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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 1 Feb 2010 18:37:44 CET


Vedo che il buon Angelo ha già provveduto a postare alcuni articoli
del Gazzettino, mentre io, piangente e senza voce, sono nel mio
giaciglio e continuo a tossire ed a maledire la bronchite.
Comunque, completo l'opera. Scusate se riporto tutto e, quindi, se
troverete dei doppioni.

Dal Gazzettino.
Ciao (eeeetcì!)
Franco (TV)

La Fir prospetta altri scenari, Aironi e Treviso non mollano

Per un milione l’Italia perse la Celtic League

Ivan Malfatto
Gli Aironi di Viadana non mollano. Il ds Franco Tonni dichiara
pubblicamente che sono disposti a mettere loro una parte dei soldi che
mancano per andare in Celtic League. Il Benetton Treviso ci crede
ancora. Incassa la solidarietà di una fetta del Veneto (diverse le
lettere di club giunte in sede) come quando in estate si è ribellato
alla decisione della Fir favorevole ai Pretoriani Roma e sposta la
"dead line" a mercoledì. Dopodichè, se le cose andranno male, potrebbe
farsi sentire direttamente anche il patron Luciano, già molto duro in
passato con la politica di sviluppo federale nel rugby.
      L’affare Celtic, insomma, non è concluso. Perlomeno per le due
parti interessate e il movimento ovale che sta loro dietro. Mentre per
la Fir è già lettera morta. Perlomeno a sentire le dichiarazione a
RaiNews 24 di Giancarlo Dondi, attratto ora dal modello di sviluppo
delle franchigie del baseball. O ciò che filtra dagli ambienti
federali, che proporrebbero di spalmare azzurri e giovani promettenti
sotto contratto con la Fir tra i club del prossimo Super 8, 10 o 12
(non si è ancora deciso!).
      Tra queste due posizioni antitetiche stride un’ipotesi.
Clamorosa se vera. E se pensiamo che si parla di una federazione con
28 milioni annui di budget (la seconda più ricca dopo il calcio).
Ovvero che i soldi da trovare per accontentare le richieste del Board
della Celtic (fatte a seguito dell’indagine dell’advisor Deloitte, non
di un capriccio) sarebbero poco più di un milione di euro da parte
della Fir. Non tre come si dice. La differenza fra uno e tre sarebbe
compensata dai diritti tv, che ora la Celtic starebbe trattando
direttamente con Sky, dalla rinuncia agli introiti delle due
franchigie italiane e da altre entrate. Possibile che per un milione
di euro, quando Aironi e Benetton ne hanno garantiti 5,5 a testa di
tasca propria, si butti a mare un progetto ritenuto solo un anno fa il
migliore a breve termine per lo sviluppo del rugby italiano?
      L’interrogativo sarà sciolto mercoledì alla riunione dell’Erc
dove ci saranno i ballo, oltre ai calendari, i due milioni di euro che
la Heineken Cup riversa ogni stagione sull’Italia. Si giocherà qui
l’ultima partita dei paladini dell’Italia in Celtic League.
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MISCHIA APERTA
di Antonio Liviero

Valutata la realtà tattica e fatto l’inventario dei mezzi a
disposizione, Mallett ha scelto un modello semplice in termini di
costruzioni di gioco. Si è ispirato alla trilogia classica: conquista,
difesa, gioco al piede. Dando per scontato che la mischia sia tornata
quella di un tempo, che la touche abbia un rendimento normale e
sperando che la difesa confermi i progressi mostrati contro le potenze
dell’emisfero australe, il salto di qualità è atteso nei calci
tattici. A cominciare da sabato a Dublino.
      Con l’arrivo di Gower gli azzurri hanno trovato il regista che
da tempo aspettavano. Con lui il gioco al piede ha assunto una
collocazione pertinente nella lettura tattica. Ma è la qualità che per
ora lascia a desiderare, ovviamente non solo per demeriti suoi.
L’occupazione del campo è poco efficace. Molti avanzamenti sono
modesti, con traiettorie corte o fuori misura. I palloni calciati
lunghi diventano facilmente preda della copertura profonda anziché
esche avvelenate cariche di pressione. Quanto al gioco al piede
offensivo, è apparso finora prevedibile ed estraneo a principi di
alternanza all’interno di una stessa sequenza. E sui calci a seguire
il recupero della palla è statisticamente debole. Quasi completamente
assenti poi gli assist: sia le diagonali a cercare l’ala, sia i calci
corti come quello che portò in meta Mauro Bergamasco 3 anni fa contro
il Galles. Eppure appartengono al repertorio di tutte le squadre per
superare difese sempre più ermetiche.
      Sicuramente c’è del lavoro da fare. Ho letto che Mirco
Bergamasco si è sobbarcato centinaia di ore per affinare la precisione
nei piazzati. Spero che anche Tebaldi, Gower, Marcato e McLean abbiano
fatto lo stesso per i calci tattici. Però non è solo questione di
precisione. Ci sono nell’Italia problemi di coordinamento tra il
calciatore e la linea d’attacco. Affinché il calcio non sia un mero
sbarazzarsi della palla ma diventi un gesto collettivo, i sostegni
devono anticipare il movimento per andare in pressione. E dunque vanno
tempestivamente informati della scelta di calciare, del tipo di
calcio, della zona in cui sarà indirizzato, attraverso un adeguato
sistema di comunicazione interno. Questo timing da quel che si è visto
è altalenante. Inoltre ci sono incertezze di piazzamento e di
organizzazione sul punto di caduta della palla per cercare di
recuperarla: chi va a contenderla, chi sta ai lati per metterla al
sicuro, chi segue. Servono ordine, automatismi, posizione.
      Lo stesso gioco aereo sui calci abbisognerebbe di
perfezionamento. Il pallone andrebbe catturato sempre con un balzo in
avanzamento. Ma c’è chi arriva in ritardo, altri troppo presto così
devono rallentare la corsa. I Wallabies sono maestri in questo gesto,
forse mutuato dal football australiano. Noi non possiamo pretendere
tanto. Ma almeno l’uso dei piedi nel Paese del calcio dovrebbe esserci
più familiare.
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L’ORA DELLE SCELTE Mercoledì in Irlanda riunione dei massimi
organismi europei, il Veneto e Treviso sperano in una riapertura

Benetton in Celtic La palla a Dublino

di Ennio Grosso

Potrebbe essere questa la settimana della verità per l’entrata o la
definitiva chiusura di ogni speranza per l’Italia di far parte della
Celtic League nella prossima stagione.
      Mercoledì a Dublino ci sarà una riunione dei più alti vertici
europei e chissà che in quell’occasione qualcosa si muova. Restano
dunque appese ad un filo molto sottile le speranze del Veneto, con il
suo capofila Benetton e degli Aironi.
      Dopo oltre un anno di trattative, verifiche e contro verifiche,
tutto si è arenato per la mancata disponibilità della Fir al riguardo
dell’apporto economico (3 milioni di euro) richiesto dal Board della
Magners League, un indennizzo per le attuali 10 compagini che
partecipano alla rassegna, le quali con l’ingresso delle italiane
avrebbero dovuto affrontare 2 trasferte in Italia e gestire 4 gare in
più.
      E dopo il comunicato federale, nel quale si annunciava la
rottura delle trattative, non si è fatta attendere la risposta da
parte della stessa Magners League che ha di fatto confermato la
rottura: “Il board della Celtic Rugby – si legge nel comunicato
celtico – è deluso dal fatto che non sia stato possibile chiudere un
accordo soddisfacente con la Federazione Italiana Rugby per portare
due squadre italiane in Magners League dalla prossima stagione”.
      Una questione di soldi, quindi, con le tre federazioni celtiche
– in primis una Scozia piena di debiti e che fa fatica a mantenere le
sue due franchigie – che hanno chiesto all’Italia una tassa
d’ingresso, a parere di Dondi molto elevata.
      Eloquente, a tal proposito, la risposta di qualche giorno fa del
gm del Viadana, Franco Tonni: “Se fossi stato nei panni del Presidente
quei soldi li avrei spesi. Non solo l’Italia avrebbe potuto
permetterseli, ma sarebbe stato uno dei migliori investimenti che
avrebbe potuto fare. Noi siamo fra quelli che piangono alla decisione
di non andare in Celtic, ma vorrei vedere le facce di quelli che
ridono. Perchè il futuro che ci attende è nero come un temporale”.
      Parole giustissime. Questo è un contraccolpo che avrà infatti
ripercussioni negative per tutto il movimento.
      Una grossa amarezza ed è difficile pensare che dopo un anno di
capillari richieste non sia stata chiarita la condizione economica
sulla eventuale partecipazione alla rassegna celtica delle compagini
italiane, tanto da far dubitare se questa Celtic League, richiesta ad
alta voce dai vertici tecnici federali come soluzione di tutti i
problemi del rugby italiano, fosse voluta o meno.
      In casa Benetton bocche cucite, per il momento nessuna
dichiarazione, nel frattempo nella sede biancoverde stanno arrivando
massicce le dimostrazioni di sostegno delle società venete come
successe lo scorso luglio quando la candidatura di Treviso per il
Triveneto venne bocciata a favore, allora, dei Pretoriani di Roma.
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 CONVOCATI PER I QUATTRO MATCH DELL’ITALIA

Ventinove trevigiani in maglia azzurra

(Ennio Grosso) Sono 29 in totale i trevigiani convocati per le 4 gare
in programma nel prossimo fine settimana.
      NAZIONALE MAGGIORE – Gli azzurri si sono radunati ieri a Roma,
presso il Park Hotel “La Borghesiana”, dove questa mattina inizieranno
la preparazione conclusiva per il test di sabato a Dublino contro
l’Irlanda, prima giornata del Sei Nazioni 2010 (inizio alle 15.30
italiane). Domani verrà dato l’annuncio dei 24 giocatori selezionati
per la partita, mentre i 6 atleti esclusi si aggregheranno alla
Nazionale A che giocherà domenica a Mogliano.
      Dei 30 convocati anche 9 giocatori del Benetton: Lorenzo
Cittadini, Gonzalo Garcia, Leonardo Ghiraldini, Andrea Marcato, Luke
McLean, Antonio Pavanello, Simon Picone, Alberto Sgarbi, Alessandro
Zanni, quindi un decimo atleta, Simone Favaro, trevigiano in forza al
Parma.
      NAZIONALE A – Scatta oggi il raduno a Mogliano della Nazionale A
che domenica, alle 14.30, sul campo Comunale di Mogliano, affronterà
l’England Saxons, in pratica la Nazionale A d’Inghilterra. Sono 17 i
convocati, tra questi anche 6 trevigiani: Silvio Orlando, Ignacio
Rouyet, Franco Sbaraglini, Fabio Semenzato del Benetton, quindi Paolo
Buso della Futura Park Roma e Gilberto Pavan del Parma.
      NAZIONALE DONNE – Ventidue le giocatrici convocate per il primo
test del Sei Nazioni che vedrà le azzurre impegnate venerdì ad
Ashbourne (inizio alle 19.30 locali) contro l’Irlanda. Le ragazze
italiane si troveranno domani, presso il Centro CONI Giulio Onesti a
Roma. Sei le atlete delle Red Panthers Benetton convocate: Michela
Este, Elisa Facchini, Manuela Furlan, Flavia Severin, Licia Stefan,
Michela Tondinelli, quindi le trevigiane Sara Barattin, in forza al
Casale, Silvia Peron e Valentina Schiavon, entrambe in forza al
Riviera del Brenta.
      NAZIONALE UNDER 20 – Sono 24 i giocatori convocati per la prima
giornata del Sei Nazioni di categoria che vedrà gli azzurrini
impegnati al Dubarry Park di Athlone contro i pari età dell’Irlanda,
venerdì alle 20.35 italiane, gara trasmessa in diretta su Rai Sport
Più. Tra questi anche 4 trevigiani: Tommaso Benvenuti e Nicola
Corbanese del Benetton, quindi Filippo Cazzola, in forza al Livorno e
Tommaso Iannone, in forza al Parma.


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