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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 4 Gen 2010 21:49:01 CET


Articoli impegnati e assolutamente veritieri su ciò che io,
modestamente ed in punta di piedi, vado discretamente ad affrontare da
qualche lustro.
E' tempo che qualcuno s'interroghi e, al contempo se ne vada "ex marronis".
La FIR deve al più presto subire una disinfestazione totale: i
parassiti sono dannosi. Fuori tutti, e dentro i più impegnati non
politicamente, ma rugbisticamente vogliosi di far crescere tutto il
movimento. Ne va di tutti noi; anche di una list, come la nostra, che
non credo vorrebbe mai tornare ad occuparsi di Romania, Spagna e
Portogallo come avversari dell'Italia. E scusate la presunzione.
Un sentito grazie ai giornalisti che danno la possibilità di rendere
pubblici a tutti i loro preziosi articoli.
Un ringraziamento particolare a Walter Pigatto, miniera inesauribile
di dati e statistiche, che non ho ancora conosciuto, per un pelo...
Un grazie sincero ad Ennio Grosso, che vorrei conoscere...
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MISCHIA APERTA di ANTONIO LIVIERO
Segnali d'allarme
per i settori giovanili
Progetti da rivedere

Contrordine. Pochi mesi dopo aver varato la riforma delle categorie
portando i limiti di età dagli anni dispari a quelli pari (dall’under
8 all’under 20) il consiglio federale di dicembre è tornato in parte,
e a sorpresa, sui propri passi: con il voto contrario dei veneti
Torretti e Trevisiol, ha cancellato l’under 20 e ripristinato la 19
estendendola a tre classi d’età. Il motivo che ha portato alla
revisione è allarmante: nancano i diciottenni. Nel 2006 in Italia se
ne contavano 2400. Oggi sono poco più di 900. E non bastano ad
organizzare squadre e campionati.
      Una delle cause è stata individuata, racconta un consigliere
federale, in un’operazione simile effettuata un paio di anni fa, che
avrebbe portato alla perdita per strada dei più giovani. In effetti,
la differenza tra un sedicenne e un diciottenne è assai marcata sia
sotto il profilo tecnico che della struttura fisica. Già nel primo
anno di categoria, statisticamente, i più giovani hanno poco spazio.
Se poi il divario di età aumenta, è logico che il rischio di abbandoni
diventi molto concreto. Ma a parte il fatto che, in assenza di
correttivi, non si vede come la riproposizione della formula possa
dare risultati migliori, la spiegazione del crollo non può essere
considerata esaustiva. Dopo 10 anni di spinta del Sei Nazioni sia a
livello di immagine che di risorse economiche, le cifre dovrebbero
essere altre. Sarà anche vero, come sostengono in Fir, che i
praticanti, dagli under 16 in poi, sono recentemente aumentati di
4mila unità raggiungendo quota 25mila. Ma come conciliare questi dati
con il calo pauroso di under 19 e con il fatto che un terzo delle
partite dei settori giovanili si disputano con squadre che non
riescono mettere in campo 15 giocatori?
      Sono segnali che rivelano come la base dei praticanti effettivi
sia ancora troppo stretta per un Paese con l’ambizione di entrare
stabilmente tra i primi 10 al mondo e che si prepara ad alimentare due
franchigie di Celtic League. Ed è evidente che gli 80mila spettatori
di San Siro per Italia-All Blacks non possono essere scambiati per un
indicatore di sviluppo. L’interesse sicuramente c’è. Ma il problema
resta quello di intercettarlo e di radicarlo.
      La rimodulazione dell’under 19 pone anche altri problemi. Uno
riguarda la sicurezza fisica dei sedicenni. Un altro investe invece i
più vecchi, che a 19 anni solo in casi eccezionali sono pronti a
diventare seniores. E il pericolo è anche quello di una demotivazione
dei club che li formano allo scopo di alimentare la prima squadra. Si
tratta di aspetti preoccupanti che richiedono verifiche approfondite e
urgenti. A cominciare dai livelli locali. Per arrivare, se necessario,
a una ripianificazione dell’attività giovanile e di sviluppo. Perché
puntare sulla Nazionale e sulla Celtic non serve a nulla se, prima di
tutto, non ci si occupa delle loro basi.
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I tifosi votano
Perugin
A Ghiraldini
e Zanni
il premio Ciar

Il Ciar ha assegnato i suoi premi annuali (consegna il 10 gennaio a
Prato). Sono andati ai veneto-friulaniGhiraldini (giocatore), Zanni
(miglior azzurro), Vecchi (dirigente), Pilla e Pivetta (targhe
Chiesarotti, dare anche a Fusco e Recaldini). Atri premi Fiumicello
(Club), Ghidini (tecnico), Guerzoni (arbitro), Cecinelli e Zanasi
(giornalisti).
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Analisi del disastroso debutto stagionale azzurro (under18 ko 60-3)

«Italia, i praticanti
sono troppo pochi»

«Se avessimo davvero 100 mila atleti tesserati l’Italia vincerebbe il
Sei Nazioni. E di Mauro Bergamasco ce ne sarebbero cinque, non uno».
La frase di Massimo Brunello non è una battuta. E nemmeno una
provocazione. È la realtà con la quale si misurano il movimento e le
nazionali di rugby italiane. Raccontata dall’allenatore rivelazione
del campionato 2008/09 con la FemiCz Rovigo. Oggi tecnico della
neonata Accademia di Mogliano e ct dell’Italia under 18, che ha
iniziato il Sei Nazioni di categoria perdendo in Irlanda 60-3 (9 mete
a 0). «La strada delle Accademie è giusta - argomenta Brunello - È il
completamento del lavoro con la base e le società. Consente di
avvicinarsi ai livelli delle altre nazioni attraverso l’allenamento (A
Mogliano 2 al giorno dal lunedì al giovedì, il venerdì i 24 ragazzi
tornano ai club) e le competizioni. Ma i campionati giovanili sono di
livello troppo basso in Italia per fare questo». Motivo? I numeri
degli atleti, dei praticanti veri, sono impietosi. Esigui. Così dalla
scarsa quantità si ricavare scarsa qualità. E arrivano i 60-3 come a
Donnybrook. Che non sono l’eccezione, ma la (quasi) regola per le
nazionali giovanili nel decennio dell’era Sei Nazioni. A testimonianza
della mancata crescita nel serbatoio dell’Italia maggiore, che poi
affronta il Sei Nazioni vero. Quello che finanzia con il suo introito
e indotto il rugby italiano.
      «In Veneto esistono 4 gironi da 12 squadre di under 18 -
continua Brunello - Una cinquantina di formazioni. Se avessero tutte
una ventina di giocatori a testa sarebbe già un successo. Invece ci
sono invece 4 squadre di un certo livello nel girone èlite, le altre
fanno fatica a schierare un XV. Certe partite non si giocano perchè
non c’è il numero minimo di atleti in campo. E siamo in Veneto,
figurarsi altrove. In uno scenario del genere da dove può uscire la
competizione per preparare i ragazzi migliori agli impegni di livello
internazionale?».
      Rassegniamoci quindi alle batoste. Non solo con l’Italia under
18 (prossimo match a Calvisano in marzo contro l’Inghilterra). E
scordiamoci le chimere degli 80 mila spettatori di San Siro o degli 80
mila tesserati. «Se ci sono 25-30 mila giocatori veri dal Super 10 al
minirugby è tanto» chiude Brunello. La realtà del rugby italiano è
questa.
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STATISTICHE AZZURRE Terzo con 79 cap, ora può superare Checchinato

Mauro Bergamasco sul podio

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Lunedì 4 Gennaio 2010,
Sul piano delle statistiche individuali il 2009 della nazionale
italiana passa in archivio con Mauro Bergamasco che, raggiungendo
quota 79 cap, è salito al terzo posto assoluto in classifica presenze,
dietro ad Alessandro Troncon (101) e Carlo Checchinato (83). Nel corso
del prossimo Sei Nazioni potrebbe quindi avvenire il sorpasso ai danni
del rodigino. Il fratello Mirco Bergamasco e Perugini, invece, sono
decimi con 66 cap, Canale ha superato la boa dei 50 cap e si attesta a
51.
      BergaMirco con la meta segnata nel 2009 è salito a 17
raggiungendo il famoso binomio aquilano Ghizzoni e Mascioletti. Da
segnalare anche i primi 8 punti di Mirco segnati coi piedi con 1
trasformazione e 2 punizioni. Garcia e Mc Lean hanno segnato le loro
prime mete in azzurro, e che mete!. Gower, 6 cap, ha segnato 14 punti
di piede, ma non è un cecchino, purtroppo! Tito Tebaldi Tito, 6 cap,
ha segnato in drop i suoi primi 3 punti in azzurro, è il 35° azzurro
droppista. Robertson ha fatto 13 con la meta segnata a Canberra nel
2009 ai wallabies.
      Perugini, vedi partita coi Barbarians, è il primo italiano ad
aver battuto gli All Blacks, con lui hanno gioito Geldenhuys e Del
Fava anche loro in campo.
      Infine un dato confortante sul fatto della disciplina. Solo
quattro i cartellini gialli subiti dai giocatori italiani. Sono una
buona performance, di meglio è stato datto fatto solo nel 2004 con
uno, ed è stato uguagliato il 2003.
      Walter Pigatto
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IL BILANCIO 2009 Ennesima fantastica annata
con due scudetti: n.14 per i maschi, 15 per le donne

Il 2009 poteva chiudersi con un ultimo botto per i campioni d’Italia
del Benetton. I biancoverdi, infatti, sono andati vicino ad una nuova
impresa, battere il Northampton nel quarto turno della Heineken Cup.
Treviso ha perso di soli 3 punti, ma ha comunque chiuso un anno ricco
di successi e soprattutto di molti consensi.
      Due scudetti, quelli seniores maschile e femminile, quindi la
Super Coppa italiana. Due scudetti conquistati in appena 24 ore,
entrambi vinti a Roma alla fine di maggio. Lo scudetto n.14 per i
maschi, che hanno battuto il Montepaschi Viadana, il n.15 per le
donne, capaci di sconfiggere ancora una volta il Riviera del Brenta,
l’avversario delle ultime sette finali. Poi, a settembre, all'inizio
della stagione, è arrivata la Super Coppa, vinta dal Benetton contro
Parma, la seconda per i trevigiani.
      Per il Benetton di Franco Smith il 2009 si può riassumere in 34
gare giocate, da gennaio a dicembre, 22 di campionato, 6 di Coppa
Europa, 4 di Coppa Italia e 2 amichevoli. In totale 19 vittorie, 13
sconfitte e 2 pareggi.
      In campionato i trevigiani hanno totalizzato 15 vittorie e 5
sconfitte, inoltre due pareggi; in campo europeo solo una vittoria su
6 gare, ma il successo è stato centrato nientemeno che contro i
Campioni di Francia del Perpignan, un successo che ha fatto capire una
volta di più che Treviso è ormai pronto per la Celtic League che
dovrebbe materializzarsi a metà mese. Parità di vittorie e sconfitte,
infine, sia in Coppa Italia (2-2) che in amichevole (1-1).
      Bisogna comunque considerare che gli appuntamenti importanti il
Benetton li ha sempre centrati: ha vinto lo scudetto dopo aver messo
in riga prima il Calvisano nella doppia semifinale, poi il Viadana
nella finale secca. In Super Coppa, poi, ha sfatato un tabù, quello di
essere stata la prima squadra a vincere la sfida, anche questa in gara
secca, in campo avverso delle 4 finora disputate. Inoltre ha chiuso il
2009 con il primo posto in campionato e il titolo di Campione
d'Inverno.
      Infine, nella parte finale dell’anno, il Benetton è tornato ad
essere il naturale serbatoio della Nazionale.
      Nelle sfide di novembre contro Nuova Zelanda, Sudafrica e Samoa,
Treviso ha mandato in azzurro mediamente 8-9 giocatori a gara.
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IL SUPER TEN RIPRENDE MERCOLEDÌ

Il Benetton ospita i Cavalieri

(e.g.) Dopo un mese di sosta, dovuta alle festività Natalizie e al
terzo e quarto turno delle rassegne continentali, riprenderà mercoledì
il campionato Super Ten con la prima giornata di ritorno.
      Questo il programma: Benetton-Consiag I Cavalieri Prato, Femi CZ
Rovigo-Casinò di Venezia, Futura Park Roma-Parma 1931, Montepaschi
Viadana-Ferla L’Aquila, Plusvalore Gran Parma-Petrarca Padova.
      L’orario d’inizio sarà alle 15, a parte il derby di Rovigo che
avrà inizio alle 14 e sarà trasmesso in diretta su Rai Sport Più.
      Questa la classifica: Benetton 34, Montepaschi 30, Parma 26,
Femi CZ e Petrarca 24, Futura Park 23, Consiag I Cavalieri 20, Ferla
14, Plusvalore 11, Casinò di Venezia 8.
      Un turno che sarà seguito a distanza di 4 giorni da un’altra giornata.
      Domenica, infatti, si giocherà la seconda di ritorno. In quel
turno sarà il Benetton ad andare in televisione ed anticipare alle 14
il derby di Padova col Petrarca.
      Poi scatterà la sosta più lunga della stagione. Nei successivi
due fine settimana, ultimi due turni della fase di qualificazione
delle coppe europee, quindi la disputa del Sei Nazioni.
      Di campionato si riparlerà il 27 marzo.
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RUGBY SUPER 10 La formazione di Presutti cercherà di cancellare
mercoledì a Parma con il Gran
lo score negativo fuori casa. E domenica al Plebiscito arriva la
Benetton candidata allo scudetto

Dopo domani, giorno dell'Epifania, inizia il girone di ritorno del
Super 10, con il Petrarca impegnato a Parma con il Gran. Ricordiamo la
classifica: in testa c'è la Benetton Treviso a quota 34, seguita da
Viadana a 30, da Parma a 26, mentre al quarto posto sono appaiate
Petrarca e Rovigo con 24 punti. Seguono Roma con 23, Prato con 20 (ma
penalizzato di 4), L'Aquila a 14, Gran a 11 e Venezia a 8.
      Nel girone di andata il Petrarca ha disputato cinque partite in
casa (con Gran, L'Aquila, Venezia, Prato e Rovigo), vincendole tutte,
mentre in trasferta ha sempre perso, pure guadagnando un paio di punti
di bonus. Chiaro che nel girone di ritorno (al Plebiscito arriveranno
tutte le più forti, Treviso, Viadana, Parma e Roma), il XV bianconero
molto difficilmente potrà ripetere l’exploit e perciò, per continuare
a coltivare sogni di gloria, rappresentati dai play off, dovrà
riuscire a imporsi almeno due, più probabilmente tre volte, fuori
casa.
      La partita di dopodomani con il Gran, che è penultimo, diventa
molto significativa, perchè da questa sfida il Petrarca deve tornare
necessariamente vittorioso. Sulla carta l'impresa non sembra tanto
difficile, ma la partita, invece, è delicatissima perchè il Gran ha
bisogno di punti per salvarsi, situazione che duplica le energie.
      L'allenatore Pasquale Presutti potrà contare sulla rosa al
completo, come non accadeva da tempo. Ormai del tutto recuperato
Ludovic Mercier (che nelle gare fuori casa diventa ancora più
importante per la sua abilità di spostare il fronte del gioco con i
suoi chilometrici calci), non più impegnato con i raduni della
nazionale giovanile Ricciardi, ristabilitisi anche Derbyshire e
Cavalieri, il tecnico bianconero potrà schierare la squadra più
competitiva per provare a vincere la prima trasferta della stagione e
"rompere" un blocco che forse è anche psicologico.
      Dopo la trasferta a Parma, il Petrarca ospiterà domenica 10 e
non sabato, come di consueto, la Benetton Treviso, capolista del Super
10 e a detta unanime, principale candidata per lo scudetto. Mission
impossible? In teoria sì, ma a guardare quanto successo nelle ultime
stagioni, forse no, perchè Treviso, che da molti anni ha una squadra
superiore al Petrarca, dal Plebiscito spesso è uscito con le pive nel
sacco.
      Per far quadrare i conti e alimentare le speranze di play off,
in questi due incontri il Petrarca deve totalizzare almeno 5 punti e
mantenere così con ogni probabilità la quarta posizione, dato che,
domenica prossima, è in programma lo scontro diretto tra Parma e
Rovigo. Poi ci sarà la lunga sosta per il Sei Nazioni: il Super 10
riprenderà il 27 marzo con i padovani impegnati a L'Aquila. L'Italia
di Mallett non dovrebbe sottrarre troppi giocatori al Petrarca (forse
neanche uno...), che così potrà prepararsi nel modo migliore per il
rush finale.
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