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[RUGBYLIST] Ita-Irl il giorno dopo

Paolo Imperatori p.imperatori a gmail.com
Lun 7 Feb 2011 11:36:48 CET


io non so come chiamarlo, killer-instict, capacità di saper vincere,
esperienza, culo, forse tutte messe insieme. L'Italia ha difeso da paura per
tutta la partita (il moment-of the-match secondo me è il placcaggio di
Sgarbi su non-so-chi, che mi stava per arrivare in braccio palla in mano, lì
in curva), ma dopo la nostra meta per l'irlanda è stato subito chiaro cosa
fare, e l'hanno fatto. Dopo il loro drop a noi non è parso per niente chiaro
il da farsi, palla persa sulla rimessa, calcetto in avanti nella loro metà
campo del tutto inutile, anzi dannoso, drop da troppo lontano.
Comunque, brucia forte, ma di perdere di due alla vigilia proprio non ci
pensavo.
Mirco è un grande, ha sbagliato la trasformazione ma ha messo la punizione
alla fine del primo tempo che forse era anche più difficile visto che era da
destra. In touch molto bene direi.
Andiamo a vincere a Twickenam così ci passa la delusione.
paolo imp.


Il giorno 06 febbraio 2011 14:46, VolpeFast <volpe_angelo a fastwebnet.it> ha
scritto:

> Squadre e aziende di rugby in Italia -
> http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
>
> Ieri pomeriggio per vedere la partita da me c’erano alcuni amici di lunga
> data. Siamo passati attraverso tutto il campionario di emozioni che può
> offrire una incontro di rugby, dall’attesa nervosa, alla tensione per
> l’andamento del match, dalle urla di gioia incontenibili per la meta di
> McLean e la possibile vittoria, fino alla cocente delusione per la sconfitta
> finale. Il clima era quello di un mini-Flaminio con lo stesso desiderio di
> vittoria e di riscossa.
>
> Tra la vittoria e la sconfitta, nell’arco di un paio di minuti c’è stato un
> doppio drop: quello del sorpasso di O’Gara e quello fallito del mancato
> contro-sorpasso di Orquera. Spietato, puntuale, prevedibile e implacabile
> uno, disperato e inutile l’altro, nonostante una ricerca della posizione
> migliore e della distanza giusta che facevano ben sperare. Sappiamo bene
> come è andata. La differenza sta tutta in quei due drop. Il killer-istinct
> di O’Gara non ha perdonato, forse per  la maggiore freddezza o una bravura
> superiori. Una questione di esperienza, in fin dei conti. Come la mancata
> cattura della palla al calcio di avvio dopo la meta di McClean che, se
> mantenuta in possesso dell’Italia per i rimanenti 3 minuti forse avrebbe
> cambiato l’esito della partita. Quel maledetto pallone doveva essere
> conquistato e non più fatto vedere agli irlandesi. Tre minuti d’inferno che
> sarebbe valsi la vittoria. Invece come polli perdiamo subito il possesso e
> da lì nasce il drop determinante. Inesperienza anche questa e forse la
> mancanza di un briciolo di fortuna, ingrediente che nelle grandi imprese non
> deve mai mancare.
>
> Alla fine a casa c’era uno strano silenzio, nessuno aveva voglia di parlare
> o di dire qualcosa perché eravamo tutti svuotati e senza energie. La solita
> sconfitta onorevole, in questo caso una quasi vittoria con il minimo scarto
> storico. Ma comunque e sempre una sconfitta. Un copione già visto troppe
> volte, che leva qualunque voglia di commentare ed anche di incazzarsi. E
> incazzarsi con chi, poi? E’ colpa di qualcuno? Dei due calci sbagliati da
> Mirco (un cp e una trasformazione) che avrebbero fatto la differenza? No,
> sarebbe assurdo addossargli colpe.  Prendersela con Orquera che non è
> riuscito a buttar dentro l’ultimo drop? Stesso discorso di Mirco. Incazzarsi
> con Mallet per una partita quasi vinta (ma persa)?. E’ colpa sua? Non
> diciamo sciocchezze.
>
> La verità è che non c’è niente da dire, abbiamo perso perché l’Irlanda è
> stata più scaltra e lucida di noi nel momento in cui lucidità e scaltrezza
> erano i requisiti fondamentali. Una ben diversa dimestichezza degli
> irlandesi nel gestire i minuti cruciali che fanno la differenza, un altro
> livello di esperienza complessivo. Bisogna accettare la sconfitta e basta.
>
>
>
> angelo
>
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