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[RUGBYLIST] Dal Gazzettino (8 marzo)

Angelo Volpe a fast volpe_angelo a fastwebnet.it
Lun 8 Mar 2010 17:27:23 CET


Calvario Celtic
È la volta buona?
di Ivan Malfatto

«I signori Benetton si chiedono: cosa sta succedendo? Loro sono attori principali nella vicenda Celtic League. Molto più di me che gestisco semplicemente da presidente il club. Per gente abituata a programmare con largo anticipo il futuro di aziende e attività trovarsi spettatori passivi di una situazione così stagnante è un inconcepibile».
      Amerino Zatta lo dice con tutto il garbo di cui è capace. Ma si capisce lo sconcerto che Luciano Benetton e la sua famiglia stanno provando in questa telenovela Celtic League. «Di cui abbiamo iniziato a parlare nel settembre 2008. Un anno e mezzo dopo siamo ancora qui ad aspettare, senza sapere nulla di preciso» continua il presidente della franchigia che dovrebbe rappresentare l'Italia nella manifestazione insieme agli Aironi. Uno sconcerto, quello dei Benetton, comprensibile se si pensa che sono pronti ad assumersi il rischio di un investimento di sei milioni di euro a stagione. Mica bruscolini, anche per il "ricco" mondo del rugby italiano.
      Quindici giorni fa eravamo qui a dire: siamo ottimisti, è fatta, manca solo l'ufficialità. Oggi siamo qui a ridire le stesse cose. «L'ottimismo rimane - continua Zatta - Me l'ha ribadito sabato il presidente della Fir Giancarlo Dondi. L'unico che ha condotto la trattativa e quindi l'unico che sa come stanno esattamente le cose». Dondi ha dato oggi come ultimatum ai celtici, impegnati nelle lotte della Scozia per contare di più dentro il board, per una risposta definitiva. «Più in là è impossibile andare - continua Zatta - Comincia ad esserci sofferenza in tutta la struttura. Viviamo in una sorta di sabbie mobili. Programmare undici trasferte estere, una squadra più competitiva possibile, i contratti con i giocatori e tutto il resto in tempi così brevi sarà dura».
      Quindi oggi o mai più per l'Italia in Celtic. Se sarà mai più, significherà il disimpegno del Benetton, che da cinque anni sogna l'Europa, dal campionato italiano (budget sotto il milione di euro, via tutti i big, si fa solo con i giovani del vivaio). «Non so cosa dire - conclude Zatta - Mi auguro solo che nel momento in cui oggi le persone staranno leggendo questo articolo in Fir sia già arrivato l'ok all'Italia in Celtic». Sarà vero?

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L'ascesa di Ghiraldini
Placcaggi decisivi e gioco polivalente
di Antonio Liviero


Un placcaggio vale più di una meta, sostiene McCaw. Se il capitano degli All Blacks ha ragione, e ce l'ha sempre di più nel rugby di oggi, allora la vittoria dell'Italia sulla Scozia è stata decisa al 71' dal placcaggio di Ghiraldini, con l'aiuto di Gower, sulla linea di meta.
      La partita era sul 16-12. In quarta fase ecco l'assalto di Jacobsen servito a due metri dalla meta. Il pilone si è abbassato, Ghiraldini lo ha impattato sulla spalla interna. Ma la spinta lo ha fatto indietreggiare di un passo all'interno dell'area di meta. Piegate le gambe si è allora riproiettato immediatamente sulla linea mentre Gower metteva una mano sulla palla e con l'altro braccio di appendeva a peso morto alla schiena dello scozzese. Spenta l'avanzata, Ghiraldini ha tolto il braccio sinistro di Jacobsen dalla palla. Il pilone è andato giù. E l'ovale avrebbe probabilmente toccato la linea di meta se non avesse incontrato l'astuta mano dell'avanti azzurro piazzata a un centimetro dal gesso.
      «Il placcaggio alto è molto fisico e mi piace perchè non ferma solo l'avversario ma anche la palla» mi dice Leonardo. Sta vivendo un momento molto positivo della carriera. Le vittorie sulla Scozia e, prima ancora, su Samoa da capitano, gli hanno fatto scoprire una nuova dimensione. «Cerco di avere la parola giusta per ogni compagno - racconta - ma non preparo discorsi, le frasi vengono da dentro. Più che altro cerco di dare l'esempio». La disponibilità e la rapidità nel gioco aperto sono le qualità più apprezzate di lui a livello internazionale. "Pas mal ce talloneur" ha commentato con stupore Fabien Galthié in telecronaca davanti a milioni di francesi. In realtà Ghiraldini, svezzato dall'età di otto anni alla scuola Petrarca con l'imprinting di Giorgio Sbrocco, è uno dei rari azzurri davvero polivalenti. Eppure nonostante sia un giocatore da rugby totale e pensato, ama le fasi oscure e di sacrificio. Più ancora del placcaggio: «L'ingaggio mi dà sensazioni forti, l'avanzamento della mischia chiusa è galvanizzante. Ci vogliono cuore, tecnica. E intelligenza». Nelle touche invece non va sempre bene quest'anno. I suoi lanci sono stati a volte criticati. «Non sento la pressione, altrimenti sbaglierei sempre» assicura. Ma un'analisi attenta delle touche perse dimostra che le cause sono diverse: a volte problemi di chiamate, altre di intervento dei sostegni. 
      Comunque ho l'impressione che, a 25 anni, il meglio del tallonatore del Treviso non l'abbiamo ancora visto. Nelle giovanili ha imparato a giocare in tutti i ruoli. Specie terza linea. Calciava, persino. E bene. «Imitavo Mehrtens» confessa. Meglio ancora gli riesce il calcio in touche. Ho saputo anche del suo side step folgorante di quand'era ragazzo. Un repertorio che prima o poi tirerà fuori. Perché Ghiraldini è un meticoloso con il culto del lavoro. Uno che la sera va a letto presto. E se gli si chiede di raccontare una storia di rugby lui parla degli allenamenti nel ritiro azzurro di Aosta che lo hanno portato al mondiale in Francia. Niente fiction insomma, ma tanta concretezza.


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      Bergamasco brothers 50 volte in nazionale assieme 
      (w.pigatto) 
     
      Mauro e Mirco Bergamasco, rispettivamente 82 e 69 presenze in azzurro, con la Scozia hanno giocato per la 50. volta insieme in nazionale. Mauro e Mirco erano già i primatisti di partite giocate insieme da fratelli azzurri di tutti i tempi, avendo battuto infatti il record precedente di 39 partite detenuto dai fratelli Cuttitta il 28 febbraio 2009 in una gara del 6 Nazioni, anche allora con la Scozia.
            Ora a distanza di un anno il raggiungimento di quest'altro prestigioso traguardo. La classifica aggiornata delle prime posizioni è la seguente: Mauro e Mirco Bergamasco 50 partite, Marcello e Massimo Cuttitta 39, Nello e Rino Francescato 18, Francesco e Piero Vinci 10.


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      Rullo Benetton, bottino da record
      (Ennio Grosso)

      Primo posto del girone a punteggio pieno, 4 successi - tutti con il bonus - su altrettante gare giocate. Ben 148 punti all'attivo (37 di media partita) e 22 mete realizzate, appena 54 punti (13,5) subìti e 5 mete al passivo. Questi sono solo alcuni dei numeri della fase di qualificazione della Coppa Italia del Benetton, un ruolino di marcia che ha lasciato poche, se non addirittura nulle, possibilità agli avversari incontrati.
            I campioni d'Italia hanno preso veramente sul serio questa rassegna e dopo aver conquistato a mani basse la Super Coppa lo scorso settembre a Parma, Treviso vuole portare a casa anche questa manifestazione, vincere quella coccarda che manca dalla bacheca in Ghirada dal 2005 quando i biancoverdi vinsero la finale di Jesolo contro il Viadana (vittorioso ieri a Venezia 31-27), proprio l'avversario che troveranno a contendere, sabato alle 15 a Monigo, la finale di Rovigo del 21 marzo.
            "Ho sempre ribadito che questo sarebbe dovuto essere l'anno più concreto - ammette l'allenatore dei trevigiani, Franco Smith - la mia terza stagione come tecnico di Treviso doveva essere quella esecutiva, ovvero quella in cui dare dimostrazione di una vera e propria supremazia con molti risultati positivi e finora ci stiamo sicuramente riuscendo".
            Sul vostro cammino c'è ancora Viadana.
            "Sappiamo che per alzare la Coppa dovremo battere ogni avversario che ci sta davanti. Viadana, o un'altra squadra, poco importa, per trionfare bisogna sconfiggere chiunque, pertanto ben venga questa sfida, ancor più stimolante visto che si tratta di una delle antagoniste più importanti a livello italiano".
            Un cammino di tutto rispetto nel quale è evidente che non vi siete mai risparmiati.
            "Non abbiamo sottovalutato alcun avversario, con tutti abbiamo sempre cercato di dare il massimo; magari non tutto è andato esattamente come volevamo, ma ci eravamo imposti di fare il nostro gioco e direi che in queste prime 4 gare abbiamo fatto vedere delle buone cose. 
            Sono un po' dispiaciuto per le due mete subìte nell'ultimo incontro con Rovigo, ma l'atteggiamento dei ragazzi mi pare positivo. L'obiettivo è quello di migliorare sempre, ogni partita fare un passetto in avanti e in prospettiva del finale di stagione la squadra è sulla buona strada".
            Come vede questa semifinale contro Viadana?
            "Lo ripeto, è una gara stimolante per la quale nutro fiducia: giochiamo in casa e questo è sicuramente un punto a nostro favore, ma sono ottimista soprattutto perché vedo una squadra caricata, che sa dove vuole arrivare e questo è un aspetto molto importante".

           
     
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