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[RUGBYLIST] X Giacomo Bagnasco (soprattutto)

gigi10853 a libero.it gigi10853 a libero.it
Mar 15 Mar 2011 19:25:03 CET


Caro Giacomo 
scrivo a te, invece che rispondere sul giornale al tuo collega Genta, ma prova 
a farlo leggere anche a lui, tu che lo conosci bene.
Ritengo che certe osservazioni possano essere giuste, ma queste valgono solo 
se arrivano da qualcuno che il rugby lo conosce davvero, cosa che credo non 
valga per il tuo collega.
Perchè il rugby è diverso dal calcio?
Perchè nel rugby nessuno (almeno lo spero vivamente) insegna fin da bambini ai 
giocatori che quello che conta è vincere, ma che invece conta partecipare con 
il cuore e dare il massimo di sè stessi.
Perchè la partita di ogni giocatore non è contro l'avversario, ma è prima di 
tutto una sfida con sè stessi, una sfida che si può vincere anche se la squadra 
perde e che si può perdere anche se la squadra vince.
Perchè sfidare un avversario più forte è sempre un onore e uno stimolo a 
tirare fuori da ciascun giocatore il massimo cercando di essere all'altezza di  
tanto avversario, se poi è proprio così forte e ci rifila tanti punti, allora è 
davvero molto più bravo e merita tutto il nostro rispetto. 
E' questa la vera misura di un giocatore di rugby, senza la quale non si va da 
nessuna parte, e questo lo sa bene solo chi in un campo da rugby ci ha messo il 
piede e la faccia, chi non conosce, e quindi non rispetta, questi valori è 
meglio che non dica niente, si risparmia solo una brutta figura.
Ma questi sono solo i veri valori dello sport, quelli di De Coubertain, ormai 
lontani nel tempo travolti dal dio denaro, non esclusiva del rugby, anche se 
purtroppo sono rimasti così, veri, solo in pochi sport, guarda caso in quelli 
minori, prevalentemente, dove il cuore, la fatica e l'impegno vengono solo dal 
cuore.
Il signor Genta si meraviglia di tutto questo, forse perchè la sua misura fa 
riferimento a parametri diversi, quelli dello sport in cui conta solo vincere, 
in cui non c'è rispetto dell'avversario nè quando vince nè quando perde, in cui 
gli psazi mediatici sono riservati solo ai vincenti, usati come media trainanti 
per questo o quello sponsor.
Beh il rugby non è così, non può nè potrà mai essere così, perchè nessuno ti 
obbliga ad andare in campo a prendere botte e metterci la faccia, se qualcuno 
dovesse giocare con uno spirito di sufficienza prenderebbe inevitabilmente 
paghe pesanti ogni volta, fino a che non venga ritrovato lo spirito della 
dovuta umiltà, proprio come è successo sabato alla Francia.
Il rugby è il filtro di sè stesso, e se non si capisce questo non si ha 
diritto di parlarne, nemmeno come giornalisti.
E non entro in questioni più tecniche come "l'antigioco e il catenaccio", 
prova a spiegarlo al tuo collega cosa significa trovarsi di fronte un armadio a 
4 ante che arriva sparato e doverlo placcare, se questo lo ritiene "catenaccio" 
allora... 
Poi tutta la parte dei soldi ecc. mi può anche trovare d'accordo, ma il campo 
è sempre un'altra cosa.
Per favore Giacomo, fallo leggere anche a lui e vediamo cosa ne dice.
Saluti
Pierluigi Filios 



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