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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 25 Gen 2010 15:11:35 CET


Dal Gazzettino.
Ciao.
Franco (TV)

(e.g.) Quattro francesi, 2 irlandesi, un’inglese e una gallese ai
quarti di Heineken Cup. Munster, Biarritz, Toulouse, Leinster,
Clermont e Stade Français le vincitrici dei 6 gironi, Ospreys e
Northampton migliori seconde. Quarti (9-11 aprile):
Munster-Northampton, Biarritz-Ospreys, Toulouse-Stade Français e
Leinster-Clermont.
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Soltanto tre vittorie per le italiane

Appena 3 vittorie per le squadre italiane in 36 gare europee, una in
Heineken Cup e due in Challenge Cup. Il successo più importante è
stato centrata ancora una volta dal Benetton: pur arrivando ultimo in
un girone di ferro, Treviso ha saputo battere i campioni di Francia
del Perpignan, ma ha sfiorato il successo anche contro il Northampton,
impostosi a Treviso di soli 3 punti. Viadana ha invece perso tutte le
gare subendo una media di 50 punti a gara (295 in 6 sfide).
      Le altre due vittorie sono del Parma che in Challenge ha
sconfitto il Bourgoin e il Bucarest. A secco di vittorie Femi CZ
Rovigo, Petrarca Padova e Futura Park Roma, con il solo Petrarca
capace di conquistare un punto di bonus.
      Ennio Grosso
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I verdetti di Heineken anticipano quelli del 6 Nazioni

Francia-Irlanda duello per l’Europa

Francia regina d’Europa con i club. A contenderle la supremazia
l’Irlanda con le sue due province più forti. È il verdetto emesso
dalle qualificazioni ai quarti di finale della Heineken Cup al termine
della fase a gironi. Rispecchia quanto decretato dai test autunnali.
Rispecchierà con buone probabilità quanto vedremo nell’Rbs Sei Nazioni
(da ieri 30 azzurri in raduno a Roma). Ovvero un duello
Francia-Irlanda, con scontro decisivo per il titolo allo Stade de
France il 13 febbraio, seconda giornata.
      Esce ridimensionata dalle qualificazioni di Heineken Cup
l’Inghilterra. Anche qui una conferma dei test autunnali. E una
speranza per l’Italia, che affronterà gli uomini di Martin Johnson a
Roma, dove già due anni fa si issò fino a -4 nella sconfitta contro di
loro. È approdato ai quarti solo quel Northampton che meritava di
perdere a Treviso e che ha acciuffato l’ultimo degli otto posti. Fuori
il Leicester (2 titoli, finalista 2009), il Bath (1 titolo), gli
emergenti London Irish, l’incompiuto Gloucerster e gli altri. È il
peggior risultato in 14 anni di Heineken Cup. Indice della crisi
economica dei club inglesi e tecnica della loro nazionale. Incredibile
con un movimento così alle spalle.
      Per contro la Francia qualificando 4 squadre (Tolosa, Stade
Francais, Biarritz, Clermont) ottiene il miglior risultato di sempre.
Anche nell’edizione 1999 approdarono 4 francesi ai quarti (Tolosa,
Perpignan, Stade Francais, Colomiers, quest’ultimo battuto in finale
dall’Ulster). Ma le inglesi avevano boicottato la manifestazione. Il
peso specifico di quel risultato è inferiore. E pensare che un anno fa
i francesi piangevano con il solo Tolosa ai quarti. La crescita del
"laboratorio Lievremont" e gli stranieri rubati alla Premiership hanno
prodotto il ribaltamento. Con i transalpini in corsa anche tre
italiani: Mauro e Mirco (nella foto) Bergamasco con lo Stade Français
(Parisse fuori causa per infortunio) e Gonzalo Canale col Clermont.
      Esce ridimensionata dal verdetto dei quarti anche la Celtic
League, dove l’Italia spera di approdare (questa sarà davvero la
settimana decisiva?). Munster, Leinster e Ospreys (le qualificate)
sono 3 sottonazionali, delle altre nessuna traccia. È questa la
crescita impressa dal torneo celtico a Irlanda, Galles e Scozia?

Ivan Malfatto
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MISCHIA APERTA
di Antonio Liviero

Naudé, avanti da leggenda: merita un "cap" postumo.

Dirk gioca? Era la prima domanda che i ragazzini di Rovigo facevano al
loro arrivo al "Battaglini" la domenica pomeriggio. Perchè se c’era
Dirk, e il sabato notte non aveva fatto troppo tardi al Pospy, si
poteva stare tranquilli. Dirk Naudé con i suoi 2 metri e 4 centimetri
era il gigante del campionato. E il loro eroe. Con i capelli lunghi e
dritti fino alle spalle, l’espressione imperturbabile, la forza
selvaggia che esprimeva, sembrava uscito direttamente da certi film
horror. Trovarselo sul campo ma dalla propria parte, dava una dolce
sensazione sicurezza ai teenager. E non solo a loro. Il sudafricano
era la chioccia degli avanti. Feroce la spinta in mischia, sontuosi i
balzi in touche e celebri i duelli con Rinaldo, Munro e l’all black
Haden.
      Era giunto a Rovigo nel ’75. Aveva 22 anni, fuggiva dal
Sudafrica e dall’insostenibile confronto con il mito del fratello
Tiny, seconda linea degli Springboks. Ha vinto subito lo scudetto. In
6 stagioni ha segnato 21 mete anche perchè nonostante il fisico
imponente aveva una notevole mobilità e gli piaceva giocare fuori. Nel
78-79 contribuì in maniera decisiva al rugby totale di Carwyn James
che portò allo scudetto dei record. In quella squadra travolgente era
il perno della rolling maul. A Rovigo la chiamavano "gira". Una
macchina inarrestabile dalla quale uscirono le prime due mete al
"Battaglini" contro il Brescia di Bonetti, nella partita che lanciò la
cavalcata tricolore. Sulla seconda marcatura era Dirk a tenere stretta
la palla. A febbraio, nel ritorno, partecipò invece al meraviglioso
movimento collettivo della meta di Rossi: con sei giocatori (un
pilone, un seconda linea, due terze e due trequarti) a toccare la
palla.
      Con lui era tutto più facile. Anche fuori dal campo. In una sera
di nebbia fitta, mentre andavano a una cena in campagna da
Checchinato, Angelo Visentin era finito nel fosso con la sua 500. Il
capitano della Sanson era sceso con la moglie Gigliola per cercare di
rimetterla in carreggiata. Arrivò Naudé con "Os" Wiese: "Non prendete
freddo, tornate pure in macchina" disse Dirk con gentilezza. Così
fecero. Naudé sollevò l’auto da una parte, "Os" la teneva dall’altra.
In un baleno fu riportata in strada.
      Sabato prima dell’incontro con i Saracens, Rovigo ha ricordato
il sudafricano a una settimana dalla scomparsa. Omaggio doveroso a uno
dei giocatori più forti di tutti i tempi, dello stesso livello di
Matfield e O’Connell per intenderci, privato della giusta gloria
probabilmente solo per aver scelto l’Italia. Anche per questo
meriterebbe il cap, così come gli altri protagonisti, per la prima
partita contro gli All Blacks, nel ’77 a Padova. Naudé fu uno dei tre
stranieri che rinforzarono la nazionale italiana (Pardiès e Babrow gli
altri due) schierata col nome di XV del Presidente. Dirk quel giorno
mise in croce Haden. Finì 9-17. Con tutti gli stranieri che oggi
vestono la maglia azzurra sarebbe il minimo della riconoscenza.
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Il vicepresidente Fuselli fa il punto sulle 6 partite di Coppa:
«Unico rammarico la sconfitta interna col Northampton»

Nell’ultima gara a Perpignan ottimi per 40’ male la ripresa

«Benetton europeo rispettato da tutti»

Ennio Grosso

Per il Benetton la Heineken Cup è andata in archivio con una sola
vittoria, un successo che però ha lasciato il segno. Treviso è infatti
riuscito a battere i campioni di Francia del Perpignan, quindi ha
fatto tremare gli inglesi del Northampton, arrivati ai quarti di
finale grazie all’ottavo posto complessivo e compagine che ha dovuto
superarsi per avere la meglio sul Benetton in Inghilterra e che a
Treviso ha saputo imporsi di appena 3 punti, non riuscendo a
conquistare il punto di bonus che alla fine avrebbe potuto costare
caro per la qualificazione.
      Se si esclude la sfida interna contro gli irlandesi del Munster,
nella quale Treviso non è mai entrato in partita, per il resto si
possono trarre molti aspetti positivi dalle prestazioni dei
biancoverdi in questa rassegna.
      Dei 480’ complessivamente giocati nelle sei partite, il Benetton
ha potuto gestire 136’ di vantaggio, 112’ di parità e 232’ di
svantaggio. Ha chiuso avanti nel punteggio i primi tempi delle partite
contro Perpignan a Treviso, poi vinta, quindi a Northampton; sempre
nei primi 40’ ha tenuto in scacco il Munster a Limerick (10-12), il
Northampton a Treviso (3-7) e il Perpignan in Francia (3-8), subendo
in tutte tre le sfide la meta del sorpasso solo negli ultimi istanti:
negli ultimi 3’ contro Northampton, al 40’ contro Munster e Perpignan.
“Quest’anno, pur essendo in un girone di ferro, volevamo ugualmente
fare una bella figura anche in campo europeo – ammette il
vicepresidente del Benetton, Alfonso Fuselli – penso che tutto sommato
abbiamo dimostrato di avere una squadra con delle buone qualità che in
certi momenti ha saputo anche entusiasmare. Soprattutto nei primi
tempi abbiamo dimostrato di saper tenere bene e considerati gli
avversari che avevamo di fronte, non potevamo pretendere di più”.
      Qualche rammarico?
      “Non essere riusciti a battere il Northampton in casa. Abbiamo
perso di soli 3 punti giocando alla pari con la quotata formazione
inglese per tutti gli 80’. Forse quello è il rammarico più grosso,
altrimenti avremmo chiuso con due successi e ciò sarebbe stato un
risultato veramente prestigioso”.
      A Perpignan, nell’ultimo turno, si poteva sperare in qualcosa di diverso?
      “I francesi avevano il dente avvelenato per la sconfitta subìta
all'andata a Treviso e oltretutto dovevano far dimenticare ai loro
tifosi la batosta di Northampton della settimana precedente. Nel primo
tempo abbiamo giocato alla pari e solo all’ultimo istante, con un uomo
in meno, abbiamo subito la meta del primo vantaggio francese.
      Poi, nella ripresa, bisogna riconoscere che l’avversario ci è
stato superiore. Comunque devo lodare la squadra per aver disputato
una partita di grande sacrificio: ha meritato di uscire a testa alta
da questo confronto, come del resto dall’intera competizione”.
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