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[RUGBYLIST] Il Sei Nazioni resta a Roma

VolpeFast volpe_angelo a fastwebnet.it
Ven 22 Apr 2011 17:10:37 CEST


Dal Corriere della Sera

 

Flaminio da ristrutturare, il Coni offre il suo stadio

Il Sei Nazioni resta a Roma

ma si giocherà all'Olimpico

 

ROMA — Il trasloco nel tempio

del calcio la considera solo

un'ipotesi lontana, anche se ringrazia

di cuore e si inchina di

fronte alla disponibilità dimostrata

da Gianni Petrucci che ha

aperto le porte dell'Olimpico al

Sei Nazioni. Giancarlo Dondi, il

presidente del miracolo rugby, è

uscito dal vertice del Campidoglio

con qualche certezza in più

e la convinzione che il Torneo

non si muoverà da Roma. A sindaco

Alemanno ce l'ha messa

tutta nel ruolo di mediatore delle

parti, la Federugby ha ribadito

la necessità di avere uno stadio

che rispetti gli standard imposti

dal Board del Sei Nazioni,

il Coni ha steso il tappeto rosso

sotto ai piedi della mischia azzurra

e gli eredi di Pier Luigi Nervi,

il progettista del Flaminio, il

gioiello nato in occasione dei

Giochi del '6o, hanno fatto capire

che la loro priorità rimane

quella di mantenere intatta l'originaria

idea architettonica dello

stadio.

Si troverà una mediazione alla

quale lavorerà anche Renzo

Piano e intanto la prospettiva di

finire in uno stadio ciclopico,

abituato al calcio e alle sue regole,

diventa reale: «Non credo sia

facile conciliare le nostre esigenze

con quelle delle due squadre

cittadine di calcio — sottolinea

Dondi —, ma se si dovrà traslocare

temporaneamente per costruire

un futuro migliore, lo faremo

volentieri». In verità il presidente

ha sempre tirato la corda

per avere uno stadio tutto

suo, una casa del rugby italiano,

così come gli inglesi hanno

Twickenham o gli scozzesi a

Murrayfield: «Solo allora potremo

dire di aver compiuto un altro

passo verso il livello internazionale».

A far paura non sono i seggiolini

da riempire di passione, la

pista di atletica che rende tutto

lontano e ovattato, le recinzioni

che nel rugby non esistono, i settori

ospiti ingabbiati nel cristallo,

ma quella proposta serpeggiata

durante la riunione che

vorrebbe l'ampliamento del Flaminio

realizzato con strutture

smontabili: «A parte i costi, noi

non vogliamo uno stadio per

due o tre appuntamenti l'anno.

Credo che con la buona volontà

ci sia la possibilità di preservare

l'attuale idea architettonica e,

perché no, renderla più affascinante.

Però sia chiaro, abbiamo

dei tempi da rispettare con chi

ci ha ospitato nel Torneo, delle

promesse da mantenere, e se

qui tra studi di fattibilità e progetti

di massima i tempi si allungheranno,

seguiremo altre strade.

Perché quella dell'Olimpico

non può essere una scelta definitiva,

per noi lo stadio è, e resta,

un Flaminio da 40mila posti. La

scadenza del 2013, per la presentazione

della candidatura olimpica

di Roma, gioca con noi. Sono

fiducioso, la città questa volta

ha dimostrato di amare il rugby

e il suo Torneo».

          Valerio Vecchiarelli

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