
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