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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 26 Apr 2010 22:12:52 CEST


Dal Gazzettino. Leggere con attenzione l'articolo di Ivan Malfatto: al
peggio, veramente non c'è fine.
Grazie a Dondi ed a tutti i suoi sguatteri.
Sonora conclusione l'articolo di Liviero, quasi una protesi, un
allungamento scientificamente apportato all'articolo precedente. A
quelli di Roma, toglietegli il vino. Ed anche la birra. Siamo al
raschio del barile. E di un cervello che non c'è mai stato. Siamo in
balìa di una banda di inetti. Da 20 anni.
Ciao.
Franco.

Francia: barrage per il Racing

e.g.) Nel Top 14 francese si è giocata l’ultima giornata della
stagione regolare. Direttamente alle semifinali Perpignan e Tolone. Al
barrage il Clermont, che affronterà in casa il Racing Metro 92 di
Pierre Berbizier ex citì della nazionale italiana e il Tolosa che
dovrà vedersela con il Castres, suoerat proprio ieri con la vittoria
per 25-17
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Caso oriundi italiani di serie B

Ivan MALFATTO

IL PARADOSSO

Hanno il passaporto ma potranno giocare nei nostri campionati soltanto
da stranieri

Il modulo da compilare e firmare è stato inserito nel sito dell’Air
(Associazione italiana rugbisti) venerdì alle 19. Alle 19,30 quando
chiudono gli uffici le istanze dei giocatori inviate via fax erano già
46. Tante altre sono affluite nel week-end. Il caso oriundi è
scoppiato in tutta la sua deflagranza nel rugby italiano. Mostrando
come la Fir abbia pestato l’ennesima buccia di banana da cui fare
marcia indietro, come quando ha escluso il Veneto dalla Celtic,
ampliato a tre anni la fascia d’età per gli under 18 e riformato il
Super 10.
      Il consiglio federale del 9-10 aprile ha stabilito che dal
2010/11 gli italiani di formazione (chi ha svolto almeno due stagioni
nelle nostre giovanili) siano 17 su 22 a referto nel Super 10, 19 in
serie A, 21 in B/C. Non ha previsto una norma transitoria al
provvedimento. Così ha di fatto espulso dal movimento i 364 oriundi
(censiti dall’Air) che popolano i nostri campionati. Compresi quelli
italiani di cittadinanza (cioè col passaporto), ma non di formazione.
Di colpo trasformati in cittadini di serie B. Compresi quelli
utilizzati dalle nazionali A o seven. Che come l’Italia del Sei
Nazioni (arrivata ad avere anche 12 azzurri su 22 di formazione
straniera!) hanno costruito gli organici su di loro.
      «Il governo federale deve prendere atto che una norma
transitoria, non una sanatoria, è indispensabile - spiegata l’avvocato
Stefano Di Salvatore, presidente dell’Air che ha fatto sua questa
battaglia - Una norma, come succede in tutte le nuove leggi, che
tuteli i diritti di chi li ha acquisiti e non crei aspettative per il
futuro a chi non li ha. La chiede la base. Come quei presidenti di
club che hanno ancora l’esigenza di usare i ragazzi oriundi in attesa
di formare i propri per disputare i vari campionati».
      Perciò è partita la raccolta delle istanze da inviare alla Fir
dove si chiede «una norma transitoria che permetta ai giocatori di
cittadinanza italiana e di formazione non italiana - legittimamente e
stabilmente residenti in Italia - una diversa e più agevole
utilizzazione che ne garantisca la presenza nelle liste gara delle
varie categorie seniores dei campionati nazionali». Mercoledì tutte
quelle raccolte saranno portate alla Fir. Che dovrà decidere se
concederla o no la deroga. Facendo tornare, o meno, gli oriundi degli
italiani di serie A.
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Donne. Finale  Benetton contro Sitam

(e.g.) Ennesima finale veneta nel campionato femminile domenica tra
Red Panthers Benetton e Sitam Riviera del Brenta che hanno vinto le
semifinali di ritorno: Benetton-Roma 34-15, Sitam-Monza 12-0.
      UNDER 20 – Benetton e Montepaschi hanno vinto i barrage.
Benetton-L’Aquila 65-21, Montepaschi-Cus Padova 78-7. Domenica
semifinali secche: Petrarca-Benetton a Padova e Lazio-Montepaschi a
Roma.
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RUGBY S 10

MISCHIA APERTA DI ANTONIO LIVIERO

Il rischio "secessione" e il piano per portare tutto il Veneto in Celtic

Mancano quattro mesi alla Celtic League. Teniamoci forte. Sono
probabili scossoni. Siamo partiti tardi e ci muoviamo con l’ordine e
l’organizzazione degli italiani. Per dire: quando Treviso e Viadana
hanno saputo della loro ammissione, il Cardiff aveva già concluso
mezza campagna acquisti per la prossima stagione. Si dirà che ad
agosto la Fir ha fornito l’elenco di 78 giocatori, divisi per fasce,
da cui scegliere. Ma quella lista a marzo è stata ridotta a 32 più 10
emergenti, per essere ritoccata negli ultimi giorni (17 emergenti).
Col rischio che un giocatore già ingaggiato non faccia più parte della
lista e non dia più diritto ai contributi federali.
      Altro tema scottante: il numero di stranieri e la competitività
delle nostre squadre (il limite della decenza è di almeno 7-8 vittorie
a testa). Visto che non rientreranno dall’estero diversi big azzurri,
che i giocatori di livello internazionale in Italia scarseggiano e che
il vivaio butta qualità col contagocce, sarebbe saggio derogare,
almeno in via transitoria, al limite di 5 stranieri, non solo
tesserabili ma a referto. Si legge tra l’altro della mediazione in
atto per consentire a una parte di oriundi di essere tesserati come
italiani di formazione nel super 10. E in Celtic? Non vorrei che si
cadesse nell’errore di considerare le franchigie solo in funzione
della nazionale maggiore e non dello sviluppo del movimento. Una
scorciatoia per gestire i giocatori e tenere affiatati i reparti
azzurri anzichè un mezzo per veicolare passione e interesse attraverso
i successi e lo spettacolo.
      Non vi è dubbio che, per quanto obbligato dalla desolante
stagnazione del movimento, il salto in Celtic avvenga in gran parte al
buio. Concentrando il meglio del rugby italiano in due sole squadre
per l’intera stagione, con il Sud tagliato fuori, si rischia una
secessione di fatto. E se non si creeranno al più presto le condizioni
per ampie sinergie con squadre e città del Super 10, potrà andare
anche peggio. È di questi giorni la notizia che gli Ospreys hanno
firmato un accordo addirittura con un club di seconda divisione
inglese che punta alla Premiership: i London Welsh. Questi ultimi, in
difficoltà finanziaria, potranno farsi prestare giocatori non sempre
impegnati in Magners League. L’organico in Celtic dovrà essere infatti
più ampio dalla prossima stagione quando con l’ingresso delle due
italiane e l’aumento delle partite, si giocherà in concomitanza col
Sei Nazioni. Ma successivamente i rientro degli internazionali tornerà
a produrre esuberi nella rosa.
      Sarebbe vitale che in Veneto si creasse una stretta partnership
con i club della regione, in modo da fare della squadra di Celtic una
bandiera. Il vertice di una piramide. Parafrasando lo slogan del
Sudafrica del ’95: una squadra, una regione. Questo era stato
l’auspicio della federazione e l’impegno del Treviso. Il loro venir
meno svilirebbe ora il progetto stesso della Celtic. E lo renderebbe
ben poca cosa.
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Sgarbi: «Centrato il primo obiettivo»

Il XV trevigiano è l’unico certo di disputare la semifinale. Per gli
altri tre posti sarà lotta aperta nell’ultima giornata.

A due turni dalla conclusione della regular season solo il Benetton è
già certo di essersi qualificato per le semifinali, per le altre
squadre ancora in lizza potrebbero essere necessari anche gli ultimi
80’ per far chiarezza.
      Oltretutto, da qui alla conclusione della prima parte del
torneo, ci saranno ancora tre scontri diretti: Rovigo-Petrarca, sabato
a Rovigo nel penultimo turno, quindi due il sabato successivo,
nell’ultima giornata, Petrarca-Viadana a Padova e Prato-Rovigo in
terra toscana. In 160’ tutto dunque potrà ancora succedere.
      La lotta sembra comunque ristretta solamente a Petrarca e Prato,
per Viadana e Rovigo, anche se la matematica ancora non lo sentenzia,
il raggiungimento delle semifinali sembra solo una questione di
attesa: al Viadana manca appena un punto, al Rovigo due.
      Il Benetton, come detto, è più tranquillo avendo già raggiunto
il traguardo grazie al successo di sabato scorso in casa del
Plusvalore Gran Parma, una vittoria ottenuta tra alti e bassi che
comunque hanno messo in evidenza una squadra che non a caso è quella
che ha segnato il maggior numero di punti (465).
      “Una partita che si doveva vincere – ammette Alberto Sgarbi, al
rientro in squadra e autore della prima meta trevigiana – abbiamo
centrato vittoria e bonus quindi il nostro dovere a livello di
risultato l’abbiamo fatto. Non era certamente una sfida facile, il
Gran Parma sta lottando per salvarsi, quindi è un avversario che non
molla mai. Tuttavia siamo riusciti a mettere tra noi e l’avversario un
buon margine di punti già alla fine del primo tempo e poi nella
ripresa abbiamo aumentato il divario.
      Abbiamo commesso qualche errore, ma bisogna considerare anche le
cose pregevoli che abbiamo fatto e non sono state poche, quindi direi
una partita positiva sotto tutti i punti di vista”.
      Il tuo ritorno in squadra?
      “Senza dubbio c’è ancora da migliorare, ma non è importante
l’apporto del singolo, bensì quello dell’intera squadra e sotto questo
aspetto ho visto delle buone cose”.
      Treviso già in semifinale e gli altri?
      “Vedo una lotta interessante. Rovigo e Viadana sono ormai ad un
passo dalla qualificazione, anche Padova meriterebbe di arrivare in
semifinale, ma Prato può ancora scalzarlo. Bella lotta…”.
      E questo Viadana che perde con Rovigo e Treviso, poi si fa
mettere sotto dal Parma per 70 minuti?
      “Sono cose che durante una stagione lunga e difficile possono
anche succedere. Viadana è squadra costruita per vincere, quindi sarà
una sicura protagonista”.
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Treviso ha segnato finora 58 mete

(e.g.) Il Benetton, pur non avendo dei metamen al vertice, può vantare
ben 5 giocatori tra i primi 20 del Super Ten e non a caso la
formazione biancoverde è una vera macchina da mete: 58 finora quelle
segnate, 15 più di Viadana (43). Williams è arrivato a 6, Benvenuti,
De Jager, Kingi 5, Goosen 4. Nomi che fanno anche capire le più
soluzioni di gioco del Benetton, uomini di mischia e uomini della
linea veloce. A completare anche 4 mete tecniche, anche questo un
aspetto da non tralasciare, tutte marcature frutto della supremazia
del pack.
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